InTheMusic: NIQUE, interview

NIQUE è la penna di Nicola Pio Ferrara, che spesso non è nemmeno lui a controllare. Nella vita di tutti i giorni è ed è stato un sacco di cose diverse. Ci sono solo due momenti in cui scrive: quando sente l’urgenza di tirare fuori qualcosa dal petto per poterlo guardare da fuori e quando sente un beat che lo fa volare. “2006” è il titolo del suo primo singolo ufficiale, che parla di un gioco di sguardi tra due innamorati.

Nome: Nicola Pio
Cognome: Ferrara
In arte: NIQUE
Età: 26
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: 2006
Periodo di attività: dal 2019
Genere musicale: Pop, Rap
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, ecc.

Chi è NIQUE nella vita di tutti i giorni?

NIQUE è la mia penna, che spesso non sono nemmeno io a controllare. “Chi sono io?”. Eh, bella domanda. Ti direi che sono e sono stato un sacco di cose diverse: un bambino ansioso, uno str****tto, un bravo figlio, un ottimo studente, un ragazzo perso, un aspirante imprenditore, un sognatore… Ecco, magari non so ancora chi sono ma sono sicuro di quello che voglio essere: LIBERO!

Da cosa fuori il tuo nome d’arte?

Il mio primo nome d’arte è stato “Nicola’s Cage” che rispecchia perfettamente il disagio che provavo ai tempi. Pensa che non riuscivo a dire a nessuno che facevo musica. Poi un giorno ho detto: “FAN***O!”. E quando ho scoperto, grazie a un pezzo di Nekfeu, che “nique” – che si legge “nik” – in francese significa “fan***o” (n.d.r. sono nato a Parigi), ho pensato che fosse un segno.

Parlaci del tuo percorso nella musica. Come ha avuto inizio il tuo percorso nel settore musicale?

Devo tutto alla mia famiglia. Sono cresciuto nell’arte. I miei genitori sono napoletani e questo spiega già molte cose. Mio padre a 20 anni aveva un programma radio – il “Francaccio Sound” – e mia madre, quando eravamo a Parigi, mi portava ogni giorno in un museo diverso. Ho ‘mangiato’ pane, Pino Daniele e pittura per anni. Per il rap devo ringraziare i miei due fratelli: Biagio per “Mr. Simpatia” e Simone per “Gemitaiz”.

Da cosa ti lasci ispirare per le tue produzioni?

Cerco di non ispirarmi a niente a livello musicale. Sicuramente ho delle influenze rap e R&B, ma ci sono solo due momenti in cui scrivo: quando devo tirare fuori qualcosa dal petto per poterlo guardare dall’esterno e quando sento un beat che mi fa volare. “2006” l’ho scritta durante un viaggio in macchina mentre sentivo la base nello stereo. È stato magico. Saltavo da seduto!

Autotune e melodie si uniscono nei tuoi brani, creando un’atmosfera calda. Come definiresti il tuo stile musicale?

Qualche tempo fa mi sono fatto questa stessa domanda e mi sono risposto inventando un nuovo genere (non ho controllato se qualcun altro ne abbia già i diritti!): il “trap-autorato”. Carino, no?! Credo che mi definisca perché la mia musica è un buon punto di incontro tra melodia, testo e metrica. “Trap” perché ho anche un po’ di roba cruda pronta a uscire dopo questo disco. Sarà divertente.

“2006” è il titolo del tuo primo singolo ufficiale, che parla di un gioco di sguardi tra due innamorati. Come nasce?

“2006” è la traccia di apertura di un disco di 12 pezzi che uscirà a settembre. C’è da dire che però è l’ultimo brano che ho scritto in ordine cronologico. In quel periodo avevo appena chiuso un paio di situazioni molto complicate. Ero in un momento di svolta nella mia vita e “2006” è stato come un punto. L’attimo esatto in cui ho lasciato il male alle spalle e ho ricominciato a sperare. Come quando incontri la persona giusta.

Come hai lavorato alla produzione di questo brano e come hai ricercato il sound che lo caratterizza?

È stato un colpo di fulmine. Giorgio (@little.8347) per la produzione di questo disco mi avrà mandato 200 beat. Appena ho sentito le prime note di “2006” ho iniziato a saltare! Mi riportava un po’ a quell’atmosfera “Forever Young” di Alphaville (e di Jay-Z) e ho capito subito che era la canzone perfetta per chiudere il disco. Anzi, per iniziarlo.

Ti sei fatto conoscere principalmente durante la quarantena, con un’iniziativa che ti ha accompagnato durante tutto quel periodo. Ti andrebbe di dirci di più?

Durante la quarantena ho capito molte cose su di me. Una su tutte che scrivere e cantare mi fanno stare bene. Mi aiutano a tenere fuori dalla porta tutto il male che ho intorno. E infatti è stato proprio così. Pubblicavo un freestyle ogni tre giorni e praticamente non mi accorgevo che i giorni passavano. Posso dire tranquillamente che il “rap mi ha salvato più volte dallo squilibrio mentale”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Per il futuro prossimo: pubblicare un singolo al mese fino all’uscita del disco a settembre. Per il futuro-futuro: non avere rimpianti.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Fate sempre quello che vi piace. E, se vi piace, condividete “2006”.

Nique for Siloud

Instagram: @nique.xyz
Facebook: @NIQUE.xyz
YouTube: NIQUE

Credits foto: Maik Turilja

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