InTheMusic: Malakay, interview

Andrea Camboni è un ragazzo sardo che da qualche anno si è trasferito a Milano con l’obiettivo di faremusica al meglio delle mie potenzialità. Il suo progetto artistico si chiama Malakay e nel suo sound sipercepisce il rifiuto dei clichè della tradizione rap. “Monster cries solo in the heaven” è il titolo del suo nuovo album, che si basa sul concetto di rinascita.

Nome: Andrea
Cognome: Camboni
In arte: Malakay
Età: 31
Città: Sassari
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Grazie, Higher love, Monster cries solo in the heaven, etc
Periodo di attività: dal 2012
Genere musicale: Rap
Piattaforme: Spotify, YouTube, Tidal, Deezer, Apple music, ecc.
Ph: Riccardo Cagnotto

Malaky, nella vita reale, è Andrea Camboni: chi si nasconde dietro questo artista?

Sono un ragazzo sardo che da qualche anno si è trasferito a Milano con l’obiettivo di fare musica al meglio delle mie potenzialità.

Come hai scelto il tuo pseudonimo e che significato ha?

Purtroppo non c’è nessuna storia dietro il mio pseudonimo. Da ragazzino qualcuno in piazza ha iniziato a chiamarmi cosi e quel nome è rimasto. Vai a sapere il motivo!

Ti trasferisci dalla Sardegna a Milano per lavorare meglio sulla tua musica, ma quando è nata questa passione e come si è evoluta?

Sono sempre stato un appassionato di musica, mio padre suona il sax e ho sempre sentito musica jazz o comunque blackmusic a casa mia. Ho iniziato da piccolissimo a suonare il piano, poi la chitarra, ho fatto anche il conservatorio per un periodo ma quando ho sentito per la prima volta il rap ho capito che avrei voluto fare quello nella vita.

Hai dei riferimenti musicali a cui ti ispiri particolarmente?

Il mio artista preferito in assoluto è Kanye, comunque tutto quel filone di rap mi ispira non poco. Artisti come Pharrel o Kid Cudi mi hanno proprio cambiato la vita.

Nel tuo sound si percepisce il rifiuto dei clichè della tradizione rap: come definiresti la tua musica?

Come ti dicevo prima, mi ispiro ad artisti che hanno fatto del rifiuto del cliché il loro punto di forza, quindi per me quello che faccio è assolutamente rap ma declinato alla mia maniera. Penso che il fulcro della cultura hip hop sia proprio il cambiamento, non accettare sé stessi e cambiare per diventare qualcosa di nuovo e quindi avere nuova vita. Più che un rifiuto di qualcosa penso che nella mia musica si respiri questa voglia dicambiamento, il raccontare sé stessi in un modo nuovo e non come ci si aspetterebbe dalla tendenza del momento.

Sei tornato con il nuovissimo album “Monster cries solo in the heaven” pubblicato per peermusic ITALY. Qual è il filo conduttore tra tutti i brani?

Tutto l’album si basa sul concetto di rinascita. È stato un vero e proprio album terapeutico per me.  Si parla di mental health, amore, odio e cambiamento.

Tra tutti i brani, ne hai uno che preferisci?

Sì, la title track. Penso che sia uno dei miei pezzi più riusciti. Ha una vibe unica e sono riuscito a dire tutte le cose che volevo dire in quel momento nel migliore dei modi in cui potevo farlo. Penso che sia anche lamigliore produzione dell’album.

Possiamo spesare di ascoltare l’album in qualche live?

Per ora non posso dire niente, ma incrociamo le dita!

Hai progetti per il futuro?

Molti. Mi piacerebbe unire ancora di più il lato cinematografico alla musica. É già successo in questo album, ma vorrei portare questa cosa ad un livello successivo.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Siate voi stessi!

Malakay for Siloud

Instagram: @andrewmalakay
Facebook@andrewmalakay
YouTubeAndrewMalakay

Credits: GDG Press

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