Michela Frungillo è una ragazza di ventuno anni nata e cresciuta a Napoli, attualmente laureanda alla triennale di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti del capoluogo campano. Nasce solo come pittrice, ma da un po’ di tempo ha come la sensazione che la pittura non le basti più. Arte e social potrebbero sembrare due mondi molto distanti, lei invece li usa uno al servizio dell’altro e viceversa. Michela ha anche messo in atto un progetto, “Spazio a parte”, che vuole dare voce a tutti i giovani artisti stufi.
Nome: Michela
Cognome: Frungillo
Età: 21
Città: Napoli
Nazionalità: Italiana
Piattaforme: TikTok, Instagram, Facebook

Ciao Michela, è un piacere conoscerti e aver modo di scoprire qualcosa in più su di te e la tua arte. Parlaci di te!
Il piacere è tutto mio! Sono una ragazza di ventuno anni nata e cresciuta a Napoli. Ho conseguito il diploma al Liceo Artistico Statale di Napoli e attualmente sono laureanda alla triennale di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti del luogo. Mi piacerebbe completare gli studi in Arte Terapia.
In poche parole potrei definirmi una ragazza semplice e costantemente ispirata, caratteristica che mi ha messo spesso di fronte alla realtà…” Quando avrai la possibilità darai sfogo a tutte le tue idee”.
Quando ti sei avvicinata all’arte e perché?
Non c’è mai stato un vero e proprio ‘inizio’ del mio interesse verso la pratica artistica. Mia madre spesso mi ha raccontato che all’asilo non uscivo di casa per andare a scuola se prima non facevo un disegno. É una pulsione che ho da sempre, non amo parlare perché ho sempre avuto la sensazione di non essere realmente ascoltata (o forse sono io a non sapermi spiegare), quindi quando ho notato che i miei lavori funzionavano e producevano reazioni non ho voluto fare altro.
Tra tutte le espressioni artistiche a cui ti dedichi, quale preferisci?
In realtà nasco solo come pittrice, non ho mai davvero lasciato la pittura per fare altro prima del secondo anno di Accademia. Ma, da un po’ di tempo, ho come la sensazione che la pittura non mi basti più, desidero di più perché so che potrei dire di più se avessi altri mezzi a disposizione. Mi piacerebbe potermi dedicare all’arte relazionale non appena il fattore economico me lo permetterà, per ora studio e approfondisco questa pratica perché mi piacerebbe creare degli spazi di interazione dove la gente agisce col tatto sui miei lavori e non solo con la vista.
Arte e social potrebbero sembrare due mondi molto distanti, tu invece usi uno al servizio dell’altro e viceversa. Come ti relazioni con il mondo virtuale?
Questo argomento, il legame “arte e social”, mi sta tormentando negli ultimi tempi. Trovo che il digitale, i social, possano essere utili laddove ne viene fatto un uso consapevole volto a un risvolto futuro nella vita REALE. Spesso, a dir la verità, mi annoia restare nel digitale, avere la responsabilità del “devo pubblicare altrimenti si dimenticano di me”. Io pubblico quando ho qualcosa di nutriente da dire al mondo. Ho sempre cercato, nonostante la mia indole introversa, di sfruttare i social per crescere e condividere la mia arte ma allo stesso tempo di non renderlo fonte di stress e dipendenza. Per ora ci sto riuscendo!
Hai messo in atto anche un progetto, “Spazio a parte”, che vuole dare voce a tutti i giovani artisti stufi. Come nasce e qual è l’idea di base?
“Spazio a parte” è nato meno di un mese fa dopo aver letto “L’arte fuori di sé” di Paolo Rosa e Andrea Balzola e come un’idea per la tesi di laurea (siccome parlo dell’artista nell’era post-tecnologica). Volevo dimostrare a me stessa e ai docenti che si può ancora costruire qualcosa di sensato, costruttivo, semplice e ampio in ambito artistico creando un luogo di dialogo fra artisti o amanti dell’arte, di sviluppo collettivo di idee, di conoscenza e collaborazione. Stare da sola non m basta più e spero che questo luogo possa far conoscere fra loro tanti artisti per poter un giorno creare delle mostre o delle belle cose insieme!
Dovessi dare un nome al tuo stile artistico, quale sarebbe?
Nome? Non potrei… non al momento. Sono così dentro alla fase di evoluzione ed elaborazione sia tecnica sia formale che definirmi non farebbe altro che complicare il processo. Sto cercando di sviluppare qualcosa di mio e per farlo, in questa fase di “tutto, esistente e non, deve essere provato”, devo assolutamente evitare di dare una definizione a ciò che faccio.
C’è tra tutte, una corrente artistica che ha influenzato prepotentemente il tuo modo di fare arte?
La fase più complessa artisticamente la sto affrontando nell’ultimo anno. È dall’estate scorsa che ho iniziato a cercare altro e prima di questo periodo amavo l’impressionismo e tutta l’arte successiva mossa dal desiderio di discostarsi dai canoni e dagli obblighi accademici, sociali e religiosi e dar libera espressione all’interiorità. Oggi, ciò che mi ha spinto ad andare oltre sono state alcune letture sull’arte contemporanea e l’osservazione con occhi più ‘formati’ e adulti del mondo che mi circonda.
Cosa rappresenta per te l’arte in generale?
L’arte è IL MODO per spiegare la realtà attuale, per uscire dall’astrazione del mondo che ci circonda e dargli una realtà fisica e sensibile laddove i sensi sono così sovraccarichi da divenire desensibilizzati. Soprattutto nella realtà odierna, piena di stimoli, distrazioni e alienamento, l’arte può fungere da vero e proprio anticorpo. L’arte spiega il mondo e il mondo spiega l’arte, credo non ci sia nulla di più puro se fatta con consapevolezza e volontà di arricchire le menti e il pianeta.
Cosa programmi per il futuro?
Come detto, sono una persona molto semplice e anche un po’ romantica. Spero di poter avere la vita che desidero con la persona che amo, di poter avere una famiglia tutta mia e al contempo di poter aprire una mia piccola scuola d’arte fuori Napoli ma sempre in Italia (arte in generale, libera espressione) dove poter praticare anche arte terapia coi bambini (ah sì, anche la pedagogia mi appassiona e la approfondirò) e poter ampliare in uno spazio fisico Spazio a parte così da poter sviluppare belle cose con altri artisti! Nulla di più… troppo?
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Sì, una cosa che auguro sempre ai ragazzini che mi chiedono consigli sul percorso da fare e che mi confidano le loro paure perché su TikTok mi vedono “sicura”. Cercate sempre il coraggio di rendere tutti gli anni di vita che avete qualcosa di soddisfacente per voi stessi e qualcosa di bello da lasciare al mondo perché, fidatevi, il tempo passa e anche con dieci lauree ci sarà sempre qualcuno pronto a dirottarvi e a sminuire i vostri sogni.
Michela Frungillo for Siloud
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