Chiazzetta è un personaggio liberamente ispirato a Gabriele, però Gabriele negli ultimi 20 anni ha fatto solo Chiazzetta. Distinguerli è sempre un po’ difficile. Si definisce un punk-autore, proprio perché è nato mezzo punk e mezzo cantautore. “Basta”, il suo nuovo singolo, è l’inizio della fine, il primo singolo dell’ultimo album, un concept di 40 canzoni che conclude le avventure di Chiazzetta.
Nome: Gabriele
Cognome: Graziani
In arte: Chiazzetta
Città: Latina
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: La trama, Whisky e rischi, Non voglio crescere, Un’altra notte, Monogamia
Album pubblicati: Almeno la metà, Quello che mancava, Sonni tranquilli, Le ho fatte fuori, Sto fermo, Provo i sentimenti, I Mostri, L'imbarazzo della scelta, Non Voglio crescere
Periodo di attività: dal 1998
Genere musicale: Pop Punk, Cantautorato
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music

Chi c’è dietro Chiazzetta?
Chiazzetta è un personaggio liberamente ispirato a Gabriele, però Gabriele negli ultimi 20 anni ha fatto solo Chiazzetta. Distinguerli è sempre un po’ difficile.
A cosa si ispira questo tuo nome d’arte?
Il nome è uscito fuori molto a caso, avevo 15 anni e avevo una macchia di colla sui pantaloni, vi giuro che era colla ma i miei amici pensavano fosse altro e da qui iniziarono a chiamarmi così, solo quella sera però, altrimenti avrei smesso di essergli amico. Anni dopo suonavo in un gruppo Punk e mi serviva un nome che evocasse qualcosa di sporco e quindi l’ho ripescato. Quando mi sono ritrovato a fare il solista l’ho mantenuto senza particolare convinzione ma in un secondo momento ci ho costruito una mitologia sopra: Chiazzetta è la sfiga, è quello che viene messo in un angolo ma poi nell’angolo incomincia a trovarsi bene, è quello che non trova il suo posto e gira il mondo alla ricerca del suo pezzo mancante, quello che combatte coi mostri che tutti abbiamo. Insomma, Chiazzetta non sono solo io, non dico che lo siamo tutti ma siamo in molti.
Quando ti sei appassionato alla musica e quando hai voluto farla diventare un qualcosa in più?
C’era una ragazza che mi piaceva e sapeva suonare la chitarra alle superiori, ho chiesto a mio zio di insegnarmi quattro accordi per avere un argomento per poter parlare con lei. Con quei quattro accordi non solo ho scoperto subito che potevo suonare la maggior parte dei grandi successi mondiali, ma ho iniziato a scrivere subito canzoni, già da quando ero piccolo volevo fare qualcosa che mi raccontasse, dovevo solo capire come. Con la ragazza ovviamente andò malissimo ma da quella e altre disavventure nacque Chiazzetta, che gradualmente è iniziata a diventare una cosa seria. Io stesso non ricordo come sono passato dal cantare a casa o nelle giornate creative a farlo come mestiere.
Quali sono i tuoi ascolti che più ti influenzano?
Io ho iniziato con l’idea di mischiare il Pop Punk alla musica d’autore italiana, quella vera, quella anni ‘70. Diciamo che quella è la linea che ho mantenuto da quando ho iniziato a scrivere canzoni poi dentro ci sono finite un sacco di altre cose random, perché il punk è anche fare quello che ti pare. Il Rap anche negli anni è diventato sempre più presente perché mi piace molto giocare con i suoni delle parole. Se devo dire un po’ di nomi, nel mio ultimo disco c’è un po’ di Battisti, di Battiato, di Gino Paoli ma anche la dance anni 90 e Billie Eilish.
Dici di essere riuscito nell’impresa di farti pagare per parlare delle cose che riguardano la tua vita. Insomma, quali sono stati i momenti più importanti del tuo percorso nel settore che ti hanno portato a questo risultato?
In realtà è una maniera simpatica per dire che, anche se non ho raggiunto il grande pubblico e fatto tanti soldi, posso dire di fare quello che mi piace. È una sensazione molto bella che spesso provo mentre sto andando ad un concerto, magari è una giornata storta e la mia vita è piena di problemi però mi dico: “Aho, stasera sali sul palco, bevi gratis, ti danno anche i soldi per parlare di te e per sfogarti, non ti lamentare”. In passato ho provato ad entrare nel meccanismo, non so se me ne sono andato prima io o se non mi hanno voluto, ma sicuramente è un mondo troppo caotico per me, un mondo che tende a cambiarti, spesso anche inutilmente. Quando mi sono accorto che iniziavo a non riconoscermi più mi sono autoesiliato, come Yoda, sono tornato in provincia e ho scritto un sacco di canzoni e mi sono ritrovato. In un secondo momento ho trovato la maniera di proporre la mia musica in giro, inventandomi uno spettacolo nuovo tra cantautorato, cassa della batteria e quasi stand up comedy, adatto per il palco gigante, per il localetto come per il teatro. Questo nuovo corso mi ha portato a fare almeno un concerto in ogni regione d’Italia (Mancano solo Trentino, valle d’Aosta e ovviamente Molise). Insomma, una dimensione più artigianale direi ma dove posso dire di avere il controllo su tutto e soprattutto la serenità.
Come definiresti il tuo modo di fare musica?
Da quando ho cominciato che uso come definizione punk-autore, proprio perché sono nato mezzo punk e mezzo cantautore.
“Basta” è il titolo del tuo nuovo singolo. Come nasce, come è stato prodotto e cosa rappresenta per te e per il tuo progetto artistico?
È l’inizio della fine, il primo singolo dell’ultimo album, un concept di 40 canzoni che conclude le avventure di Chiazzetta. Scusate se parlo in terza persona, ma la storia è questa: Chiazzetta ormai vecchio, stanco e pieno di rimpianti per come è andata la sua vita, torna indietro nel tempo (grazie a un piatto di tortellini formaggio e pere) con l’intento di cambiare la trama. Una volta tornato nel passato però fa gli stessi errori, ripristinando la linea temporale originale. Questa però è un’occasione per rivivere tutte le sue avventure e per trovarvi un nuovo senso e alla fine farsene una ragione. Diciamo che “Basta” può essere considerato un Trailer di tutto il disco, soprattutto nel finale “Ora io mi piaccio e basta, quindi mi basta vivere”
In che modo questo brano si relaziona con le tue produzioni passate?
Sicuramente dal punto di vista musicale è un bel concentrato, in 3 minuti e mezzo ci sono quasi tutte le sfumature musicali che ho avuto in 20 anni, una bella follia. Roberto Cola, il mio produttore storico, è stato davvero fondamentale ad aiutarmi a rendere reale quello che avevo in testa.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ora sono concentrato sulla fine della serie di Chiazzetta, non so cosa succederà dopo a Gabriele ma è una bella sensazione non saperlo.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Se state leggendo in questo momento siete brave persone perché è bello che siete curiosi di sapere cosa succede a me o ad altri eroi ed eroine che fanno la musica in Italia. Fatevi un applauso, uno però, un battito di mani secco, forza! Dico davvero, vi vedo eh!
Chiazzetta for Siloud
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