Frank Past è un quasi quarantenne morbosamente appassionato di musica e che ufficialmente indossa un camice bianco per lavoro. Vive a Napoli da circa venti anni ma è originario della provincia di Caserta. Non ricorda momenti della sua vita senza una colonna sonora riconoscibile. Si definisce “ascoltatore onnivoro” perché ha praticamente divorato qualsiasi genere musicale anche se di base è un amante dell’elettronica. Il suo ultimo singolo è “Cattive stelle” e nasce come figlia minore di Lucertola (il secondo singolo pubblicato con Listanera).
Nome: Francesco Cognome: Pastore In arte: Frank Past Età: 37 Città: Napoli Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Polvere, Lucertola, Vanità, Cattive stelle. Periodo di attività: dal 2021 Genere musicale: Elettronica, Indie. Piattaforme: Spotify, Apple Music, YouTube, Deezer, Tidal, Amazon Music

Chi è Frank Past nella vita di tutti i giorni?
Ciao! Nella vita di tutti i giorni sono un quasi quarantenne morbosamente appassionato di musica e che ufficialmente indossa un camice bianco per lavoro. Vivo a Napoli da circa venti anni ma sono originario della provincia di Caserta. Ho una mia pagina IG dedicata alla promozione di artisti indipendenti, una playlist Spotify e scrivo per diverse webzine musicali. Non mi annoio!
Quando Frank Past è diventato il tuo nome d’arte?
Frank Past nasce casualmente come nickname per la mia prima mail: Francesco Pastore non era fortunatamente disponibile! Ma in fondo funzionava e dava un tocco “british” al mio nome: mi è piaciuto ed ha accompagnato ogni mio successivo progetto. Adesso è una sorta di curioso marchio di fabbrica!
Quando ti sei appassionato alla musica e cosa ti ci tiene stretto?
Rispondo come tutti: da sempre. Sarà banale ma non ricordo momenti della mia vita senza una colonna sonora riconoscibile. Ancora oggi ho sempre le cuffiette e, nel camminare, sembro sempre distratto e su un altro pianeta. Purtroppo non ho mai studiato musica seriamente: non so né suonare né cantare. Lo ritengo un grosso limite nel dover poi giudicare chi ha dedicato lacrime e sudore alla musica. Anche per questo adoro scrivere di musica: è come aprire una porta di cui non si possiede la chiave. Da ragazzo ho provato ad avvicinarmi al mondo del djing e della composizione musicale tramite i primi software PC ma poi la vita mi ha portato da tutta altra parte.
Leggi, scrivi e ascolti senza pregiudizi di sorta: sembra che le tue influenze vadano molto oltre la musica. Cosa ispira ciò che fai?
Sono un ascoltatore onnivoro. Ho praticamente divorato qualsiasi genere musicale anche se di base sono un amante dell’elettronica (anche per via della carta d’identità). Da ragazzino sono stato molto vicino al mondo della dance e della techno per poi appassionarmi, durante gli anni universitari, a elettronica sperimentale, tribale e anche alla musica classica. Negli ultimi quindici anni mi sono gettato a capofitto nel cosiddetto indie italiano. Ho cercato di comprenderne la genesi e l’evoluzione. Questo mi ha aiutato per il mio lavoro di critico musicale in erba e per decidere di lanciarmi nello stagno dello scrittore di testi. Sono anche un grande appassionato di comunicazione a 360 gradi: è stato il percorso universitario dei sogni a diciotto anni.
Cosa definisce lo stile di Frank Past e come, questo, si è delineato negli anni?
Peccherei di superbia nel pensare di avere uno stile. Sono abituato a leggere ed ascoltare molto senza pregiudizi come scritto nella mia bio. Nelle poche canzoni scritte ma soprattutto nelle tante recensioni musicali ho cercato di non snaturare mai la mia visione del mondo cercando però di immedesimarmi in chi suona, scrive o canta. La musica è soprattutto divertimento e scambio di emozini. Ho cercato quindi di raccogliere e fare tesoro delle tante esperienze vissute e, perché no, del fatto di non essere un ragazzino. Se questo percorso dovesse proseguire sarei felicissimo di leggere “Frank Past non ha mai avuto uno stile” su Siloud.
Il tuo nuovo singolo si intitola “Cattive stelle”, che porta alla luce i ricordi di un amore passato. Come nasce?
Cattive stelle nasce come figlia minore di Lucertola (il secondo singolo pubblicato con Listanera). Un amore che finisce, una coda di Lucertola che sanguina e che deve ricrescere. Cattive stelle è l’attimo successivo, quello in cui avremmo preferito addii rumorosi per ricoprire il suono del dolore e in cui dobbiamo accettare che non si può essere amici con la persona amata. Le stelle, quindi, oggetto romantico per eccellenza, diventano “cattive”. E’ sicuramente influenzata, nella genesi del testo, da artisti come I Cani e dal movimento new romantic inglese.
In questo brano, le sonorità degli anni ’80 si mescolano alle più recenti influenze indie. Come hai lavorato al suo sound?
Io lavoro solo ai testi. Non ho le competenze per poter scegliere o meno un sound. Quello che vi posso dire è che Daniele le ha cucito un abito sartoriale perfetto e ritengo che testo e musica siano fortemente interconnessi nella traccia. Fossi stato io il musicista e/o il produttore avrei fatto le stesse scelte. Appena ascoltata la prima bozza ho pensato “ecco”!
“Cattive stelle” è il frutto di una collaborazione con Listanera. Come mai hai scelto proprio la sua voce per accompagnarti in questo progetto?
Io e Daniele collaboriamo da quasi tre anni. Siamo coetanei, abbiamo percorsi musicali e di vita molto diversi ma c’è una strana alchimia tra noi. Quasi una “concordanza di obiettivi”. Cattive stelle aveva bisogno di una voce sofferta e graffiata: la sua è perfetta.
Quali programmi hai per il futuro?
Mi piacerebbe scrivere un romanzo. In realtà lo dico da circa trenta anni: sarà la volta buona?
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ascoltate musica senza pregiudizi. Navigate su YouTube o Spotify andando oltre il proprio naso: vedrete che c’è tanto da conoscere ed apprezzare. Non è mai troppo tardi per aggiungere una traccia alla propria personalissima playlist!
Frank Past for Siloud
Instagram: @frankpast
Sito: www.frankpast.it
Credits: Pressacom