Luca Carocci si è legato alla musica all’età di sei anni suonando la batteria e successivamente la chitarra e il basso. L’ultima sua produzione si intitola “Serenata per chi è nervoso”, un album definito “molto naturale”.
Nome: Luca
Cognome: Carocci
In arte: Luca Carocci
Età: 47
Città: Artena (RM)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Serenata per chi è nervoso, Senza l’amore, Tu mi ricordi l’estate, La parte di me
Album pubblicati: Giovani eroi, Missili e somari, Serenata per chi è nervoso
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music

Chi è Luca Carocci?
Sono un musicista, compositore, vivo ad Artena (RM) e ho 47 anni.
Come mai hai deciso di utilizzare il tuo vero nome anche in arte?
Non mi sembrava naturale ne necessario avere un nome d’arte.
Ci parli della tua passione per la musica, da quando l’hai scoperta a come questa si è evoluta nel tempo?
Ho sempre suonato, una delle poche cose che è talmente naturale che spesso do per scontata. Ho iniziato a 6 anni con la batteria, grande strumento, poi l’amore per la chitarra e il basso.
Quali sono le tue principali influenze artistiche?
Diciamo che il primo amore è stato Jim Morrison, The Doors. Ma contemporaneamente Bob Marley e Marvin Gaye, i Dire Straits di Six Blade knife, ma Ben Harper ha cambiato il mio modo di vivere la musica.
Sei autore, musicista, produttore e compositore: quali sono stati i momenti che più ti hanno segnato fino ad oggi nel settore musicale?
La produzione tra Napoli e Roma del primo disco, prodotto da Claudio Domestico (GNUT), con tanti amici, artisti incredibili e generosi. L’incontro e la produzione artistica di Filippo Gatti, a cui devo molto. L’incontro con Roberto Angelini, che non si è ancora stancato di pubblicare i miei dischi con Fiorirari.
In cosa si caratterizza il tuo stile?
Non riesco a definirmi, lo trovo molto difficile.
“Serenata per chi è nervoso” è il tuo nuovo disco. Ce ne parli?
È un disco molto naturale, ho prodotto i brani e ho suonato quasi tutti gli strumenti, devo dire che mi sono divertito, e che ringrazio gli artisti che collaborando alle registrazioni del disco lo hanno impreziosito con i loro interventi.
Cosa lega le varie tracce del progetto e cosa hai voluto comunicare, in generale?
La bellezza di ognuno di noi, la felicità non come punto di arrivo ma come punto di partenza. Capire che la nostra vita non ha bisogno di essere approvata da qualcuno che non ci conosce.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a cambiare idea e ad andare dove non sono mai stato.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Siate felici!
Luca Carocci for Siloud
Instagram:@luca_carocci Facebook:@Karotchi Credits: Big Time press