InTheMusic: Giovane Giovane, interview

Giovane Giovane è uno che pensa molto alla musica, è un po’ un pensiero costante, quello di buttare giù cose. Si è avvicinato alla musica sin da subito, in casa dei suoi genitori la si ascoltava, mai in maniera ossessiva, ma sempre costante. “I figli degli altri” è il titolo del suo ultimo album.

Nome: Paolo
Cognome: Arzilli
In arte: Giovane Giovane
Città: Rosignano Solvay
Nazionalità: Francese
Brani pubblicati: Cattedrali, Quello che vuoi, Tuoni, Gioielli, Qualcosa di buono, Luigi
Album pubblicati: I figli degli altri, Jugoslavija
Periodo di attività: 2019
Genere musicale: Pop, Cantautorato
Piattaforme: Spotify Apple Music Amazon Music Youtube etc

Chi è Giovane Giovane nella vita di tutti i giorni?

Un mio amico una volta mi ha detto: Giovane e Giovane e te non siete la stessa persona, devi distrarti. Questo perché sono uno che pensa molto alla musica, è un po’ pensiero costante, quello di buttare giù cose. In realtà le cose da cui vorrei distrarmi sono tutte le altre, vorrei solo pensare a scrivere cose. Invece ho un lavoro, una vita a Roma, dove vivo da solo, e cose ordinarie.

Quando Paolo è diventato Giovane Giovane?

Avrei scelto un altro nome, inizialmente. Avevo pensato a qualcosa che contenesse la parola “Green”, a un certo punto mi venne “Green Days” e mi dissi “oh, hai trovato il nome giusto forse”, ma poi ho collegato. Poi ho ipotizzato solo a “Giovane” ma mi sapeva di puttanata indie, tipo “il Pagante”, e allora ho raddoppiato.

Come ti sei avvicinato alla musica e cosa, da sempre, cerchi di comunicare a chi ti ascolta?

In casa dei miei si ascoltava musica, mai in maniera ossessiva ma sempre costante. Mia mamma quando ero piccolo amava Venditti, lo ascoltavamo molto, mio padre ha sempre avuto passione per classica e Opera – ha pure fatto un po’ di direttore di coro in situazioni locali – mio fratello ha vissuto tutta la fase CCCP e CSI, insomma tutti ascoltavano. Studiato chitarra classica un anno, odiavo la parte teorica e ho mollato presto.

Ci sono degli artisti da cui ti lasci ispirare particolarmente?

Non so se sono ispirazioni, immagino qualcosa rimanga. Ascolto veramente un sacco di classica e un sacco di colonne sonore, soprattutto compositori italiani intorno ai ’60. Un sacco di Frank Ocean, un sacco di dischi tra pop e cantautorato appena escono. Pochissima italiana contemporanea, ma ogni tanto capita.

Sei a metà strada tra il cantautorato tradizionale e quello più pop. Come hai lavorato su uno stile e un sound che ti rispecchiasse al meglio?

Ho lavorato prima di tutto sulla scrittura, cercando di eliminare un po’ di componente troppo classica italiana, quel tipo di pop molto nostro che a un certo punto volevo un attimo limare. Sul suono è stato un confronto continuo con Valerio Bulla, che ha prodotto il disco. Lui sentendo i pezzi aveva idee precise di come dovessero uscire, siamo sempre stati molto allineati su questo aspetto.

“I figli degli altri” è il titolo del tuo ultimo album, che nasce da una serie di idee ben precise. Cosa puoi dirci di più?

L’idea era molto semplice: fare un disco di canzoni belle. Non fighe, non cool, non modaiole, nessun riempitivo, niente che non ci convincesse appieno, ma cercare proprio di ragionare canzone per canzone. È bella e piace a noi, la teniamo, altrimenti andiamo avanti – e infatti siamo andati avanti un po’ di volte.

Come è avvenuta la produzione di questo progetto e qual è il filo conduttore tra le varie tracce?

Io e Valerio avevamo fatto uscire un pezzo a nome mio nel 2020, si chiama Milioni, ed è anche nel disco. Da lì, abbiamo deciso di continuare insieme e lavorare su tutto l’album, è stato un percorso naturale. I fili conduttori sono un po’: alcuni temi ricorrenti, un mood che secondo noi il disco mantiene da inizio alla fine, pur nelle sue variazioni.

C’è un brano a cui tieni particolarmente?

Mi piace molto Gioielli, e mi piace molto I figli degli altri.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Trovare date live, suonare in giro. Vediamo che succede, se succede. 

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Sì, a proposito di date live: il 29 aprile presentiamo il disco a Roma, venite.

Giovane Giovane for Siloud

Instagram:@giovanegiov

Credits: Foresta Promotion

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