Leonardo Maltese, in arte Fulcro, è nato a Ravenna e negli anni si è diviso tra Italia ed Inghilterra. Il suo progetto artistico mette insieme varie discipline artistiche: street art, poesia, teatro e musica: si tratta di una ricerca musicale che va oltre il primo stimolo. Il suo ultimo progetto si intitola “Il Mondo Che Cambia”, un disco che cerca di dipingere il periodo che stiamo vivendo.
Nome: Leonardo
Cognome: Maltese
In arte: Fulcro
Età: 23
Città: Ravenna, Roma
Nazionalità: Italiana, Inglese
Brani pubblicati: Io e Gli Altri, Tutto Bene, Ti Scriverei, 2.30 a San Lorenzo
Album pubblicati: Il Mondo Che Cambia, Salmoni EP
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Urban
Piattaforme: Spotify, YouTube, Bandcamp, Amazon Music

Chi c’è dietro Fulcro?
Mi chiamo Leo, sono nato a Ravenna nel 1997, a sedici anni mi sono trasferito in Inghilterra e poi nel 2016 mi sono trasferito a Roma per studiare recitazione. Adesso faccio musica e recito.
Qual è il significato del tuo nome d’arte?
Fulcro nasce all’inizio come progetto collettivo, eravamo in due amici, uno che studiava belle arti e io che studiavo teatro. Abitavamo in una stanza doppia a Tiburtina e ogni sera ci incontravamo per condividere pensieri, poesie, freestyle, strofe, opere d’arte, e questa energia che sentivamo di creare abbiamo decisa di chiamarla “Fulcro”, come se fosse un modo di dire, tipo “Facciamo Fulcro”, oppure “Siamo nel Fulcro”, ovvero quando stiamo facendo arte o in generale creando qualcosa o sentendo qualcosa di forte.
Come è nata la tua passione per la musica e, più in generale, per l’arte?
Diciamo che per buona parte della mia vita ho pensato di voler fare l’attore, infatti ho studiato teatro. Tuttavia, ho anche sempre avuto un grande interesse per la musica trasmessami inizialmente da mio padre, che è un grande appassionato di musica e soprattutto di musica live. Sono stato a molti concerti sin già da piccolo, poi a 15 anni durante un’occupazione del mio liceo ho scoperto il rap, parallelamente ho iniziato a scrivere poesie e successivamente anche canzoni. Durante il secondo anno di accademia mi sono avvicinato al Delollis Underground, uno spazio studentesco vicino l’università con al suo interno uno studio di registrazione, e conoscendo Dost abbiamo iniziato a fare le prime canzoni. Da li in poi ho capito che alla fine avrei cercato di fare sia musica che recitazione, e per ora mi sto divertendo un sacco!
Quali sono le tue maggiori influenze?
Sicuramente parte tutto dal rap. Qualche artista di riferimento americano come Kid Cudi, Mac Miller o altri sono stati molto importanti, ma altrettanti progetti musicali di rap italiano come i Colle Der Fomento, Inoki e altri sono stati fondamentali come influenze.
Diciamo che al momento cerchiamo di tenere l’attitudine del mondo hip hop e anche la scrittura per certi versi resta molto rap, tuttavia il disco è stato composto anche con due musicisti straordinari che sono il pianista Giovanni Agosti e il bassista Giuseppe Romagnoli, e questo ha fatto sì che il lato della composizione si sia articolato molto di più, staccandoci un po’ dal classico “beat” e cercando di fare delle vere e proprie “canzoni”.
Il tuo progetto artistico mette insieme varie discipline artistiche: street art, poesia, teatro e musica. Come riesci a mescolare tematiche così diverse e come definiresti il tuo modo di fare musica?
Al tempo abbiamo iniziato proprio cercando di fare un progetto che mischiasse queste tecniche, poi ci siamo divisi e la persona con la quale abbiamo fatto partire il tutto ha intrapreso un suo percorso artistico totalmente concentrato sulla street-art, che ora è M-Fulcro. Io ho continuato con la musica, ma appunto negli anni abbiamo sperimentato anche su altri fronti, ad esempio il monologo “Scegli Me” che abbiamo portato in giro per vari teatri e contesti d’Italia. Sicuramente il lato grafico resta molto importante, infatti tutto il concept del disco è pensato e realizzato da Timmy O’Tool che è un artista che abita e lavora in Olanda che ha fatto un lavoro eccezionale su quel piano.
Cerchiamo di fare musica che possa in qualche modo essere originale, facendo una ricerca musicale che vada oltre il primo stimolo che ci viene e interrogandoci davvero su cosa vogliamo dire, osservando appunto “Il Mondo Che Cambia”.
A fine maggio hai rilasciato “Il Mondo Che Cambia”, un disco che cerca di dipingere il periodo che stiamo vivendo. Come nasce, come è stato prodotto e qual è il filo conduttore tra le varie tracce?
Il disco è nato dal fatto che stavamo tutti soffrendo le pieghe che stava prendendo la società. Prima su tutte sicuramente la pandemia è stato un duro colpo per molti di noi, ma oltre ad essa c’è sicuramente il riscaldamento globale, la precarietà, la disoccupazione, il fatto che tutta la nostra generazione non ha assolutamente fiducia nel futuro. Tutti questi fattori hanno fatto si che volessimo esprimerci in qualche modo, e la musica ci ha permesso di parlare di determinate cose cercando anche di proporre un contenuto non troppo pesante.
Cosa hai voluto raccontare con questo progetto?
Il fatto che il mondo cambia e spesso lascia qualcuno indietro.
Riusciresti a presentarci le tue produzioni passate, mettendo in luce anche l’evoluzione della tua musica nel tempo?
Siamo partiti facendo due mixtape, nel 2018 e 2019. Il primo si chiamava “Fatto in Casa”, e il secondo “Via di Casa”. Dopodiché abbiamo iniziato a fare musica dove io ero la sola voce cantante. “Salmoni” è stato il nostro primo progetto “ufficiale”, nonostante abbiamo sempre fatto tutto in maniera autoprodotta, poi con l’arrivo del lockdown ho scritto “Ti Scriverei”. L’ho scritta l’8 marzo, il primo giorno di zona rossa in tutt’Italia, durante le proteste nelle carceri. Due mesi dopo è uscita e da li in poi abbiamo iniziato a lavorare per il disco.
Quali progetti hai per il futuro?
Stiamo cercando di fare più concerti possibile, ne abbiamo fatti 3 a Roma ma ne faremo altri. Il 26 agosto siamo a Brescia alla festa di Radio Onda D’Urto e non vediamo l’ora di essere li. Poi continuiamo a fare musica nuova, magari l’anno prossimo uscirà un altro progetto grosso.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Che il Mondo Cambia e siamo noi a poterlo cambiare.
Fulcro for Siloud
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