InTheMusic: International Washing Machines, interview

Il nome “International Washing Machines” nasce da un post-serata in compagnia del suo migliore amico, volendo cercare un nome che fosse una metafora della circolarità della vita di ogni essere umano; così arrivarono alla conclusione che il tutto somigliasse all’andamento di una lavatrice. Il senso della sua musica è quello di creare un’atmosfera dove l’ascoltatore può rifugiarsi e può ritrovarsi. L’ultimo singolo si intitola “LFS

Nome: Matteo          
Cognome: Scansani
In arte: International Washing Machines
Età: 22
Città: Offagna (AN)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Dedica, False ipotesi, LFS
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Alternative Rock, Pop, Psichedelico
Piattaforme: Spotify, Apple Music, YouTube, Deezer, ecc. 

Chi si cela dietro International Washing Machines?

Sono Matteo, vengo da Offagna, un paesino in provincia di Ancona, ho 22 anni e per adesso studio Lettere Moderne a Macerata e lavoro come cameriere.

Qual è il significato del tuo nome d’arte?

Il nome “International Washing Machines” nasce da un post-serata in compagnia del mio migliore amico. Il progetto era agli inizi e confidai che dovevo trovargli un nome, un nome che fosse una metafora della circolarità della vita di ogni essere umano. Non ricordo bene come, ma arrivammo alla conclusione che il tutto somigliasse all’andamento di una lavatrice, e il mio amico iniziò a dire “It’s a washing machine?!”, rifacendosi ad una vecchia pubblicità dell’Heineken. Iniziammo a ridere, prendendo tutto poco sul serio, viste anche le condizioni. Tornato a casa mi resi conto che il nome che cercavo tanto per il progetto era proprio tra quei discorsi e quelle risate, pensai: alla fine siamo veramente tutti un po’ delle lavatrici, iniziamo un percorso da un punto per poi finirlo e ritrovarci allo stesso punto di partenza, disegnando un cerchio. Ma quello che c’è dentro questo cerchio cambia. Per questo siamo un po’ come delle lavatrici internazionali, un prodotto figlio un po’ anche della pigrizia e del consumismo. Ad essere onesti, in italiano suonava malissimo, mentre in inglese, International Washing Machines, andava decisamente meglio.

Il tuo sound ci sembra già molto maturo ma siamo certi che il tuo percorso nella musica comincia da più lontano: quando ti sei avvicinato a questo mondo per la prima volta?

In realtà mi sono avvicinato al mondo della musica relativamente tardi: la prima volta che imbracciai una chitarra avevo 14 anni, poi abbandonai il tutto per riprenderla a 16. L’oggetto in questione è una chitarra acustica rimediata da qualcuno che voleva buttarla, letteralmente con l’archetto avvitato con un avvitatore. Poi ho iniziato a buttare giù qualcosa di mio verso i 18 anni, ma ancora prendevo la musica più come hobby che come cosa seria. Il cambiamento è avvenuto durante il primo lockdown: ho capito che quello che voglio fare nella vita è l’artista, per quanto sinuosa sia la strada. Vedremo come andrà a finire

Ritornando proprio sul tuo sound, quali sono le tue influenze principali?

Le mie influenze principali vengono dal post punk, il new wave, l’alternative e lo psichedelico. Non nego di avere anche influenze pop, il che rende il tutto un grandissimo meltinpot. Gli artisti che mi hanno ispirato di più durante il mio percorso sono sicuramente i Nirvana, i C.S.I. (anche prima come C.C.C.P.), Vasco Brondi con il suo progetto “Le luci della centrale elettrica”, Iosonouncane, i Metronomy, i Sonic Youth, Tame Impala e molti altri ancora (la lista sarebbe veramente lunga).

E qual è il senso della tua musica?

Il senso della mia musica è quello di creare un’atmosfera dove l’ascoltatore può rifugiarsi e può ritrovarsi. Accompagnare più persone possibili nei propri viaggi interiori e nell’affrontare questi tempi contemporanei confusi. Quello che faccio è una lotta contro il menefreghismo, contro la superficialità di pensiero e azione.

Sei tornato con un nuovo singolo “LFS”. Come nasce?

 “LFS” nasce circa due anni fa, mentre per l’ennesima volta ascoltavo un gruppo di persone parlare male di qualcuno che neanche conoscevano e in un periodo dove anche io venivo descritto (spesso anche in maniera negativa) dettagliatamente da persone con cui a volte neanche avevo parlato. Questo singolo nasce quindi dalla voglia di far riflettere prima di tirare le proprie conclusioni, di insegnare ad immedesimarsi nell’altro e cambiare punto di vista.

E cosa volevi raccontare?

Nel brano si raccontano le storie di tre ragazzi (non realmente esistiti) che per motivi diversi sono accomunati dalla stessa fine: il suicidio. Per quanto le storie siano inventate, si basano su fatti che spesso ci circondano e si sentono raccontare. È un modo per affrontare un argomento che viene generalmente preso sottogamba.

Possiamo sperare in un album in cui siamo compreso “LFS”?  

Direi proprio di sì! Il primo EP che dovrà uscire conterrà questo singolo insieme a “false ipotesi” e il prossimo che dovrà uscire. 

Cosa hai in programma per il futuro?

Per adesso nel futuro immediato è in programma l’uscita dell’EP “di Rivolta”, ma nel mentre sto lavorando a nuovi brani da proporre subito dopo. Poi il futuro è sempre un’incognita, quindi bisogna lavorare bene sul presente.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Gli direi di andarsi ad ascoltare “LFS” e magari anche gli altri singoli e di seguirmi se interessati al progetto!

International Washing Machines for Siloud

Instagram: @internationalwashingmachines
Facebook: @intwasmac
YouTube: International Washing Machines

Credits: Conza Press

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