Leonardo Parmeggiani, in arte MANCHA, è un ragazzo di 22 anni cresciuto sui colli della provincia bolognese. Nella vita di tutti giorni lavora e si dedica alla musica per evadere dalla realtà provinciale. Il suo sound è un mix completo, una visione a 360 gradi che si presenta con un main genre ma che in realtà nasconde un sacco di sfumature all’interno. “PAMPARAM” è il titolo del tuo nuovo EP.
Nome: Leonardo Cognome: Parmeggiani In arte: MANCHA Età: 22 Città: Bologna Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: L’uomo più triste del mondo, Sopra il tuo nome, ACIDA Album pubblicati: PAMPARAM (EP) Periodo di attività: dal 2019 Genere musicale: Indie Rock, Pop Piattaforme: Spotify, Apple music, Tidal, YouTube, Amazon Music

Chi è MANCHA nella vita di tutti i giorni?
Sono un ragazzo di 22 anni cresciuto sui colli della provincia bolognese. Nella vita di tutti giorni lavoro e mi dedico alla musica per evadere dalla realtà provinciale.
Perché hai deciso di cambiare il tuo nome in MANCHA e che significato ha, questo, per te?
Stavo cercando un nome d’arte che esprimesse ciò che mi sento dentro tutti i giorni, ciò che mi logora e ciò che mi fa stare su. “Mancha” significa “macchia” in spagnolo (la scelta dello spagnolo è legata ad un periodo della mia vita che ho passato in America latina) e questa macchia che sento dentro di me è una sensazione nostalgica, triste e buia che macchia ogni momento della mia vita.
Cosa ti ha avvicinato alla musica e in che modo l’hai approfondita negli anni?
All’età di 10 anni i miei genitori mi iscrissero ad un corso di musica dove imparai a suonare la chitarra. Dopo qualche lezione, con i pochi rimasti nel corso formammo una band. La prima volta che suonai la chitarra elettrica sentii qualcosa che mi fece stare davvero bene.
Hai degli artisti da cui ti lasci ispirare particolarmente?
In realtà è una cosa che va a periodi. Ci sono dei periodi in cui mi ascolto solo un genere e solo alcuni artisti. Per esempio ora sto ascoltando solo band Indie rock tipo Cage the Elephants, The Strokes, The Vaccines, Surf curse, ecc. Da queste band sto traendo molta ispirazione perché è davvero il genere che più mi piace suonare.
Fino ad oggi, hai sperimentato quasi tutti i generi musicali, eppure la matrice che sembra più caratterizzarti è quella del rock e del punk. In cosa si caratterizza il tuo stile attuale e in che modo l’hai definito nel tempo?
Credo che lo stile sia una di quelle cose che non si crea ma si forma nel tempo. Io sono partito a cantare tutt’altro. Ho sperimentato tantissimi generi, ma il fatto che ora sono qui a cantare con un mio stile non vuol dire che quei passaggi di genere non siano ancora presenti nel mio stile. È un mix completo, una visione a 360 gradi che si presenta con un main genre ma che in realtà nasconde un sacco di sfumature all’interno.
“PAMPARAM” è il titolo del tuo nuovo EP. Come nasce?
L’EP nasce da una session di scrittura/produzione che ho fatto in una casa di montagna insieme ad amici, compreso il mio ormai stretto collaboratore Mr. Monkey. Lì è nata una prima bozza di “PAMPARAM” che ci ha dato la spinta per iniziare un EP intero.
Le 6 tracce che compongono il progetto affrontano diversi temi generazionali che caratterizzano gli young adult: cosa hai voluto trasmettere nello specifico?
Nella mia vita c’è una cosa che mi tormenta più di altre, ovvero l’impossibilità di tornare a vivere alcuni momenti che mi hanno fatto stare davvero bene. Nello specifico ho voluto descrivere sentimenti nostalgici e la ricerca ossessiva di emozioni perdute. “Voglio una vita che fa PAMPARAM” è un inno a vivere con passione ogni momento che verrà.
Il sound è un mix di influenze e sonorità molto differenti tra loro. In che modo lo hai definito?
Credo che il sound di questo EP sia effettivamente un mix di sonorità diverse tra loro, ma che mantiene alcuni punti saldi. Sto cercando di andare sempre più verso un sound vero, con pochi elementi nell’arrangiamento che però non lasciano vuoti da nessuna parte. La chitarra è predominante, le batterie hanno un tiro a 150 bpm se non di più, ecc. È un sound energico e veloce.
Quali programmi hai per il futuro?
Per il momento voglio focalizzarmi nel portare in giro il mio nuovo EP e suonarlo tanto. Nel mentre però sto già pensando al disco. Deve essere qualcosa di molto grande.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Sì, vorrei che ascoltando il mio EP passasse il messaggio che per quanto possiamo vivere nel passato, le emozioni che traiamo dalla vita ce le dobbiamo andare a cercare e non possiamo aspettare che vengano loro da noi.
MANCHA for Siloud
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Credits foto: Lorenzo Iannuzzi
Credits: Foresta promotion