Giulio Colucci, in arte Kid Vice, nella vita di tutti i giorni non è niente di più di quello che è nelle sue canzoni. Vive a Torino, è del 2002 e pubblica musica da quando aveva 16 anni. Si sente vivo e presente sempre e, di conseguenza, tenta di tradurre tutto questo in musica. “gusto,,paranoia!” è il suo nuovo singolo, che racconta della tossicità che la via e l’amore possono portare.
Nome: Giulio
Cognome: Colucci
In arte: Kid Vice
Età: 19
Città: Torino
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: sai che…, gusto,, paranoia!
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Sperimentale, Trap, Pop-punk
Piattaforme: Spotify, YouTube, Amazon Music, Apple Music

Chi è Kid Vice nella vita di tutti i giorni?
Niente di più di quello che è nelle canzoni. Sono Giulio Colucci, vivo a Torino e sono classe 2002. Pubblico musica da quando ho 16 anni, anche se iniziavo a scrivere i miei primi testi più o meno da quando ne avevo la metà
Giulio Colucci e Kid Vice: cosa hanno in comune questi due nomi?
In realtà uno è l’estensione dell’altro. Il mio nome d’arte è solo una descrizione molto oggettiva di quello che sono: “Kid”, perché sono davvero giovane, “Vice” perché sono sempre stato estremamente vizioso e le persone tendono a farmelo notare.
Ti sei avvicinato alla musica grazie al pianoforte. Come si è evoluto poi il tuo rapporto con questo mondo?
Ho suonato, poi ho smesso, poi ho cambiato modo di suonare. Ora sono qui, che suono ancora ma domani magari smetto di nuovo.
Sei cresciuto in un ambiente dalle mille contaminazioni artistiche: quali sono state quelle fondamentali per definire i tuoi gusti musicali?
Sia la mia musica sia la mia estetica si plasmano su ciò che ascolto, però quello che ascolto cambia davvero spesso. Dipende davvero da quando uno mi fa questa domanda.
Parlaci ora del tuo progetto artistico. In cosa si definiscono i tuoi tratti principali?
Io mi sento vivo e presente in ogni momento del mio percorso. Mi sento vivo e presente, sempre. Di conseguenza, tento di tradurre tutto questo in musica.
“gusto,,paranoia!” è il tuo nuovo singolo, che racconta della tossicità che la via e l’amore possono portare. Come nasce?
É un pezzo emo-trap-sperimentale. É la descrizione della nostalgia di afferrare qualcosa e nel momento stesso saperla inaccessibile.
Come hai lavorato al sound di questo brano e in che modo è legato alle tue precedenti uscite?
“Mi sento fortunato, prima di tutto perché ho un’armonica”. Ecco un po’ mi rivedo in questa frase, perché mi sento fortunato ad avere qualcuno che sappia suonarla al posto mio, l’armonica, metaforicamente dico. La prima volta che ho ascoltato la produzione di Jack mi ha spiazzato: era assolutamente fuori. È riuscito a creare un mood malinconico e introspettivo, dando spazio alla sperimentazione
Perché hai deciso di soffermarti su questa tematica con questo brano?
Mi toccava personalmente, ci tenevo a dire vaff*****o a qualche brutta abitudine del passato ma sono più il tipo da farlo su una bella strumentale.
Quali programmi hai per il futuro?
Materiale ce n’è. Da farsi prendere dalla paralisi. Per il tempo si vedrà.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Consumatemi.
Kid Vice for Siloud
Instagram: @giovanevice
YouTube: KidVice
Credits: RKH studio