Simone De Sena è un violoncellista di 31 anni che vive a Lucca e che si occupa di musica per il 95% della sua giornata e per il restante 5% dorme e segue l’amore più grande della sua vita, la Lazio. Il suo progetto ha come obiettivo quello di ampliare il mercato della musica classica e di avvicinare più persone possibili al suo mondo, musicale e non. Il suo nuovo disco si intitola “Cronache del dono e della maledizione” ed unisce musica, poesia, letteratura ed ispirazioni cinematografiche.
Nome: Simone Cognome: De Sena In arte: Simone De Sena Età: 31 Città: Lucca Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: La Follia 2.0, Nuovi Schiavi, Kiev, The Cellist of Sarajevo Album pubblicati: Cronache del dono e della maledizione Periodo di attività: dal 2009 Genere musicale: Musica classica Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, YouTube, Tidal, Deezer

Chi è Simone De Sena nella vita di tutti i giorni?
Simone è un violoncellista di 31 anni che vive a Lucca e che si occupa di musica per il 95% della sua giornata e per il restante 5% dorme e segue l’amore più grande della sua vita, la Lazio. È anche un professore di Liceo e da 4 anni insegna musica da camera a Pistoia, in Toscana.
Come mai hai scelto di mantenere il tuo nome anche per il tuo progetto artistico?
Penso che il nome d’arte sia più una cosa da rapper e io per adesso la rima più sensata che ho provato è scrivere è stata sole/parole. Se mai mi dovessi in futuro cimentare in questa arte, probabilmente mi farei chiamare “Essediesse” o semplicemente “SDS”. Anche “Young Boccherini” non è male, o forse “Lil Popper”. Ci penserò!
Come ti sei avvicinato al mondo della musica e come si è evoluto il tuo percorso nel settore?
Mio papà è da più di 30 anni la prima tromba dell’Orchestra della Toscana, è stato lui quindi a farmi conoscere il mondo della musica classica. Da ragazzino ero molto ribelle, amavo tutt’altro, dalla rap music al mondo ultras del basket e del calcio. Il Conservatorio era l’ultimo dei miei pensieri, poi un giorno, a circa 16-17 anni, ascoltai il violoncellista Enrico Dindo suonare le variazioni di Tchaikovsky per violoncello e Orchestra e rimasi estasiato.
Ho studiato al conservatorio di Firenze con il Maestro Nannoni e ho sempre seguito fin da piccolo i consigli del Maestro Geminiani, seguendolo in tutta Italia. Poi ho seguito molte Masterclass all’estero, da Vienna a Lipsia.
Da cosa ti lasci ispirare per le tue produzioni?
Io amo la musica antica e cerco sempre di rubare segreti ai musicisti che approfondiscono il lato filologico delle esecuzioni. Dal violoncellista Queyras e la Freiburger Barockorchester, MusicAeterna e Currentzis, Giardino Armonico e Antonini. Da appassionato invece di Rap Music i miei artisti preferiti al momento sono i giovani romani Mostro e Leon Faun, che secondo me avranno molto da dare alla scena, poi amo Salmo, Nitro e ovviamente i Senior come Fibra, Gue e Ensi.
Il tuo progetto ha come obiettivo quello di ampliare il mercato della musica classica. In che modo stai perseguendo questo scopo e, soprattutto, in che modo cerchi di definire una tua propria identità artistica?
Non ho la presunzione di passare alla storia come un rivoluzionario della musica, ma ho solamente l’intento di avvicinare più persone possibili al mio mondo, musicale e non. Questo mio primo disco è il frutto delle mie passioni musicali e ho voluto mettere in risalto il contrasto tra varie forme di arte, invitando appunto a collaborare con me Esdì, Lebby J e WhiteNoise che sono tra gli artisti della scena romana underground hip hop che più apprezzo.
Mi piacerebbe in futuro registrare un mio album con all’interno esclusivamente collaborazioni con artisti facenti parte del Rap Game (magari quelli che citavo nella domanda precedente!) per sperimentare ulteriori sonorità, ma il mondo è in costante evoluzione e io lo seguo di pari passo, quindi non sappiamo dove potrebbe sfociare questo mio esperimento, magari in tutt’altro.
Il tuo nuovo disco si intitola “Cronache del dono e della maledizione” ed unisce musica, poesia, letteratura ed ispirazioni cinematografiche. Come nasce?
Il mio album nasce dall’idea di proporre un progetto discografico che rispecchi la società nella quale viviamo, i suoni che ascoltiamo e i personaggi che incontriamo. Mi piace definire questo disco un’opera metropolitana perché racchiude tutto questo, secondo me.
In questo progetto hai messo insieme diversi stili musicali. Come hai lavorato al sound della produzione?
Io mi sono occupato e concentrato sulla parte che riguarda le musiche per violoncello solo: prima ho registrato quelle, successivamente gli artisti con un background più urban del mio hanno creato la loro parte. Prendendo ad esempio la “Follia 2.0”, prima ho registrato le variazioni per violoncello solo, poi il tutto è passato nelle mani del producer Whitenoise e dei rappers che hanno contaminato la traccia con le rime e l’elettronica.
L’ultima traccia dell’album invece è l’emblema dell’esperimento sonoro che ho voluto registrare e ho lavorato sulla riproduzione del beat di Kanye West, trasformando il tutto da elettronico ad acustico e riproducendo uno per uno tutto i suoni della base, con il mio violoncello. Poi Esdì ha aggiunto il testo, ovviamente inerente alla storia che ascolterete nel cd.
Qual è il filo conduttore tra le varie tracce?
Il filo conduttore di questo album è rappresentato dai monologhi che si alternano con le tracce. La storia è stata ideata e recitata dal rapper Esdì che mi ha prestato la sua voce. Ogni monologo nasce dalla storia stessa che racchiude ogni brano, è il frutto di una grande ricerca che ho fatto in questi anni, mi sono fatto spiegare e ho avuto l’opportunità di parlare con la maggior parte degli autori che trovate nel cd.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare il percorso che ho iniziato con questo progetto collaborando con vari artisti con un background diverso dal mio. Continuare a migliorarmi tutti i giorni e girare il mondo con il mio strumento!
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ascoltate il mio cd, che tra poco uscirà anche nella versione fisica! E forza Lazio.
Simone De Sena for Siloud
Instagram: @simonedesena_cellist
Facebook: @simonedesena11
Credits foto: Marco Borrelli
Credits: Promu – All For Music