I LAMECCA nella vita di tutti i giorni sono cinque ragazz* che vivono in cinque posti diversi della periferia campana barcamenandosi tra lavoro, passioni personali, frustrazioni e insicurezze dettate dalla vita di provincia e un po’ di desideri che provano quotidianamente a coltivare. Mescolano l’attitudine punk ad una vena più introspettiva di post rock ed emo, ma la loro caratteristica principale è la mancanza di regole. Il loro album di debutto si intitola “Ragazzina”.
Band: LAMECCA Componenti: Rossella De Napoli, Alfonso Palumbo, Alfonso Roscigno, Vincenzo Longobardi, Gianluca Timoteo Età: 28, 31, 38, 32, 40 Città: Salerno, Benevento Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Ginger, Cactus, Melissa Album pubblicati: Ragazzina Periodo di attività: dal 2019 Genere musicale: Emo, Punk, Indie-rock, Post-rock Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, Tidal, Bandcamp, ecc…

Chi sono i LAMECCA nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni siamo cinque ragazz* che vivono in cinque posti diversi della periferia campana barcamenandosi tra lavoro, passioni personali, frustrazioni e insicurezze dettate dalla vita di provincia e un po’ di desideri che proviamo quotidianamente a coltivare.
Il vostro nome d’arte è molto immediato. A cosa si riferisce e in che modo vi rappresenta?
LAMECCA è per noi un luogo mistico e immaginifico, è dove si incontrano i nostri sogni e le nostre ambizioni, è dove trasferiamo tutti noi stessi sui nostri strumenti ed è l’unico posto in cui ci sentiamo davvero liberi.
LAMECCA è il punto d’incontro delle intenzioni e delle influenze musicali di cinque personalità. Come vi siete conosciuti e quando vi siete uniti in una band?
La scintilla è scoccata quando il nostro bassista Alfonso P conobbe Rossella in una serata a casa di amici comuni a giocare a Lupus in Tabula. Fu colpito dalla sua personalità e creatività, poi vennero fuori anche gusti musicali comuni e qualche pezzo abbozzato. Provò così a contattare alcuni amici musicisti e da lì è stato tutto un crescendo. I brani del disco d’esordio sono stati composti in quattro, ma ben presto l’esigenza di una seconda chitarra ci ha portati a diventare cinque.
Quali sono le vostre rispettive influenze musicali e in che modo si mescolano tra loro?
La parte più difficile, ma allo stesso tempo anche affascinante, dell’essere una band è che quando ci incontriamo in sala prove ognuno di noi porta il suo background, spesso sorprendendo gli altri con scelte musicali inaspettate. Incastrare, limare tutto e fargli prendere forma è la fase più bella. Dovendo citare qualche riferimento musicale in particolare, sicuramente tutta la scena alternative rock degli anni ‘90-2000, con cui siamo un po’ tutti cresciuti e che ci sentiamo ancora nelle ossa.
Mescolate l’attitudine punk ad una vena più introspettiva di post rock ed emo, ma la vostra caratteristica principale è la mancanza di regole. Come definireste ciò che fate?
Speriamo che qualcuno un giorno possa definirlo LAMECCA, nel senso che si possa riconoscere la nostra impronta stilistica. Non ci siamo mai messi a tavolino a decidere che tipo di canzone scrivere o in che genere musicale poterla collocare. Abbiamo sempre preferito l’impulsività e il trasporto, per poi modellare le nostre creazioni finché non ci soddisfino e rappresentino.
Il vostro album di debutto si intitola “Ragazzina”. Come nasce?
Nasce interamente in sala prove, tra idee sonore che nascono spigolose e si fondono diventando via via più morbide. Proviamo a stupirci ogni volta nel lavorare ad incastrare suggestioni provenienti da mondi diversi. Di solito Rossella ci riesce più di ogni altro, quando irrompe tra le chitarre coi suoi testi e la sua voce.
Nel progetto sono racchiuse 11 tracce che ci portano in un viaggio introspettivo tra stati d’animo intensi e chitarre distorte. Qual è il filo conduttore tra le varie tracce, a livello tematico e stilistico?
“Ragazzina” è un insieme di canzoni fortemente incentrate su una visione prospettica in prima persona femminile. Le protagoniste affrontano le proprie esperienze di vita tra paure, incertezze, maturazione e disillusione, comunicando col proprio io oltre che col mondo esterno e con l’ascoltatore. Racconta di come la bellezza stia nelle mille sfaccettature della personalità e nel proprio bagaglio di esperienze molto più che in dei canoni estetici.
“Ginger”, “Cactus” e “Melissa” sono tre brani che hanno anticipato “Ragazzina”. In che modo questi hanno introdotto l’album?
“Ginger” è il primo brano nato da una jam in sala prove e ha un testo e un immaginario che sono il perfetto biglietto da visita del progetto LAMECCA e del disco, cui dà anche il titolo. “Cactus” è uno dei brani più energici e diretti dell’album, mentre “Melissa” è finora l’unica collaborazione artistica che ci siamo concessi, con I Botanici, nostri fratellini con cui ci supportiamo a vicenda da sempre. Nell’insieme è sembrato fotografassero bene la nostra essenza.
Quali progetti avete per il futuro?
Adesso ci stiamo concentrando sulla promozione del disco, presto arriveranno i primi live e qualche altra chicca che non vi sveliamo ancora.
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Coltivate la curiosità in ogni modo possibile, uscite fuori dalla comfort zone, dedicate più tempo a chi vi vuole bene.
LAMECCA for Siloud
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