LaVia è un autore di canzoni classe 96, nato a Milano, in un contesto fortemente influenzato dalla “street philosophy”, dal culto Hip Hop e dalla musica. Nelle sue produzioni crea, esprime e parla della sua vita. “Monologo”, come anticipa il titolo, è un monologo interiore, racchiude esperienze, sensazioni e pensieri che pesavano dentro di sé e che non sarebbe riuscito a interpretare e tirare fuori senza l’aiuto della musica.
Nome: Matteo Lorenzo
Cognome: Strazzera
In arte: LaVia
Età: 24
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: L’Aviatore, Silenzio, Senza senso, Monologo
Album pubblicati: Monologo
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Trap/Trap soul, RnB, Rap, Indie Pop
Piattaforme: Spotify, Amazon Music, Tidal, Apple Music

Chi c’è dietro LaVia?
LaVia – detto anche Sway o Lawayy – è un autore di canzoni classe 96, nato a Milano e cresciuto tra Cesano Boscone e Corsico (periferia Sud-Ovest) in un contesto fortemente influenzato dalla “street philosophy”, dal culto Hip Hop e dalla musica. Nel 2017 fonda il gruppo artistico indipendente Classenovesei© debuttando ufficialmente nel panorama musicale urban milanese nel 2019. Dopo svariati singoli che gli permettono di farsi notare nella scena musicale locale, nel 2021 firma con Believe e rilascia il suo primo progetto da solista “Monologo” EP.
Quando LaVia si è avvicinato per la prima volta alla musica e quali sono state le prime esperienze?
Sono partito con i quattro amici di sempre (18G , Brandon e G Dope) dall’abitacolo della mia macchina. Registrando i primi pezzi con l’iPhone. Nato per gioco, è diventato essenziale per comunicare le mie emozioni.
Come nasce questo nome d’arte?
Il mio nome è nato un pò per caso, un soprannome dato dai miei amici. Mi chiamavano “la via di Carlito” prendendo ispirazione dal film di Brian De Palma “Carlito’s Way”. Da li hanno iniziato ad abbreviarlo in LaVia. Col tempo ha assunto un significato più poetico e diciamo che me lo sono sentito sempre più mio. Nella vita bisogna sempre seguire la propria via per quanto sia tortuosa e difficile.
Prima di essere solista sei stato anche parte di un gruppo artistico indipendente: quanto ha contato per te?
La mia famiglia, la 96, che lo sarà per sempre, senza i quali non sarei mai riuscito a mettermi in gioco. Stiamo crescendo nella nostra zona, in cui ci sono tantissimi artisti validi con i quali stiamo creando un qualcosa di molto importante. Siamo tutti amici e, sono sicuro che il 2022 sarà un anno pieno di soddisfazione per tutti noi.
Dovessi descriverci la tua musica, come lo faresti?
Autentica e sincera, racconto semplicemente quello che provo, che penso , che vedo e che vivo…just myself, vita vera al 100%. L’Ep è molto personale e introspettivo. Diciamo che ha sonorità tipicamente trap, è un mix tra barre e cantato dalle note malinconiche.
“Monologo” è il tuo nuovo brano. Qual è la storia che racconta?
Monologo è un monologo interiore, racchiude esperienze, sensazioni e pensieri che pesavano dentro di me e che non sarei riuscito a interpretare e tirare fuori senza l’aiuto della musica. Fin da piccolo, ho sempre tenuto dentro tutto quello che non mi andava di raccontare della mia vita, le mie battaglie, le preoccupazioni e tutti quei pensieri alienanti che ti distruggono. Questo modo di comportarsi ti logora l’anima. L’uscita dell’ EP mi ha, in un certo senso, liberato e reso più consapevole di ciò che sono, oltre a comprendere cosa sia per me la musica. Questo disco è uno sfogo interiore dove ogni singolo ascoltatore può trarne il suo significato.
C’è un concept particolare che ti ha ispirato per il pezzo?
Monologo racchiude l’essenza del disco. Il giorno in cui andai in studio a registrare la canzone, la città era vuota come spesso capita d’estate e forse lo ero anche io. Uscito dallo studio con Brandon decisi di girare il videoclip in un deserto. Qualche mese dopo partii per Fuerteventura. Il giorno delle riprese mi sono connesso intimamente con la natura, è stato un discorso tra me e me. Le riprese sono state girate nel parco de las dunas de Corralejo, un lembo del deserto sahariano che si affaccia sull’oceano Atlantico.
Come questa produzione si lega alle tue precedenti?
Penso che alla fine non ci sia un senso, io creo e esprimo, parlo della mia vita e quindi il concept nasce da se, così, spontaneo e spesso a posteriori. Monologo è la parte di me che sentiva di uscire in questo momento. Ho avuto la fortuna di conoscere sull’isola Matteo Leoni e la sua casa di produzione Halfmoon pictures, che mi hanno aiutato ed esprimere al meglio le mie idee e la mia visione e il mio stato emotivo a livello visivo
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Dialogare
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Seguite la vostra via nella vita, sempre, se sai dove vuoi andare, vai, non fermarti! Follow your way
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