InTheMusic: Boccanegra, interview

Boccanegra piace viaggiare, leggere, fare esercizio e cercare; insomma esplorare un po’ le possibilità che gli capitano per le mani. Il fatto che tutti i pezzi siano stati scritti a partire dalla chitarra ha avuto un’influenza importante sulla definizione del suo genere musicale. “Boccanegra” è il tutolo del suo nuovo album, nato in un periodo difficile della sua vita in cui ha deciso di ritagliarsi degli spazi per sé stesso.

Nome: Marco
Cognome: Buccellato
In arte: Boccanegra
Età: 24
Città: Genova
Nazionalità: Italia
Brani pubblicati: Landau, Gorilla, La luce è spenta, Zucchero candito, Bouxwiller
Album pubblicati: Boccanegra
Periodo di attività: dal 2013
Genere musicale: Cantautorato
Piattaforme: Spotify, YouTube, iTunes, Deezer, Tidal, Soundcloud

Chi è Landau quando non fa musica?

Chi è Boccanegra, Landau sicuramente faceva il fisico! Ma forse anche io faccio il fisico al di fuori della musica, almeno provo. Sono uno studente magistrale all’università di Bologna, ma legato a Genova e al mare. Mi piace viaggiare, leggere e fare esercizio, insomma esplorare un po’ le possibilità che mi capitano per le mani. Mi piace cercare. 

Quando il tuo nome si è trasformato in Boccanegra e qual è il suo significato?

Il nome Boccanegra era il quello della mia band del liceo: Simon Boccanegra è stato il primo doge di Genova e noi avevamo la sala prove proprio in via Boccanegra. Solo dopo abbiamo capito che il Boccanegra della via non c’entrava con Simon, ma ormai ci piaceva e l’abbiamo tenuto. Quando il gruppo si è sciolto gli altri membri mi hanno permesso di tenerlo come nome solista.

Ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo e della musica da molto piccolo. Quali sono i tuoi primi ricordi e come tutto si è evoluto in necessità artistica?

I miei primi ricordi sono associati addirittura all’asilo, quando in una rappresentazione di pinocchio ballavo a mo’ di burattino Get up stand up di Bob Marley. Ho sempre vissuto il palco come un gioco, ancora adesso è ciò che mi ci lega. Per quanto riguarda la musica, oltre che ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, devo tutto a Marco Galvagno, il mio maestro, che mi ha tenuto viva la passione anche nei momenti di sconforto della prima adolescenza (ho iniziato a suonare la chitarra a nove anni).

Quali sono i generi che più ti influenzano?

Fino all’uscita del disco ho sempre avuto come riferimento la musica brit: fan sfegatato degli Arctic Monkeys da quando ho nove anni, oltre che di Mumford and Sons, Metronomy. Conoscere i produttori (Nicola Sannino e Filippo Cuomo) ha cambiato un po’ le cose, mi hanno aperto a musica rnb e grandi classici che non avevo preso in considerazione. Il trasferimento a Bologna ha rappresentato lo step successivo.

Tra le tante attività in ambito musicale c’è anche lo studio al conservatorio. Come definiresti il tuo stile attuale e quali sono stati gli eventi che più ti hanno aiutato a definirlo?

Sicuramente il fatto che tutti i pezzi siano stati scritti a partire dalla chitarra ha avuto un’influenza importante sulla definizione del genere, che ha una base cantautoriale “classica”. Insieme a questo, mi influenza tanto quello che leggo e la letteratura in generale. 

“Boccanegra” è il titolo del tuo ultimo album, prodotto di un lavoro di osservazione durato più di un anno e mezzo. Come nasce?

Era un periodo difficile della mia vita in cui ho deciso di ritagliarmi degli spazi per me stesso all’interno dei quali passavo ore a osservare la quotidianità ordinaria muoversi intorno a me: una vicina che parla dal balcone, una signora che passa con un sacchetto, la luce che inizia a ingiallirsi al tramonto. Ho visto tanta ricchezza in questa semplicità apparentemente così banale e ho provato a tradurla in musica.

Cosa accomuna le varie tracce, in termini di testo e di sound?

L’album è un concept: parte dalla notte fonda, attraversa la giornata e finisce nella notte fonda attraverso tableux differenti l’uno dall’altro. Ogni canzone è una storia a sé stante e ha una sua luce e i personaggi ne sono influenzati. Il sole nasce piano brilla, scende e scompare: i protagonisti non ci pensano, ma questo è ciò che guida i loro pensieri.

La focus track dell’album è “Landau”, in brano in cui viene evocata una successione di immagini apparentemente scollate l’una dall’altra. Perché questo brano è così importante all’interno del disco?

Perché è quello che per me è il più fresco: ha sonorità pop, ma c’è anche la sperimentazione. Inoltre è il più recente, per cui ho pensato che potesse essere la focus track.

Quali progetti hai per il futuro?

Devo ancora capire dove mi trovo, ho inciso il disco prima della pandemia ed è stato un periodo surreale prima che uscisse. Per ora me lo godo e lo porto in giro, poi ci pensiamo.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Amate la musica e scommetteteci prima che qualcuno la inscatoli per voi. Abbiate fiducia nelle proposte e siate intransigenti nel valutarle: in questo modo la musica diventa scambio e ci rende speciali.

Boccanegra for Siloud

Instagram: @boccanegra__
Facebook: @boccanegram
YouTube: Boccanegra

Credits: Pressacom

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