Esdì è Enrico, un ragazzo di 30 anni, che nella vita ha una società che si chiama “Promu” e che si occupa di produzione discografica, management e organizzazione di grandi eventi legati al mondo della musica. Esdì ha iniziato a psicoanalizzare Enrico al compiere dei 30 anni, smascherando le sue delusioni e le sue paure più grandi. Il suo ultimo album si intitola “30 Inverni”.
Nome: Enrico
Cognome: Loprevite
In arte: Esdì
Età: 30 anni
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Per Vedervi Sorridere, Vorrei, Senza Zucchero, Un po' con te, Underground Killa, Cultura, Coscienza pulita, Puzzle
Album pubblicati: Per Vedervi Sorridere, Bianca, L'amore Vince Sempre, 30 Inverni
Periodo di attività: Dal 2008
Genere musicale: Rap, Hip Hop
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, TimMusic, YouTube

Chi è Esdì al di fuori della musica?
Esdì è Enrico, un ragazzo di 30 anni, che nella vita ha una società che si chiama “Promu” e che si occupa di produzione discografica, management e organizzazione di grandi eventi legati al mondo della musica classica, jazz e contemporanea. Vivo a Roma nel quartiere dove sono nato e cresciuto e nonostante tutti i nonostante penso di stare abbastanza bene.
C’è una storia dietro il tuo nome d’arte?
Esdì nasce dall’acronimo SD. Con un mio vecchio amico giocavamo a sorteggiare due lettere e a scrivere dei testi composti da frasi che iniziavano sempre con quelle due lettere che ci erano capitate. Un giorno uscirono la S e la D e scrissi il mio primo testo! Da allora mi chiamarono SD, che americanizzato è diventato Esdì. Il testo se non ricordo male era “Sono il Dubbio che mette fine alle vostre certezze / Senza quel Diamante che brilla nelle vostre capezze” una roba del genere, avevo 14 anni.
Quando ti sei appassionato alla musica e quando hai deciso di renderla un lavoro oltre che una passione?
Nel ’98/99 mio padre mi regalò un walkman con il disco “Nessuno” degli Articolo 31. Da quel giorno venni rapito da quel modo di comunicare. Crescendo ne ho capito il reale valore e iniziai a frequentare gente con i miei stessi gusti. Nel periodo 2013-2018 la musica rap era la mia attività principale. In seguito, però, ho preferito non renderla il mio unico lavoro, anche perché non ero arrivato ai livelli di alcuni miei amici e colleghi e non mi sentivo più di appartenere a determinate dinamiche. Quindi, ho sempre continuato a lavorare nella musica, aprendomi ad altri generi e conservando l’hip hop, che è la mia passione più grande, come valvola di sfogo, il mio modo creativo di parlare al mondo.
Sei un rapper, ma hai legami anche con il mondo della musica classica, jazz e contemporanea. Quali sono, quindi, i generi musicali che più ti influenzano?
Tutto ciò che è interessante mi influenza: posso trovare degli spunti in un brano jazz, come in un brano molto commerciale. Iniziando a lavorare nel mondo della classica, in particolare, quello che mi ha veramente ispirato è il concetto di immortalità: se pensi che orchestre ed ensemble eseguono opere che appartengono anche a secoli fa e ogni volta che lo fanno riescono a riportare quella stessa solennità, capisci quanto la musica possa lasciare un segno nella storia, a prescindere dagli elementi frivoli che oggi annacquano le conversazioni: quante visualizzazioni hai fatto? Quanti follower hai? Ecc.. Questo mi ha fatto realizzare nel profondo quanto sia più importante seguire la propria esigenza artistica rispetto ai trend del momento.
Quali sono i caratteri principali del progetto Esdì e in che modo riporti i tuoi ascolti nelle tue produzioni?
Esdì è l’alter ego che psicoanalizza Enrico. Mi ispiro molto alla vita vera, alle storie delle persone che mi circondano. Quando vado a costruire il sound mi piace lavorare a stretto contatto con i producer: prima di fare un beat voglio confrontarmi sui nostri gusti e ascoltiamo parecchia musica insieme. Non c’è una formula precisa. Nasce tutto dal dialogo, dalle sensazioni del momento, è tutto molto empatico.
“30 inverni” è il tuo nuovo progetto discografico, una centrifuga di riflessioni esistenziali nelle quali ti riguardi allo specchio. Come nasce?
Anche questo album nasce esattamente come ho descritto nella domanda precedente: Esdì ha iniziato a psicoanalizzare Enrico al compiere dei 30 anni, smascherando le sue delusioni e le sue paure più grandi. Con Whitenoise28, che ha prodotto l’intero disco, abbiamo ascoltato tantissima musica, fatto tantissimi esperimenti e intere sessioni a parlare di vita, film, libri, prima di metterci a comporre. Ogni nostra chiacchierata la rivivo in ogni beat.
Nello specifico, di cosa parli nell’album e perché hai deciso di trrattare un tema così personale?
Ho iniziato a scrivere il disco nel 2019, a 28 anni. Nei testi ripercorro la mia storia allo scadere dell’adolescenza, analizzo il “me” che diventa adulto, parlando di argomenti personali che non avevo mai trattato, come ad esempio i miei grossi disturbi d’ansia. Nasce tutto da una mia esigenza artistica, una mia voglia di esprimermi, di fare della musica che rimanga nel tempo, a prescindere da quanto venga ascoltata oggi.
Come hai lavorato alla produzione di “30 inverni” e in che modo si relaziona con le tue produzioni passate?
Le mie produzioni passate erano molto più “hip hop”. Producevo con tutta la crew intorno: tanti artisti e quindi tante influenze. “30 inverni” l’ho prodotto solo con Whitenoise28 in estrema confidenza. Quindi, ho fatto ciò che veramente piaceva solo a me, senza condizionamenti esterni. Questo è il mio disco più intimo e viscerale.
Quali programmi hai per il futuro?
Parlando di futuro prossimo, a breve uscirà il disco del violoncellista Simone De Sena al quale ho collaborato come rapper, autore e co-producer. Nel frattempo sto ragionando a come portare “30 inverni” sul palco: mi piacerebbe fare uno spettacolo diverso rispetto al solito live rap.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Grazie per avermi dedicato del tempo. Vi consiglio di tornare ad ascoltare i dischi, oltre che le playlist. I dischi sono come dei romanzi che possono regalare degli stimoli incredibili. Vi abbraccio!
Solo Pietro for Siloud
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