Lubrid nasce dalla fusione delle due parole “lupo” e “ibrido”. Dietro questo nome c’è un ragazzo che si dedica alla musica per un benessere personale. “Rifugio” è il brano più personale che abbia scritto finora perché racconta uno spaccato di vita nella quale ti chiudi quasi inconsapevolmente e in modo sistematico in un guscio interiore: la tua mente.
Nome: Giuseppe
Cognome: Lupo
In arte: Lubrid
Età: 31
Città: Palermo
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Rifugio
Genere musicale: cantautore
Piattaforme: YouTube, Spotify, iTunes, Amazon Music

Ciao Giuseppe, prima di ogni cosa, parlaci di te!
Ciao a tutti, mi chiamo Giuseppe Lupo (in arte Lubrid), ho 31 anni, vengo da Palermo. Nella vita faccio tante cose, anche lavori che non mi piacciono ma che mi permettono di campare. Ma la cosa che mi gratifica di più, mi fa stare bene e mi carica maggiormente d’entusiasmo ogni giorno è fare musica. O almeno è quello che provo a fare ogni giorno. E poi scrivere e fare musica è proprio una cosa bella.
Lubrid sembra l’unione di diverse parole: come nasce questo pseudonimo?
Sì, è proprio così. La parola “Lubrid” nasce dalla fusione delle due parole “lupo” e “ibrido”. “Lupo” è ovviamente un riferimento al mio cognome ma mi piace molto anche il lupo come animale del quale apprezzo molto l’istintività, caratteristica che sento molto mia a livello caratteriale. Il concetto di “ibrido” mi affascina poi molto perché dà l’idea di quell’essere capace, nel medesimo momento, di adattarsi agevolmente o non adattarsi per nulla ad una determinata situazione, evento o contesto. Mi piace molto questo aspetto contraddittorio insomma.
Se dovessi parlarci del tuo percorso nel mondo della musica, quale sarebbe il momento iniziale?
Beh, con la musica è iniziato tutto un po’ casualmente. Cominciai ad ascoltare i dischi che mi passava mio fratello, così ho scoperto il filone pop-punk: Green Day, Blink-182, Sum 41, ma anche altre band come Limp Bizkit, Muse, Incubus. Insomma tutta musica che mi ha influenzato tantissimo e mi ha portato a decidere di acquistare la mia prima chitarra a 16 anni. La vera consapevolezza di voler diventare un artista l’ho provata quando ho cominciato a scrivere i primi testi. Lì ho capito che sentivo di voler esprimere qualcosa che fosse semplicemente mio.
Sei un chitarrista ma ti diverti anche a scrivere i tuoi pezzi, possiamo definirti un cantautore?
Di base c’è che non amo tanto definirmi in un modo, però sì, fondamentalmente sono le cose che faccio (o cerco di fare): scrivere musica, suonare la chitarra e cantarci sopra. Quindi può starci come accezione. Anche se a dire la verità a livello musicale sono stato più influenzato da generi come Grunge (Nirvana,, Soundgarden, Pearl Jam), Pop-Punk (i gruppi che ho citato prima), Hard-Rock (Ac-Dc), Rock Italiano (Verdena, il Teatro degli Orrori, Ministri) ,più che dal cantautorato stesso che comunque apprezzo e ascolto. Infatti nelle bio preferisco la parola “songwriter”. Che è poi la stessa cosa.
C’è qualche momento, nel tuo percorso musicale, che ha rappresentato per te la svolta?
Nel 2015 ho partecipato con la mia vecchia band, gli Scretch, all’edizione del Meeting del Mare, un importante festival che si tiene in Campania. E’ stata l’ esperienza più bella, sia a livello musicale (abbiamo avuto la possibilità di far parte delle 30 band emergenti che aprivano a big come Verdena e lo Stato Sociale) sia a livello umano perché in quei giorni ho conosciuto tanti musicisti e tante persone davvero squisite, oltre ad una quantità infinita di artisti incredibili. E poi suonare su quel palco enorme mi ha fatto tremare le gambe e mi ha davvero fatto capire che se ero arrivato fin lì dovevo osare, alzare la posta, crescere e cercare di fare sempre il meglio possibile per poter ripetere altre esperienze simili ed arrivare a più orecchie possibili.
Dal 24 settembre è disponibile “Rifugio”, il tuo nuovo singolo. Cosa puoi dirci su questo brano?
Rifugio è il brano più personale che io abbia scritto finora perché racconta uno spaccato di vita nella quale ti chiudi quasi inconsapevolmente e in modo sistematico in un guscio interiore: la tua mente. A tratti la vivi un po’ come il tuo fortino, la tua comfort zone, dove vigono solo i tuoi pensieri, i tuoi stati d’animo, le tue emozioni, le cose che ti fanno più comodo, quelle che ti permettono di non soffrire o semplicemente ti illudono. Dall’altro lato però questo guscio diventa ben presto una prigione interiore, perché senti che mentre contempli e rimugini nella tua realtà inesistente, ti stai perdendo quello che ti accade intorno e non sai come fare. Quindi ben presto nasce l’esigenza di uscire fuori da tutto questo, affrontare la vita, quella vera, senza alcun timore, ritrovando i tuoi stimoli e soprattutto vivendo il presente, che è poi la cosa che ci rende davvero liberi dai pensieri superflui.
Hai un messaggio preciso che volevi lasciare ai tuoi ascoltatori?
Sì. Spero che possiate ascoltare in tanti il mio brano e che possiate trovarlo interessante. Vi ricordo che potete trovarlo su tutti i principali store tra cui Spotify, iTunes, YouTube Music, Amazon Music ecc… Avete l’imbarazzo della scelta insomma, non avete scuse!
Possiamo aspettarci un album che contenga anche “Rifugio”?
Beh, non saprei. Avevo in mente all’inizio di scrivere 40 brani e farne un mega album ma poi ho dovuto drasticamente ridurre le mie aspettative… scherzi a parte, sto lavorando ad alcuni brani che faranno parte di un EP in cui, presumibilmente e quasi sicuramente, ci sarà anche Rifugio.
Altre idee per il futuro?
Attualmente sto provando con la mia nuova band. Siamo un trio, non abbiamo ancora un nome ma abbiamo tanta voglia di fare e stiamo lavorando a della nuova musica. A questo proposito ne approfitto per salutare i miei bandmates (come si dice in inglese) Joey Di Maria e Francesco La Cagnina.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Certo. Continuate a seguire Siloud e soprattutto ascoltate musica, cercatela se necessario perchè non sempre (quella buona) è a portata di mano.
Lubrid for Siloud
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