InTheMusic: Alice Robber, interview

Nella vita di tutti i giorni Alice Robber, alla nascita Alice Pistoia, è senz’altro una persona iperattiva, soprattutto se si parla di musica. Cresciuta tra set e teatri, è sempre stata affascinata dal mondo della musica. Ad un certo punto, però, ha capito di non voler essere spettatrice ma di voler creare qualcosa di suo. Il suo nome d’arte è nato quasi per gioco e si ispira al brano “Robbers” dei “The 1975” . Definisce la sua musica sincera, schietta, inclusiva, in cambiamento e oggi è tornata con il suo nuovo singolo “Addiction“.

Nome: Alice
Cognome: Pistoia
In arte: Alice Robber
Età: 24
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: No Place, Me, 7PM, You Are
Periodo di attività: 2019
Genere musicale: Pop/Dance
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music

Chi è Alice Robber nella vita di tutti i giorni?

Chi sono nella vita di tutti i giorni… direi senz’altro iperattiva, soprattutto nel mio lavoro. Penso tanto, nella mia testa al minuto frullano non so quanti pensieri. Mi auto analizzo molto e cerco sempre un modo per migliorarmi. La cosa fondamentale per me è tenermi sempre attiva e nutrirmi di esperienze. Sono queste che poi mi danno il carburante per scrivere cose nuove! Altra cosa di cui non faccio mai a meno è allenarmi, mi alleno quasi tutti i giorni, con il corpo e con la voce che poi è il mio strumento. Per il resto sono nata a Roma, ho 24 anni e la cosa amo fare di più è fare colazione, non la salto mai, è il mio pasto preferito della giornata!

Come è avvenuto il passaggio da Pistoia a Robber?

Il mio nome d’arte è nato un po’ per gioco, mi ricordo che avevo le mie prime date live ancora prima che facessi uscire la mia musica negli stores e volevo un nome che mi rappresentasse e che suonasse bene, non ho mai voluto chiamarmi con il mio vero cognome.  Mentre facevo varie prove è partita la canzone di una della mia band preferite, ovvero i ‘The 1975’, la canzone si intitola Robbers. Sono tanto legata a questa canzone per il suo significato e mi è sembrato il perfetto connubio sia per come suonava ‘Alice Robber’ che per il significato che gli attribuisco.  

Sei sempre stata circondata dall’arte e dalla musica. Quando hai scoperto questi due mondi e in che modo ti hanno aiutata ad esprimerti?

Sono cresciuta nei teatri, sui set e negli studi televisivi. Mio papà è attore e mia mamma è manager, quindi da quando sono nata sono stata abituata a determinati ambienti e a determinate persone. Mi è sempre piaciuto questo mondo, per quanto folle, mi fa sentire a casa. La mia passione per la musica è nata dal bisogno di esprimermi, proprio come vedevo mio papà fare sul palco. Ho capito che non mi bastava semplicemente vivere, ma dovevo creare, scrivere, tirare fuori determinate cose che non riuscivo a tirare fuori in nessun altro modo. Il primo ricordo che ho legato alla musica e alla sensazione di benessere che mi da risale a quando ero molto piccola e strimpellavo una chitarra giocattolo cantando cose senza senso davanti ai miei genitori e parenti. Non credo ci sia mai stato un momento in cui ho deciso di voler fare l’artista, per me è sempre stato così, non so cosa vuol dire essere altrimenti. L’unica cosa che è cambiata è  la consapevolezza, la consapevolezza di sapere che per fare questo lavoro ci vuole tanto impegno e dedizione.

Da cosa ti lasci ispirare per le tue produzioni?

Per le produzioni delle mie nuove canzoni in particolare mi sono ispirata molto alla musica che ascoltavo da piccola, prettamente Pop e che amavo ballare, quindi Michael Jackson, Kylie Minogue, Nelly Furtado, Madonna, P!nk… Ho preso tanta ispirazione anche da artisti che ultimamente mi stimolano tanto, come Charli XCX, Christine and the Queens, BANKS, Troye Sivan, Dua Lipa, Lorde, The 1975, James Blake, Halsey… potrei continuare all’infinito!

Ci sono tanti artisti a cui mi ispiro, molti dei quali ho appena nominato, per la scrittura invece hanno avuto un forte impatto per me artisti come Lana Del Rey, Keaton Henson, Daughter, Selah Sue, Amy Winehouse e molti altri.

Insomma il mondo dance e quello malinconico sono i miei preferiti.

Siamo curiosi di conoscere di più sul tuo percorso nella musica. Quali sono stati i momenti più significativi fino ad oggi?

Il momento più significativo per ora è stato quello di riuscire a suonare a Londra in vari locali, sogno che avevo da sempre. Altro momento significativo per me è stato quando ho preso la decisione di suonare da sola, cosa che non credo ora continuerò a fare, ma all’inizio è stato un atto di grande coraggio e che non pensavo di poter affrontare.

Come definiresti il tuo modo di fare musica e quali pensi siano gli aggettivi più appropriati e rappresentativi?

Direi sincera, schietta, inclusiva, in cambiamento. Nell’ultimo anno sono cambiate molte cose nel mio modo di approcciarmi alla musica, ora sono in una fase in cui vorrei solo fare festa, divertirmi e ballare insieme alle persone le mie canzoni. Ma anche piangere insieme, perché alla fine i miei testi hanno sempre una vena malinconica, ma è la cosa che più mi piace. Ora come ora descriverei la mia musica una tristezza danzante. C’è un piccolo spoiler in quello che ho appena detto.

“Addiction” è il titolo del tuo ultimo singolo, che parla in realtà di una dipendenza affettiva. Cosa puoi dirci di più?

Scrivere questa canzone per me è stata una vera e propria terapia, mi sono resa conto di quanto sia una persona insicura, alla ricerca costante di affermazioni per sentirmi abbastanza. Esistere solo se gli altri ti vedono. Vivere con questo pensiero e credere che sia la realtà è devastante. Addiction vuole essere un’esortazione proprio a trovare la propria strada, a credere nelle proprie idee, in noi stessi. È un lavoro costante che va fatto ogni giorno.

Come hai lavorato alla produzione di questo brano e in che modo si relaziona con le tue produzioni passate?

Io e i miei produttori abbiamo lavorato in modo molto diverso rispetto alla produzione delle mie canzoni passate, sapevamo in che direzione volevamo andare con Addiction e per tutte le mie nuove canzoni. Volevamo un sound dance e che mi rispecchiasse al 100%. Sono molto felice del risultato e non vedo l’ora di farvi ascoltare tutto quello a cui abbiamo lavorato.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?  

Far uscire il mio primo disco, continuare a scrivere musica nuova, suonare in giro per il mondo, crescere e migliorarmi sempre come artista e come persona.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Ascoltate “Addiction”, credete in voi stessi e portate sempre avanti le vostre idee. Ci vediamo presto!

Alice Robber for Siloud

Instagram: @alicerobber
Facebook: @alicerobbermusic
YouTube: Alice Robber

Credits: Astarte Agency

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