InTheMusic: Niven, interview

Vincenzo Pio Senatore ha 19 anni, viene dalla provincia di Salerno ma al momento vive a Bologna. Niven (il suo progetto artistico) e Vincenzo sono due facce della stessa medaglia, sono complementari. Niven alle volte dice cose che Vincenzo non direbbe mai per paura del giudizio altrui. Il suo ultimo pezzo si intitola “Notte fonda”.

Nome: Vincenzo Pio
Cognome: Senatore
In arte: Niven
Età: 19
Città: Cava de’ Tirreni (SA)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Diamanti Grezzi, Odisseo Freestyle, Notte Fonda
Periodo di attività: dal 2019
Genere musicale: Rap
Piattaforme: Spotify, Apple music, Deezer, Tidal, Amazon music, ecc.

Chi è Niven nella vita di tutti i giorni?

Sono un ragazzo di 19 anni, vengo dalla provincia di Salerno, Cava de’ Tirreni, ma al momento vivo a Bologna per studio. Frequento l’Università di Bologna, facoltà di Scienze politiche, sociali e internazionali e faccio su e giù per l’Italia principalmente perché ho il mio mini-team di fiducia nella mia città, quindi quando devo preparare i progetti vari, scendo a casa.

Come hai scelto il tuo nome d’arte e qual è il suo significato?

Un giorno io e il mio producer, Fabrizio (in arte Lowlift), parlavamo del fatto che mi servisse un nome d’arte e che sarebbe dovuto essere diverso dagli altri o perlomeno ‘particolare’. Per questo motivo ho iniziato a giocare con le iniziali del mio nome creando dei piccoli anagrammi, aggiungendo parole (una delle opzioni era “Mr. Niv”) per poi finire con lo scegliere “Niven” (si legge “Naiven”). I motivi di questa scelta sono due (o almeno i principali): innanzitutto mi piaceva come suonava, il mio orecchio lo percepiva come un suono particolare, in secondo luogo con la nascita del mio nome d’arte ho creato anche il mio alter ego. Niven alle volte dice cose che Vincenzo non direbbe mai per paura del giudizio altrui. Niven e Vincenzo sono due facce della stessa medaglia, sono complementari.

Quando hai scoperto la tua passione per la musica e cosa ti tiene legato ad essa?

Non ricordo bene di preciso quando la scintilla per la musica si sia accesa nella mia vita, quello che ricordo però è che sin da piccolo, alle elementari, quando mi veniva chiesto “cosa vuoi fare da grande?” io rispondevo “il cantante-attore”. Quello dell’arte è un mondo che mi è sempre piaciuto e se dovessi scegliere dei ricordi legati alla musica, direi il vecchio stereo dell’auto di mio padre da cui venivano riprodotti sia dischi di cantautorato italiano , sia pezzi neomelodici di Nino D’Angelo. Altri due ricordi legati alla musica sono le serie tv che guardavo da bambino in cui c’erano questi ragazzini che formavano delle band (ho capito crescendo che non è così facile) o che in generale cantavano e il ricordo di me stesso, alle elementari che provavo a scrivere testi rap (non so perché il rap, è stato probabilmente lui a scegliere me e non viceversa; mi è sempre uscito naturale scrivere in quella modalità ancor prima di scoprire il rap che ai tempi era definito “underground” e quindi non passava in radio), ovviamente con scarsi e imbarazzanti risultati.

Parlaci ora dei tuoi ascolti e di come questi influenzano le tue produzioni!

Ascolto principalmente e quotidianamente rap italiano, di tanto in tanto il rap americano/inglese e quello francese. Sono molto legato al rap italiano, probabilmente perché facendo il rapper e quindi di conseguenza essendo scrittore, mi piace capire a primo impatto quello che gli artisti dicono. Il mio producer è più legato alla musica americana rispetto a me e questo ci permette di creare un connubio perfetto tra melodie e testo e di restare sempre aggiornati sulle novità sia in Italia che all’estero.

I miei artisti rap preferiti sono sicuramente Marracash, Gue’, Emis Killa, Jake la furia. Ho un debole per la penna di Ernia (lo reputo fortissimo), Geolier, Massimo Pericolo, ma mi piacciono anche artisti più eccentrici come Rosa Chemical (di cui adoro l’attitudine). Ne avrei molti altri ma l’elenco sarebbe infinito.

Per quanto riguarda il cantautorato italiano, l’ho sempre ascoltato in maniera passiva, perciò potrei dire di essere fan di un po’ di tutto. Mi è sempre piaciuto ma non sono mai andato a scavare attivamente nelle carriere degli artisti, mi sono sempre lasciato trasportare dall’onda per così dire.

Poco tempo fa sono andato in fissa con dei cantanti francesi come Barbara Pravi e Gael Faye in particolare “Balade Brasilienne” e altri.

Il tuo è un progetto artistico che ingloba anche altre persone, che ti supportano e che ti aiutano. Come nasce l’idea di Niven e in che modo ci lavorate su?

Il team è formato da tre persone: ci sono io che rappo, c’è Lowlift che fa le produzioni e c’è Gabriele, il nostro fotografo e videomaker di fiducia che si occupa di creare il materiale visual, quindi foto, video, anteprime, ecc. (di base cerchiamo di elaborarle insieme le idee) e poi chiamiamo le persone che ci servono all’evenienza (es. grafico).

Il progetto nasce dal fatto che mi serviva un produttore perché volevo provare a fare musica e parlando con un amico, tramite passaparola sono arrivato a Fabrizio, il mio attuale produttore.

Quali sono gli aspetti che definiscono meglio la tua musica?

Cerco di esprimere le mie emozioni, ciò che provo e che penso nella musica che faccio, passo da canzoni conscious a canzoni d’amore ad esercizi di stile, critica sociale o pezzi fatti per divertirmi. Di base cerco di essere un artista completo, il mio obiettivo è quello di riuscire a parlare di tutto. Le mie caratteristiche di sicuro sono la tecnica, il flow e credo la mia penna. Ricerco sempre un significato in ciò che scrivo, mi piace partire da un qualcosa di sensato e trovarci le rime e non viceversa.

Quali sono le tue produzioni più recenti e come nascono?

Il mio ultimo pezzo è “Notte fonda”, uscito il 26 novembre, e credo sia il mio pezzo più completo e meglio riuscito. “Notte fonda” è un pezzo conscious che parla di tante cose, di turbe mie personali, d’amore, di amicizie, e nasce dalla necessità di esprimere alcune cose che normalmente non si dicono al primo che passa. Io e il mio producer Lowlift abbiamo lavorato sui suoni e sul testo cercando di far amalgamare il tutto nel miglior modo possibile e mettendoci tutto noi stessi, Nyo, poi, ha dato un contributo fondamentale al sound con la sua voce nel ritornello.

In che modo si è evoluta la tua musica nel tempo e su quali aspetti stai ancora lavorando?

Sicuramente nel tempo ciò che è migliorato di più è il mio modo di scrivere i testi, la mia penna e anche la velocità con cui li scrivo (a differenza dei primi testi che richiedevano molto più tempo e più tentativi). Al momento sto lavorando ancora sul cantato e su come sfruttare la mia voce con strumenti quali l’autotune.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Per il futuro ho un bel po’ di singoli in cantiere, devo solo terminarli. In più vorrei concentrarmi sulla crescita social perché che piaccia o no l’idea, ad oggi sono sempre più fondamentali. Sicuramente prima o poi farò un album o un EP, ma credo che i tempi non siano ancora maturi.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Anche se oggi la nostra realtà è piena di artisti, spero riusciate a trovare un po’ di tempo per dare una possibilità alle cose che faccio. Trovate un sacco di remix sul mio profilo Instagram e dei contenuti inediti su Spotify e su tutti i digital stores. Vi auguro di riuscire a vivere di ciò che amate fare. Un saluto, Niven.

Niven for Siloud

Instagram: @sononiven
YouTube: Niven Official

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