InTheMusic: Naive, interview

Naive provengono tutti da background diverso: vengono dall’hip hop, dall’ indie, dal rock, dall’elettronica; fino a trovare il punto in comune nel rap e nell’urban. La loro regola principale è proprio non darsi delle regole o degli schemi canonici nel modo di comporre; fanno tutto ciò che gli passa per la testa. Il loro ultimo singolo “Bojack Horseman” nasce dall’esigenza di fare qualcosa di pesante e leggero allo stesso tempo.

Band: Naive
Componenti: Panda (voce), Eclypso (beat, tastiere), Colo (chitarra), Jack (basso) e Ciolo (batteria)
Età: 26, 27
Città: Novara 
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Da me per me, Il cuore della bestia, Cattiverie (Eva-00), Bam Bam, Incendio, Bojack Horseman
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Rap e urban 
Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple Music, Amazon Music, ecc
Ph: Sig. Salsa 

Chi sono i Naive nella vita di tutti i giorni?

Persone normali, c’è chi studia, c’è chi lavora, abbiamo tutti una vita al di fuori della musica che a volte può sovrastare il tutto ma cerchiamo sempre di ritagliarci uno spazio per lavorare in studio a nuove canzoni o tirare fuori idee. Quando non lavoriamo siamo in sala prove, spesso invece di uscire a bere con gli amici siamo in studio a scrivere un nuovo brano.   

Cosa significa nello specifico “Naive” e perché è il nome giusto per rappresentare la vostra musica?

Naive sta per ingenuo, una persona con poca esperienza e privo di malizia. È il nostro approccio alla musica, ci viene naturale non darci delle regole o degli schemi canonici nel modo di comporre. Facciamo tutto ciò che ci passa per la testa come dei bambini senza chiederci cosa sia giusto o sbagliato (a volte scivolando e battendo la testa). In più ingenuo nell’Antica Roma veniva utilizzato per definire chi era nato libero, senza padroni.  E ci piace pensarci così.  

Vi siete uniti in una band nel 2021, ufficialmente. Quando vi siete conosciuti e quando avete deciso di avviare un progetto insieme?

Ci siamo conosciuti tutti tramite Colangeles, nostro chitarrista e insospettabile PR. Panda ha conosciuto Eclypso nel 2015 grazie a lui e hanno iniziato a fare brani insieme come duo. Poi dopo un concerto di Mezzosangue a cui erano presenti Panda e Colangeles è nata l’idea di spostare il progetto da cantante + producer a band vera e propria. Quindi abbiamo reclutato Jack Spatola per formare un quartetto e dopo un provino di X Factor purtroppo andato male abbiamo capito che ci serviva un batterista, sempre Colangeles (Colo se vogliamo farlo incazzare) ci ha presentato Ciolo (Papi Cholo se vogliamo farlo incazzare) il nostro attuale batterista. Senza contare Signor Salsa che ci segue ormai dai tempi delle scuole superiori con foto e video e Albi Scotti che ci ha preso sotto la sua ala come direttore artistico e manager.  

Quali sono le vostre rispettive influenze musicali e in che modo si mescolano tra loro?

La cosa figa di essere un gruppo è che ognuno di noi ha un background diverso. Veniamo dall’hip hop, dall’ indie, dal rock, dall’elettronica. Quando hai così tanti generi e influenze è difficile trovare l’etichetta giusta quindi tra barre crude, chitarre distorte e sintetizzatori abbiamo deciso di crearci un genere nostro, l’urban pop.  

Raccontate la vita dei giovani d’oggi: la voglia di farcela, le avventure in città, le incertezze e le speranze. Cosa volete comunicare a chi vi ascolta?

 Il nostro messaggio è che non serve avere un background pesante o essere nato in una città di spicco per avere qualcosa da dire, tutti noi facciamo delle vite normalissime e arriviamo da Novara, una città che si può serenamente definire provinciale rispetto a Milano, Torino o Roma. Nonostante questo, o anzi forse proprio per questo, abbiamo qualcosa da dire: anche dei ragazzi che arrivano da una realtà piatta, canonica come la nostra possono portare un messaggio. La normalità se vista dal lato giusto può essere emozionante. I perdenti possono avere la loro rivincita. 

“Bojack Horseman” è il titolo del vostro nuovo singolo, in cui il rap incontra il college rock di ispirazione statunitense. Come nasce?

“Bojack Horseman” nasce dall’esigenza di fare qualcosa di pesante e leggero allo stesso tempo, iniziammo a lavorare al brano subito dopo il primo lockdown e dopo essere stati fermi per così tanto più che tirare fuori un singolo orecchiabile era l’esigenza di sfogarci. Ci venne naturale includere la voce e le chitarre di Kamahatma, cantante folk della nostra zona, per il ritornello, perché si sposavano perfettamente con la linea del brano.

Come avete lavorato al sound di questo brano e in che modo va a delineare lo stile musicale dei Naive?

 Volevamo creare qualcosa di tragicomico. Il testo è abbastanza pesante, nonostante l’ironia, e non ci andava di appesantirlo con sonorità cupe. È come quando devi andare al lavoro e sai già che ti aspetta una giornata impegnativa e logorante ma in radio passa un brano che ti fa venire voglia di fischiettare senza pensieri e ti cambia l’umore. È cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno, saper prendere le cose come vengono.  

C’è qualche retroscena del brano che vi va di raccontare?

Ricordiamo volentieri alcuni momenti particolari: la sera che siamo stati in studio da Simone Lanza, che ha curato mix e master. C’è stata una frazione di secondo in cui tutti ci siamo guardati e abbiamo capito che la magia era stata compiuta, “Bojack Horseman” era finalmente pronta ed è stato come veder germogliare il primo vero frutto della band. Quando il nostro manager ci ha comunicato che ADA era interessata alla distribuzione del nostro brano. E la serata del 20 maggio, anzi per essere precisi il 21 maggio, precisamente 01.38, esatto momento in cui è iniziato il nostro primo live, da band, il nostro primo showcase, al Rocket a Milano. Davanti a noi centinaia di persone che cantavano e ballavano la nostra musica. Se solo ci fermiamo a pensare a quanti mesi di lavoro sono serviti per arrivare a quel momento, un sorriso scappa. Ma, come ci siamo detti non appena terminato il concerto, quello doveva solo essere un punto di partenza, non un punto di arrivo, non un traguardo.

Quali progetti avete per il futuro?

Sembra una banalità ma è giusto pensare step by step, la priorità è cercare di portare in giro la nostra musica quest’estate nei modi e nei posti giusti. Il 9 luglio suoneremo al Tanta Robba Festival a Cremona, un festival che vede tra gli altri la partecipazione di artisti del calibro di Dargen D’Amico, La Rappresentante di Lista, Bresh. Abbiamo altre date in arrivo e per sapere gli altri posti dove suoneremo, il consiglio è quello di seguirci su Instagram: @noisiamonaive. E poi, quasi sicuramente prima della fine del 2022 almeno un altro nostro brano vedrà la luce. Non vi resta che scoprire quale, magari potrete ascoltarlo in anteprima ai nostri live, chissà.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Quello che possiamo dire ai vostri lettori è: “Date fiducia a questi ragazzacci di provincia, perché hanno tante cose da dire e da dare.” La gioia più grande sarebbe arrivare a scoprire che le persone si siano riuscite a immergere e ritrovare nei nostri testi, nel nostro universo. È la linfa di cui ci vorremmo nutrire per fare questo mestiere nella vita.

Naive for Siloud

Instagram: @noisiamonaive/
YouTube: UnitBeatTelevision

Credits: Silvia Santoriello

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