InTheMusic: TheBigOne, interview

Nicola Bigoni, in arte TBO che sta per TheBigOne, è un 21enne che si dedica alla musica a tempo pieno. Non si tratta solo di una passione, oggi Nicola lavora con e per la musica. Il suo percorso è nato dal nulla e da dopo l’iscrizione al conservatorio è stato un crescendo. Il suo ultimo progetto discografico si intitola “Panettiere dell’anima“, un disco in cui TBO ha deciso di raccontarsi e di farlo nel modo più vero possibile!

Nome: Nicola
Cognome: Bigoni
In arte:  TBO-TheBigOne
Età: 21
Città: Ardesio (Bergamo)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Proemio, Panettiere dell'anima, Ritorno ad Itaca
Album pubblicati: In Principio, Panettiere dell'anima
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Pop, Indie, Pop-Rock, Cantautorato
Piattaforme: Spotify, Youtube, Tidal, Apple Music etc.

Chi è TheBigOne nella vita di tutti i giorni?

Mi chiamo Nicola Bigoni, abito ad Ardesio, un paese di montagna in provincia di Bergamo, ho 21 anni, studio informatica musicale presso l’Università degli studi di Milano e in questo momento specifico sto facendo l’insegnante supplente di musica in una scuola media.

Come sei passato da Nicola a TheBigOne?

Tutto nasce dall’assonanza col mio cognome (Bigoni) e il fatto che i miei amici mi chiamano “Big” da sempre, si aggiunge poi il contributo di un professore di scuola superiore che ha coniato “The Big One” in riferimento al nome con cui i californiani si riferiscono al terremoto che li potrebbe colpire nella faglia di Sant’Andrea.

Ti sei avvicinato alla musica da piccolissimo, a soli 7 anni. Come si è evoluto da allora il tuo percorso nel settore musicale?

Inizialmente non ci davo troppo peso, suonavo il sax nella banda e l’organo a messa, poi a 15/16 anni ho iniziato a scrivere per gioco e non ho mai smesso; circa un anno dopo mi sono iscritto in conservatorio e  da quel momento è sempre stato un “crescendo”.

Hai una preparazione classica, ma è ovvio che i tuoi ascolti siano molto più vari. Quali sono i tuoi principali riferimenti artistici?

 Ascolto musica molto varia e adoro molti generi, quindi è difficile identificare accuratamente, sicuramente il cantautorato il pop-rock italiano sono sempre stati un ispirazione, insieme al pop-punk di metà anni 2000, anche se spesso “rubo” elementi da cose più lontane come il blues o la musica barocca.

Il tuo attuale approccio alla musica è fatto di tante sonorità differenti. Come sei riuscito a definire il tuo sound e in cosa si caratterizza?

Cerco semplicemente di creare quello che mi piace, penso che ogni canzone abbia un “anima” e ha bisogno di trovare il suo posto, per questo capita che nello stesso album si trovino un brano ricco di sintetizzatori e drum machine come Proemio, al contempo di un arrangiamento per orchestra sinfonica come Ho Imparato, ogni canzone cerca cose diverse, e io cerco di dargliele.

Il tuo ultimo EP si intitola “Panetterie dell’anima” e pone il focus sulla riflessione della figura del musicista. Come nasce?

Il concetto nasce durante un discorso e mi è piaciuto così tanto che ho deciso di mantenerlo, l’ispirazione viene dalla cultura classica greco-latina, e si rispecchia nell’invocazione della musa (proemio) e di alcuni esempi o metafore (Ritorno ad Itaca). Mi piace raccontare quello che faccio, e l’ho fatto facendolo (scusate il gioco di parole), non penso ci sia modo migliore di spiegare un musicista che attraverso la musica stessa.

Come hai lavorato al sound di questo progetto e qual è il filo conduttore tra le varie tracce?

L’idea principale era di avere qualcosa di “organico”, ovvero che venisse dalle persone (altrimenti come puoi raccontare dei musicisti) così ho optato il più possibile per perfomance suonate a scapito della comodità e a volte della pulizia del suono. Sono le piccole imperfezioni (una stonatura, un respiro, un rumore) che rendono viva una canzone e la riempiono di storie. È stato fantastico poter lavorare con quasi 30 musicisti diversi, tra una canzone e l’altra, e vedere il loro apporto al risultato finale.

Perché hai deciso di soffermarti sulla figura del musicista e cosa rappresenta questa tematica per te?

Da sempre sono stato circondato da musicisti, in banda, in conservatorio, col mio gruppo live, in orchestra; e mi sono sempre chiesto cosa motiva me e queste altre persone a studiare, provare, spendere soldi tempo e fatica per preparare concerti, dischi, così ho colto l’occasione.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

In primavera arriverà la seconda parte di questo “viaggio” con un altro Ep, oltre a quello sto riprendendo le prove col mio gruppo per prepare il nostro mini-tour estivo. Suonare dal vivo è una delle cose che mi porta più gioia e non vedo l’ora di ricominciare.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Siamo circondati da musicisti e artisti che non aspettano altro che essere ascoltati, e ognuno di loro ha una storia da raccontare. A noi ascoltare non costa niente, quindi facciamolo, non è una questione di visualizzazioni su YouTube o riproduzioni su Spotify, queste persone hanno voglia di raccontarvi qualcosa e ci mettono l’anima.

TheBigOne for Siloud

Instagram: @nicola_tbo
YouTube: TBO

Credits: Asux Records

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