InTheMusic: Matteo Ferrari, interview

Classe ’87, nato a Trento, diviso tra Trento, Bologna e Regno Unito. Matteo Ferrari è un artista teatrale e un cantante: la recitazione lo aiuta a riflettere molto sulla parola e sulla sua importanza, la musica eleva la parola. “Maramao” è il suo ultimissimo disco, un progetto con il quale ha reinterpretato 14 celebri canzoni italiane degli anni ’30 e ’40.

Nome: Matteo
Cognome: Ferrari
In arte: Matteo Ferrari
Età: 34
Città: Borgo Valsugana (Trento)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Ma l’amore no, What Do I Need with Love?, If I Loved You
Album pubblicati: Maramao
Periodo di attività: dal 2011
Genere musicale: Musical
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music

Classe ’87, nato a Trento, diviso tra Trento, Bologna e Regno Unito: cos’altro non conosciamo di te Matteo?

Diverse cose, spero! Sono molto riservato e amo la lentezza, per esempio.

Decidi di restare Matteo Ferrari anche in arte, perché questa scelta piuttosto che uno pseudonimo?

Perché il mio nome e il mio cognome mi piacciono, definiscono le mie origini.

Ti sei laureato alla Bernstein School of Musical Theater di Bologna e hai anche seguito un corso alla Guildforn School of Acting nel Regno Unito, ma quando ti sei appassionato alla musica?

Penso abbia a che fare anche con la genetica. Il mio bisnonno per diletto faceva l’attore e il cantante di operette, si è esibito nel Teatro Sociale di Borgo Valsugana, dove sono cresciuto e dove vivo. Io mi sono appassionato alla musica fin da bambino. Ho iniziato frequentando la scuola di musica del mio paese, poi il coro del liceo e dopo la BSMT.

Sei un artista teatrale e un cantante. Come queste due passioni si intrecciano e influenzano il tuo stile musicale?

Una disciplina completa l’altra. La recitazione mi aiuta a riflettere molto sulla parola e sulla sua importanza. La musica eleva la parola. Ecco perché considero il teatro musicale un connubio arti molto potente.

Sapresti, invece, definire il tuo sound?

Credo che spetti ad altri descriverlo. Io non ci ho mai riflettuto, cerco di essere sempre onesto e spontaneo in scena.

“Maramao” è il tuo ultimissimo disco, un progetto con il quale hai reinterpretato 14 celebri canzoni italiane degli anni ’30 e ’40. Com’è nata l’idea di un progetto tanto ambizioso?

Si tratta del mio album d’esordio. È nato da un concerto, voce e pianoforte, intitolato “Maramao, canzoni tra le guerre” che ha debuttato prima della pandemia, il 25 gennaio 2020. Ho sempre ascoltato con interesse e canticchiato le musiche di compositori come D’Anzi, Bixio, Innocenzi, Consiglio. Ho ho approfondito il repertorio e ho notato diversi collegamenti con Gershwin, Berlin, Kern… compositori che amo profondamente.

Tra tutti i brani, ce n’è uno a cui ti senti particolarmente legato?

Vado a periodi. I venti di guerra di queste settimane mi fanno riflettere quando canto brani come Lili Marlen o brani che parlano di distacco forzato. Se si presta attenzione, sono testi senza tempo.

Il 25 gennaio 2020 hai portato per la prima volta questo spettacolo sul palco. Ci sono altre date in programma?

Certamente. Sabato 5 marzo sarò al Teatro parrocchiale di Canal San Bovo (Trento), sabato 12 marzo al Teatro Comunale di Pergine Valsugana e sabato 8 aprile al Teatro Goldoni di Bagnoli di Sopra (Padova).

Cosa progetti per il futuro?

Spero di continuare il tour di “Maramao, canzoni tra le guerre”.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Ci vediamo a teatro!

Matteo Ferrari for Siloud

Instagram: @matteoferrariac
Facebook: @matteoferrariac
YouTube: Matteo Ferrari
Apple Music: Matteo Ferrari

Credits foto: Giuseppe Gradella
Credits: Marta Scaccabarozzi

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