InTheMusic: Material Fields, interview

Lorenzo Pasini vive nel cremasco, ha 27 anni e fa il musicista di professione da 4 o 5. Material Fields è il suo primo progetto veramente solista, precedentemente ha sempre interfacciato e mediato quello che scriveva con altre persone. Il suo disco d’esordio si intitola proprio “Material Fields” ed esprime moltissimo come si sente come persona e come musicista attualmente, di cosa gli piace e di cosa cerca nella musica quando la ascolta.

Nome: Lorenzo
Cognome: Pasini
In arte: Material Fields
Età: 27
Città: Crema
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Low Lights
Album pubblicati: Material Fields
Periodo di attività: dal 2022
Genere musicale: Alternative, Prog Rock, Industrial Rock
Piattaforme: Instagram, Spotify, Apple Music, YouTube, ecc.

Ciao Lorenzo, dicci qualcosa in più su di te!

Sono Lorenzo Pasini, vivo nel cremasco, ho 27 anni e faccio il musicista di professione da 4 o 5. Ho smesso di mangiare carne e pesce a 18 anni e sono passato a una dieta vegana da un po’ di tempo, credo sia una scelta piuttosto semplice che può avere un impatto notevole sul pianeta e sulla vita di tutti, umani e non.

Material Fields è il nome che hai scelto per il tuo progetto da solista. Cosa vuol dire e com’è nato?

Nel 2021 ero in vacanza con la mia ragazza a Lubiana e visitando il museo di arte contemporanea ho letto del Makrolab, un’installazione dove un team di artisti, scienziati e tecnici poteva vivere isolato dal mondo studiando le proprietà ‘invisibili’ del mondo circostante, come ad esempio i campi elettromagnetici. Quest’esplorazione dell’immaterialità ha colpito molto il mio immaginario e da lì è nato il nome.

Quando hai deciso di voler far musica e com’è nato questo amore?

Ho sempre ascoltato musica in casa dei miei, sono cresciuto tra i vinili di Pink Floyd, David Bowie e Frank Zappa. Il momento determinante arrivò però quando a 12 anni scoprì i Rammstein, era un universo totalmente nuovo per me e che ricordo mi infuse un enorme entusiasmo e curiosità verso la parte creativa della musica. Da lì decisi di prendere lezioni di chitarra e tutto il resto venne di conseguenza.

Conosciuto ai più per il tuo ruolo di chitarrista nella band Pinguini Tattici Nucleari, hai collezionato diverse esperienze anche da solista. Quali ricordi con più piacere?

A dirla tutta questo è il mio primo progetto veramente solista, precedentemente ho sempre interfacciato e mediato quello che scrivevo con altre persone. Ricordo con molto piacere la mia esperienza più recente con i Marsyas, c’era una bella comunione d’intenti nella band e ne è scaturito un album estremamente libero e ricco di stimoli.

Come questo progetto si rapporta alle tue produzioni precedenti?

È il primo album che ho scritto interamente a casa usando Logic e questo ha influito moltissimo sulla scrittura dei brani, sia per il feeling che per la struttura. Inoltre, credo che poter utilizzare diverse take delle prime bozze nelle versioni definitive abbia aiutato a incapsulare con maggiore freschezza lo stato d’animo con cui sono state scritte le canzoni.

“Low Lights” è il singolo che apre la strada a Material Fields. Qual è la sua storia?

È il primo pezzo che ho scritto per il progetto, l’ho iniziato durante il primo lockdown e mi ha aiutato a rompere nuovamente il ghiaccio con la composizione, visto che era da qualche tempo che non avevo tempo per dedicarmici. Stavo improvvisando sulla chitarra acustica e ho trovato il riff che ora fa da intro al brano, ho usato quello come punto di partenza e il resto del pezzo è venuto in maniera piuttosto spontanea.

Come descriveresti il sound di questo progetto?

Credo che definire il sound di un progetto risulti più semplice per l’ascoltatore che per l’artista, ma dovendo fare un tentativo direi che è un mix di prog rock moderno alla Steven Wilson, Porcupine Tree e Leprous, industrial rock alla Nine Inch Nails e un sacco di influenze degli anni ’90 come il grunge, Jeff Buckley o i Type 0 Negative, con qualche riferimento alla scena pop contemporanea e a artisti come James Blake. C’è moltissimo altro materiale, ma questa può essere una buona sintesi.

Cosa puoi raccontarci del tuo disco di debutto?

È un album che esprime moltissimo come mi sento come persona e come musicista attualmente, di cosa mi piace e di cosa cerco nella musica quando la ascolto. Ho cercato di mettermi a nudo sia musicalmente che testualmente, per la prima volta tratto temi estremamente personali come ad esempio alcuni momenti difficili, la scoperta di sé stessi o l’amore vissuto in prima persona. È in assoluto il lavoro che mi rappresenta meglio ad oggi e forse per questo ci sono affezionato.

C’è una possibilità di vederti prossimamente in qualche live?

Per il momento non ho in programma live con Material Fields. Amo suonare dal vivo, è una delle parti che preferisco del mio lavoro, ma questo progetto è di fatto nato in studio quindi ci sono alcune cose che credo andranno pesantemente ricalibrate se voglio portarlo in concerto ed esserne soddisfatto. Ho bisogno di un po’ di tempo e distacco per capire la direzione in cui voglio mandare questo lato del progetto.

Cosa progetti per il futuro?

Nei prossimi mesi mi concentrerò sul tour estivo dei PTN, dopodiché inizierò a pensare a un’eventuale dimensione live di Material Fields e ai prossimi pezzi del progetto.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Scrivere questo disco mi ha aiutato a stare bene, sarebbe fantastico che possa farlo un po’ anche con voi.

Material Fields for Siloud

Instagram: @material_fields
YouTube: Material Fields

Credits: Astarte Agency

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...