Diego Se77e riconosce la follia come virtù; canta ciò che scrive e scrive ciò che vive. Il suo sound sposa sia sonorità primitive, rumore e taglianti che sonorità più dolci, sensuali e profonde. Il suo ultimo brano “Montreux” vuole trasmettere leggerezza, sia per quanto riguarda il tema, che per quanto riguarda l’arrangiamento. Racconta una proposta di fuga romantica, senza che la meta ne incidi tanto.
Nome: Diego Cognome: Colombo In arte: Diego Se77e Età: 23 Città: Arluno Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Pomeriggio, Ricci, Follia, Montreux Periodo di attività: Dal 2021 Genere musicale: Pop, Rock, Pop-Rock, Pop-Punk Piattaforme: Spotify, Apple Music, YouTube, Amazon Music, Deezer, TikTok, Instagram, Facebook

Chi è Diego Sette nella vita di tutti i giorni?
Sono Diego Se77e, vivo ad Arluno in provincia di Milano, ho 23 anni e sto studiando canto presso il CPM Music Institute di Milano. Nella vita di tutti i giorni canto ciò che scrivo e scrivo ciò che vivo. Odio i rimpianti e amo le persone, soprattutto quelle che ridono. Riconosco la follia come virtù, mi piace portare i pantaloni a zampa e fumare le sigarette tutte bianche.
Quando hai scelto il tuo nome d’arte e in che modo ti rappresenta?
Il nome “Diego Se77e” nasce quasi contemporaneamente al progetto, infatti si riferisce alla settima canzone che ha preso forma durante il primo periodo di sperimentazione; si chiama diego_7, dal titolo usato per nominare il file del progetto, e probabilmente non uscirà mai. Però dietro quella canzone ci sono molte emozioni che hanno accompagnato me e tutte le persone che hanno lavorato con me o che lavorano tutt’ora, come Yaari, il mio manager che prima di essere Manager è un grande amico. Per questo Diego Se77e. La scelta di sostituire le T con due 7 vuole ricordare l’anno in cui avrei voluto avere dai 16 ai 20 anni; il 1977, anno della nascita del genere più bello del mondo: il Punk.
Ti sei avvicinato alla musica da molto piccolo: cosa ti ha sempre attratto di questo mondo?
Ho due ricordi principali legati al mio interesse sempre più forte per il mondo della musica; il primo riguarda la mia prima chitarra, che mi regalò mio nonno a soli 3 anni. Ho impresso nella memoria il momento in cui arrivò a casa; io ero alla finestra della mia cameretta per capire chi avesse citofonato e lui tirò fuori questa chitarra, ancora nella scatola, dal bagagliaio della macchina e io è come se percepissi un cambiamento, o un’intuizione; infatti, dopo pochi anni, mi decisi di prendere lezioni prima da lui e poi in una scuola di music
. Il secondo ricordo riguarda invece mia madre che dal nulla mi fece vedere il video di un live dei Clash. Vedere Joe Strummer diventare una cosa sola con il pubblico mi fulminò. Decisi in quel momento, forse anche inconsciamente, che era quello ciò che dovevo fare. In linea di massima, per fortuna, la mia famiglia è tutta molto appassionata di musica, non tutti sono musicisti, ma molto appassionati.
Punk, rock e pop sono i generi che principalmente di influenzano. Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
In realtà i miei riferimenti artistici variano molto. Sono innamorato del punk, in tutte le sue forme. Ho iniziato ad ascoltare di mia sponte i Punkreas all’età di 8 anni, per poi passare a “sviscerare” il genere passando da Clash, Sex Pistols, Ramones e Nofx. Ovviamente Diego Se77e non rispecchia le loro sonorità, ma non abbandonerà la loro attitudine.
Staccandomi dal Punk non posso non citare Vasco; mi ha sempre affascinato la sua capacità di tirarti un pugno in faccia, e poi accarezzarti con dolcezza, anche nella stessa canzone. Uno degli artisti internazionale che apprezzo di più in questo periodo è Harry Styles. Il suo primo disco da solista mi ha dato coraggio e fatto iniziare a scrivere e comporre. L’ultimo disco è una STRABOMBA.
Il tuo sound sposa sia sonorità primitive, rumore e taglianti che sonorità più dolci, sensuali e profonde. Come hai definito questo stile nel tempo e in che modo sei riuscito a raggiungere il risultato che oggi ti caratterizza?
Suonando la chitarra elettrica in un gruppo punk. Mi è servito tanto, per capire cosa mi piaceva e cosa no. mi ha lasciato molto e soprattutto mi ha fatto dire “ok, ora ho bisogno di più spazi, e di esprimere tutto ciò che voglio, come voglio.” E poi penso di aver metabolizzato e capito l’essenza del rock, una montagna russa quasi no? Una delle cose che mi aiuta di più in fase di scrittura e arrangiamento è pensare a come sarà portare i brani sul palco; durante i live mi piace dare un senso di “disequilibrio in equilibrio”, ti devo far urlare, certo, ma anche riflettere, creando un sali e scendi di emozioni.
L’unicità del mio suono penso che derivi due cose principali: il “sulcus” che ho sulla corda vocale sinistra, che rende la mia voce abbastanza particolare e ariosa; e dalla ricerca sonora soprattutto in ambito chitarristico che apporto durante la stesura di ogni arrangiamento. Tengo molto, a volte in modo un po’ ossessivo forse, ad una sorta di conformità sonora da singolo a singolo.
“Montreux” è il titolo del tuo ultimo singolo, fatto di strofe serrate e ritornello aperto. Come nasce?
Montreux nasce completamente dal nulla, sviluppando quello che poi sarebbe diventata la prima strofa. In questo caso sono riuscito a creare una demo ben fatta con già un’idea di produzione, facilitando la fase di arrangiamento.
Sonorità crude, moderne ed essenziali: come hai lavorato alla produzione del brano?
È stato prodotto da Luca Vita, un produttore di Milano, zona San Siro. Con lui ho lavorato veramente bene, è riuscito sin da subito a capire la mia idea di brano e produzione. I paletti che ci siamo posti erano: chitarre tamarre, ritornello che si svuota e leggerezza. Oltre a lui non posso non citare Luca Corbani, bassista fenomenale che è riuscito a elevare il basso apportando anche influenze “Paul McCartney Style”.
“Montreux” racconta la voglia di fuggire verso una meta stimolante, anche se solo per una romantica colazione. Cosa hai voluto trasmettere ai tuoi ascoltatori con questo testo?
È una canzone che vuole trasmettere leggerezza, sia per quanto riguarda il tema, che per quanto riguarda l’arrangiamento. Racconta una proposta di fuga romantica, senza che la meta ne incidi tanto; in fin dei conti una colazione a Montreux potrebbe presentarsi in qualsiasi modo, no?
Nella canzone c’è anche uno spunto che riguarda la mia età, ovvero che va bene l’amore e il romanticismo, però attaccarsi troppo alle cose, soprattutto se sono cose belle, rischia di diventare stucchevole, quindi il mio consiglio è prendere quel che ci capita con leggerezza, come una canzone. Mi piacerebbe coinvolgervi un po’: nella canzone c’è una cit., l’avete trovata?
Quali progetti hai per il futuro?
A luglio uscirà il mio prossimo singolo che si intitola “Dentro Te”! Dopo di che mi prenderò qualche mese per lavorare al mio primo EP, in uscita questo autunno; che conterrà parte dei singoli già pubblicati oltre a qualche singolo nuovo. Ovviamente in tutto saranno se77e brani. Oltre alle pubblicazioni ci saranno delle date a Milano e dintorni.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Non fatevi mai togliere il privilegio di sognare.
Diego Sette for Siloud
Instagram: @diego_se77e Facebook: @diegose77e YouTube: Diego Se77e Credits: Astarte Agency