InTheMusic: Amalfitano, interview

Gabriele Menacci Amalfitano in arte è solo Amalfitano. Quando aveva undici anni ha ascoltato una pubblicità della Mulino Bianco con una canzone dei Queen (“Let me live”) e da lì è cominciata la sua passione per la musica. Il sound del suo progetto artistico è ancora in divenire e il suo ultimo pezzo “Estate Capodanno” parla della voglia di fare una canzone estiva, leggera e ballabile.

Nome: Gabriele
Cognome: Mencacci Amalfitano
In arte: Amalfitano
Età: 32
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Estate capodanno, ti amo piano bar, Maddalena 
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: cantautorato, pop, alternativo 
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.
Foto di Zoe Zizola

Chi c’è dietro Amalfitano?

Sono nato a Roma, ho trascorso l’infanzia sulle Alpi, sciando d’estate e d’inverno. Ho poi ho vissuto a Londra, città che mi ha permesso di immergermi nella musica. Mi sono laureato in filosofia, sono padre. Ho avuto una band che si chiama Joe Victor con cui abbiamo pubblicato due album. Mi piace la notte.

Il tuo cognome si presta benissimo ad essere un nome d’arte per cui, secondo noi, hai fatto un’ottima scelta! Quando hai deciso di utilizzarlo per il tuo progetto artistico?

Quando ho deciso di avere un mio progetto in italiano mi serviva un nome e, visto che un nome inventato già l’avevo (Joe Victor), non mi andava di sceglierne un altro, avere troppe personalità mi faceva strano. Ho quindi scelto il mio cognome. Suona bene, ricorda Amalfi e la sua esoticità, in più la maggior parte delle canzoni parlano della mia vita. Sembrava perfetto.

Come ti sei appassionato alla musica? 

Quando avevo 11 anni, passava in televisione una pubblicità del Mulino Bianco che usava come colonna sonora “Let me live” dei Queen. Rimasi folgorato. Non sapevo chi fossero, chi fosse Freddie Mercury. In seguito corsi a comprare il CD. Quello fu il momento in cui appesi gli sci: lasciai una potenziale carriera sciistica e iniziò così il mio autismo musicale.

Parliamo ora di generi musicali e artisti: quali sono le tue influenze maggiori?

Da sempre tutto il mio mondo ruota intorno al rock anni ’60/’70 e i suoi sottogeneri. Amo il folk americano in tutte le sue forme, ma anche tante band alternative. Negli ultimi anni mi sono appassionato a molte cose fatte fuori dal mondo anglofono, quindi Africa, Sud America, India, Giappone, sempre comunque intorno agli anni ‘70. La musica è la mia vita e il suo centro è la forma canzone. 

Quali sono i tratti principali delle tue produzioni e come sei riuscito, negli anni, a definire un sound che ti rappresentasse al meglio?

Scrivo e registro canzoni di continuo. Il sound del progetto Amalfitano è ancora in divenire. Adesso sto cercando di trovare una forma forse più essenziale rispetto ai singoli usciti fino ad oggi per valorizzare alcune caratteristiche del mio modo di scrivere. 

“Estate capodanno” è il titolo del tuo ultimo singolo che parla di un’estate all’insegna degli eccessi. Come è stato prodotto e di cosa tratta?

Nasce dalla voglia di fare una canzone estiva, leggera e ballabile, sensuale. Non sono proprio una persona da Netflix e birretta. Per me l’estate è un posto dove se ci si innamora ci si ama forte e chiaro, non una passeggiata per prendere un gelato.

In che modo questo brano anticipa le tue produzioni future e in che modo si relaziona con quelle passate? 

Questa canzone è un’outsider rispetto ad altre, non nella scrittura né nella vocalità. La produzione più marcatamente elettronica è stata una scelta precisa, a favore di una canzone che voleva essere estiva in modo assurdo.

Un’ultima curiosità: quali sono stati i momenti più importanti del tuo percorso nel settore musicale?  

Il primo concerto con una sola persona mi ha fatto capire quanto ami questo lavoro, il primo con 2000 persone mi ha fatto capire quanto sia importante questo lavoro. Le canzoni ci accompagnano e ci sostengono, ci accendono e danno coraggio. Vorrei essere parte di questa magia per tutta la vita.

Quali progetti hai per il futuro? 

Fare il primo disco di Amalfitano.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Ascoltate buona musica, quella che vi parla con sincerità, a volte anche quella più faticosa, ma che vi rimarrà accanto come un’amica per sempre.

Amalfitano for Siloud

Instagram@amalfitano__

Credits: Claudia Cefalo, Freecom Hub

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