InTheMusic: nicedays, interview

Dietro Nicedays c’è Nathan, un ragazzo di 28 anni che lavora come grafico e impiega la maggior parte del tempo a capire come stare al mondo senza perdersi troppa via. Suona la chitarra da quando aveva 6 anni ed è l’unica che è riuscita sempre a resistere ad ogni fase della sua vita. “glicine“, il suo nuovo progetto, nasce come tentativo di analizzare le paure legate al passato e al futuro.

Nome: Nathan
Cognome: Schinocca
In arte: nicedays
Età: 28
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: damalpensa, il mondo va veloce
Album pubblicati: glicine
Periodo di attività: dal 2022
Genere musicale: Alternative Rock
Piattaforme: Spotify, Youtube, Amazon Music, Apple Music

Chi è nicedays nella vita di tutti i giorni?

Dismessi i panni di nicedays, Nathan è un ragazzo di 28 anni che lavora come grafico e impiega la maggior parte del tempo a capire come stare al mondo senza perdersi troppa via. Vive in una realtà bucolica vicino a Milano, che è sia un guscio protettivo che un bozzolo limitante.

Qual è il significato del tuo nome d’arte e in che modo rappresenta ciò che fai?

Nicedays nasce come ricordo, come considerazione e come augurio delle belle giornate che possono esserci state, ci sono e ci saranno. Lo vedo come un nome propositivo che racchiude un po’ la speranza che cerco di profondere nei testi che scrivo.

Quando ti sei avvicinato alla musica e cosa ti ha spinto a farne qualcosa in più di una passione?

Mi sono avvicinato alla musica a 6 anni. Ma già da più piccino apprezzavo molto le musiche dei Queen, di Pavarotti e dei Cure che ascoltavano in casa. Non so se vorrei farne più di una passione, diciamo che è un ottimo sfogo per le mie perplessità, e questa cosa ho iniziato a farla da subito.

Quali sono i generi e gli artisti che ispirano le tue produzioni?

Tendenzialmente sono molto fermo sulle sonorità e le sensazioni dei gruppi degli anni ’90. Sono un grande fan dei built to spill, dei verdena e di tutta la scena emo con sottogeneri annessi. In Italia, oltre ai già citati verdena, vorrei citare i fine before you came, gli eversor, generic animal come principali influenze. Diciamo che c’è un po’ un misto, e cercando di creare sempre musiche diverse, provo a guardare in più direzioni. Negli ultimi anni mi ha colpito molto Sandy Alex G come compositore.

La chitarra sembra influenzare molto la tua vita, accompagnando le tue canzoni e le tue esperienze. In che modo ti ha aiutato a definire il tuo stile e, attualmente, in cosa consiste?

Suono da quando ho 6 anni, quindi la chitarra è l’unico elemento fisso della mia vita. Ho iniziato e smesso diverse attività, ma la chitarra è riuscita sempre a resistere ad ogni fase della mia vita. Oserei dire che senza sono abbastanza smarrito. Nei brani è l’indiscutibile protagonista, e molti di essi nascono prima dai giri che mi passano per la testa.

“damalpensa” è il titolo del tuo primo singolo, che unisce pop, urban e lo-fi. Come nasce?

damalpensa, come il resto del disco, nasce da un periodo di transizione della mia vita. È un insieme di dubbi a cui cerco di dare una soluzione, cercata nel presente come cura della vita. Come gli altri brani, è un flusso musicale che nella composizione si rispecchia nell’assenza di punti fissi della struttura, come ritornelli o strofe. Se dovessi definirlo a livello di stile, penso che il termine ombrello “alternative rock” potrebbe aiutarmi parecchio.

Il testo di questo brano gioca su due scenari ben precisi: in che modo si interfacciano tra loro?

Nel testo non c’è una vera indicazione temporale, ho cercato di simulare quel groviglio di pensieri e riflessioni che facciamo mentre compiamo delle azioni. Le navi rispecchiano il presente, l’osservare dal finestrino dell’aereo l’orizzonte e usarlo come punto di partenza immaginativo. L’aereo invece è una decisione presa nel passato, per fuggire da qualcosa, che ha quindi un effetto sul presente.

Come hai lavorato al sound di “damalpensa” e in che modo i tre generi trovano un punto d’unione?

damalpensa è nata voce e chitarra. Quando ho provato a registrare su abletone in modo rudimentale, ho trovato interessante provare ad arricchire l’arrangiamento, inserendo svariate chitarra. Quando poi ho iniziato a lavorare con alone, il produttore del disco, ci siamo arrangiati insieme a cercare un sound che aiutasse le sensazioni del pezzo. Infatti in alcuni punti si può sentire il mare, che dovrebbe accompagnare l’idea delle navi.

Cosa puoi dirci su “glicine”, il tuo nuovo progetto?

“glicine” nasce come tentativo di analizzare le paure legate al passato e al futuro, difatti le tematiche si sviluppano intorno ad dimensione personale.

Musicalmente parlando, mi sentirei di etichettarlo come alt rock, benché ci siano dentro varie influenze. È un disc(hett)o che ha avuto una gestazione molto lunga, avendo scritto le prime canzoni nel 2018. Lo vedo come un primo passo, fondamentale, per provare a consolidare una mia identità musicale per il futuro.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

In futuro vorrò continuare a pubblicare musica e dare sfogo alle esigenze che mi portano a farla, che per fortuna sono tante e inesauribili.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Che se avranno la curiosità di ascoltare quello che faccio, credo possano trovarci all’interno dei punti d’incontro per riflettere su alcuni aspetti della vita che noi 20/30enni affrontiamo quotidianamente. 

nicedays for Siloud

Instagram: @_nicedayss

Credits foto: Arianna Puccio, Studio Cemento
Credits: Conza press

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