Teresa Cinquetti è una studentessa universitaria ed è super appassionata del mondo dell’arte e della musica. Dietro la sua musica si nasconde la volontà, il bisogno di scriversi e raccontarsi in maniera trasparente. Il suo ultimo brano si intitola “Sulla Pelle”
Nome: Teresa
Cognome: Cinquetti
In arte: Teresa Cinquetti
Età: 21
Città: Conegliano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Forse non basta; Sulla pelle
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: alternative-indie/pop
Piattaforme: You-tube, Spotify, Apple Music, Amazon Music

Ciao Teresa, cosa puoi raccontare su di te ai nostri lettori?
Ciao! Sono Teresa, una studentessa universitaria del terzo anno, super appassionata del mondo dell’arte in generale e della musica in particolare, vengo da Conegliano, una città ristretta, e che spesso sento anche molto “stretta”, ma alla quale sento comunque di essere legata. Ho 21 anni, a marzo 22 (sono un Pesci) e vivo a San Pietro di Feletto, un paesino che negli ultimi tempi ho sentito davvero come “casa”. So di voler viaggiare tanto nella mia vita, imparare nuove lingue, conoscere nuove culture, vedere posti diversi e sono consapevole della grandissima spinta e crescita che mi rappresenterebbe dal punto di vista musicale.
Se dovessi individuare tra i tuoi ricordi il momento preciso in cui ti sei avvicinata per la prima volta alla musica, quale sarebbe?
Da piccolissima ho avuto la fortuna di approcciarmi al mondo della musica grazie alla mia famiglia, molto numerosa e della quale io sono la più piccola. Mi hanno guidato, permesso di conoscere le sue molteplici caratteristiche e modalità di espressione. Mio papà mi portava spesso a concerti di musica classica mentre le mie sorelle mi hanno introdotto al mondo dell’indie nei suoi primi anni, accompagnandomi a concerti da un euro che mi facevano sognare di poter fare musica anche io un domani. A cinque anni sono stata iscritta dai miei genitori ad un corso di avviamento musicale, che mi ha portato poi ad approcciarmi allo studio del pianoforte e del canto, che col passare degli anni ho vissuto in maniera sempre più consapevole.
Tanti scelgono uno pseudonimo per il loro percorso artistico, tu, invece, sei rimasta Teresa. Perché questa scelta?
Questa scelta è derivata in parte dalla volontà di ripetere, all’interno della scena musicale, un cognome che ha fatto la storia e che tutt’ora rappresenta una delle voci maggiori del nostro cantautorato (Gigliola Cinquetti), in parte dal mio sentire che volevo presentarmi così, per come ero io e per come avrei voluto essere nel fare musica, me stessa, senza nomi diversi, parole che mi dovessero rappresentare per qualcosa di particolare che portavo con me. Il mio nome e cognome come ricerca di me anche e soprattutto attraverso e grazie alla musica.
Qual è il percorso che ti ha portato fin qui?
Durante il primo faticoso lock-down per la pandemia Covid, il mio rapporto con l’espressione vocale e la scrittura di testi ha preso consistenza, dapprima in forma di passatempo, successivamente con un approccio più sistematico ed impegnato. In quel periodo, ad accompagnare la mia prima scrittura di brani, è intervenuto un piccolo strumento, un ukulele. Questo oggetto, in una prima fase quasi un giocattolo, ha sostenuto lo sviluppo del mio primo linguaggio musicale e la mia voglia di concretizzare in parole i sentimenti e le emozioni che mi animavano. L’aver incontrato i “Frammenti” mi ha permesso realmente di concretizzare il tutto, di essere accompagnata nel percorso di scoperta del mondo musicale e delle modalità di condivisione e sperimentazione profonda dello stesso. Aver potuto collaborare con loro mi ha formata molto e mi auguro possa continuare a formarmi e permettermi di aprirmi in maniera ancora maggiore alla musica e a nuove possibili collaborazioni.
La tua musica è sincera e reale, arriva all’ascoltatore senza troppi giri: cosa si nasconde dietro questo sound?
Si nasconde la volontà, o forse più che una volontà, il bisogno di scrivermi e raccontarmi in maniera trasparente. Ho trovato nella musica un’isola lontana, nella quale sento di poter respirare con più calma, più a lungo. Nella quale raccontarmi in maniera più profonda rappresenta l’unico modo reale per dialogare con me stessa. Sin da bambina ho vissuto molto intensamente qualsiasi tipo di emozione, che si trattasse della gioia, del dolore, della paura, dell’ammirazione. Ho continuato a farlo e continuerò a dare corpo e voce alla mia interiorità, a quello che sento e che percepisco, elementi con i quali siamo chiamati quotidianamente a scontrarci, a fare i conti. Trovo sia incredibile percepirsi così umani, così fallibili e, alle volte, così deboli e impotenti di fronte a ciò che la nostra stessa persona è stata capace di creare, e trovo sia fondamentale per qualsiasi artista comprendere la complessità e la bellezza della conflittualità che si cela in noi, o, per meglio dire, che troppe volte tentiamo di celare a noi stessi e agli altri. A me la musica ha insegnato a svelarla.
Dopo il tuo primo fortunato singolo “Forse non basta” sei tornata con “Sulla pelle”, entrambe produzioni di Frammenti e MMlab. Cos’altro unisce i due brani?
I due brani nascono in periodi molto diversi della mia vita, raccontano due parti profondamente diverse della mia persona. Sono accomunati dall’essere un “mettersi a nudo” del modo in cui ho vissuto e sento di vivere le emozioni, le situazioni, gli incontri. Raccontano la debolezza di fronte ai propri sentimenti, raccontano di quel senso di incapacità, di incertezza che spesso ci porta a non sentirci abbastanza di fronte agli altri, a faticare ad aprirci, a svelare la nostra interiorità, quello che si cela in noi, che alle volte non siamo neppure in grado di ammettere a noi stessi.
Quindi un filo conduttore che sembra quasi volerci condurre ad un album, possiamo ben sperare?
Si! L’album è in programma e rappresenta concretamente un grande sogno che si avvera. Mi racconterà tanto, rappresenterà un mio sfogo, una liberazione, un lasciar andare il mio passato, un voler guardare al presente con occhi e cuore nuovi, curiosi, spensierati e più leggeri.
E invece, hai in programma anche dei live?
Ho avuto la fortuna di sperimentare l’emozione grande del live per la prima volta quest’estate, suonando a due eventi organizzati da giovani artisti che, come me, volevano far sentire la loro voce. Mercoledì 22 suonerò a Brescia, in un festival di musica indie e sarà sicuramente un’esperienza nuova, di grande crescita e super emozionante.
Cosa stai progettando per il tuo futuro?
Vorrei aprirmi sempre di più, ascoltare, conoscere, sperimentare sempre cose nuove, che mi aiutino a capire la direzione che mi voglio dare nel fare musica. Voglio continuare a ricercare le strategie che mi permettano di lasciare le emozioni su carta, voglio dare parola in maniera sempre nuova ai miei vissuti, ai miei dialoghi interiori, alle mie fragilità.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Di fare e sperimentare. Di scrivere per sentirsi ascoltati e capiti, di avere il coraggio di dare vita ai loro progetti facendosi aiutare, facendosi supportare. È liberatorio, fa sentire così vivi. Spingerei chiunque a provare a farlo, anche solo per una volta.
Teresa Cinquetti for Siloud
Instagram: teresa_cinquetti YouTube: Teresa Cinquetti Credits: MMlab