Decrow nella sua vita oltre a fare musica è anche un tatuatore. La musica è la sua vita e, come i tatuaggi, gli dà la sua dose quotidiana di adrenalina. Il fatto di non poter sbagliare, quello gli dà stimoli, la paura di rovinare la pelle di qualcuno, non tornare indietro. Ciò che rende unico il suo stile musicale sono i testi: quando scrive è l’unico momento in cui può dire la sua senza nessun altro giudizio intorno. “Cuore aperto” fa parte di una catena di singoli che ha registrato in un periodo un po’ buio della sua vita.
Nome: Giulio Cognome: Zorzella In arte: Decrow Età: 27 Città: Roma Nazionalità: Italiana Genere musicale: Pop, Punk, Rock, Grunge Piattaforme: Spotify, Apple music, ecc.

Chi è Decrow nella vita di tutti i giorni?
Decrow nasce a Roma il 19 marzo 1995. Vivo ad Acilia, periferia romana vicino a Ostia, il mare di Roma. Nella vita oltre alla musica faccio tatuaggi e fumo tantissimo. No a parte gli scherzi, l’unica cosa che muove le mie giornate sono gli stimoli. Sono una persona che si stufa facilmente delle cose quindi devo riempire le mie giornate con cose stimolati. La musica è la mia vita e, come i tatuaggi, mi dà la mia dose quotidiana di adrenalina. Sono un po’ un drogato di adrenalina io. Quando faccio i concerti è scontato dirvi quanta soddisfazione provo quindi vi parlerò dei tatuaggi.
Il fatto di non poter sbagliare, quello mi dà stimoli. La paura di rovinare la pelle di qualcuno. Il non tornare indietro. Mi dà adrenalina come quando suono con la band a un concerto. Secondo me ci siamo troppo addormentati sulle doppie possibilità. La gente si scorda il brivido del non poter tornare indietro. Invece secondo me è vitale. Mi fa ricordare che la cosa più importante alla quale fare caso è il momento esatto che si sta vivendo. Il presente.
Il tuo nome d’arte intreccia la tua passione per la musica con quella per il cinema: come mai questa scelta di fondere questi due mondi?
Sono molto appassionato di cinema. Da quando sono piccolo ad oggi ho visto moltissimi film di ogni tipo. Mi ero anche segnato all’università del cinema Il DAMS, ma solo per guardare nuovi film. Difatti quando ho finito di fare tutti gli esami che mi interessavano, quindi quelli di cinematografia (che erano anche tanti, tipo una dozzina), ho lasciato. Non mi interessava altro. La mia mente era sazia. Avevo raggiunto il mio obiettivo, cioè capire film che da solo non avrei potuto capire a pieno e ampliare il mio bagaglio.
Il Corvo (il primo con Brandon Lee) è uno dei miei preferiti. Tutti quegli action movie anni ’90 mi fanno volare in realtà, ma il corvo con quella vena romantica e dark mi ha preso dalla prima volta che l’ho visto. In più, quando ho iniziato a pubblicare musica, ero in un periodo di rinascita personale, quindi il collegamento è stato facilissimo. Come lui era rinato per saldare i conti in sospeso, così io rinascevo per voltare una pagina pesantissima.
Ti sei avvicinato alla musica grazie a tuo padre. In che modo si è poi evoluto il tuo percorso in questo settore e quando è arrivata la scelta di intraprendere un tuo progetto artistico?
Mio padre è stato molto importante perché mi ha fatto ascoltare veramente ogni genere musicale. Lui ascolta dal prog-rock a Eminem, dagli Iron Maiden ai Pooh. Tra questi diciamo che poi io mi sono avvicinato più a quelli che piacevano a me. Un po’ la cosa di ascoltare più generi me l’ ha trasmessa, ma io mi sono avvicinato più alla musica elettronica oltre che al rock. Il mio primo approccio alla musica è avvenuto a tipo a 9 anni, quando facevo le cover alle recite a scuola alle elementari.
A parte questo, le prime cose che ho registrato come la maggior parte dei miei coetanei era roba rap. Era facilissimo al liceo. Andavi a casa di un amico con un microfono, prendevi un beat, ci scrivevi sopra e registravi. Ma come dicevo, io senza stimoli mi annoio e quella cosa dopo qualche anno mi ha annoiato e mi sono fermato. Poi ho iniziato a cantare in sala prove e vedevo che potevo spaziare in qualsiasi genere. Che con gli strumenti se volevo potevamo riarrangiare qualsiasi canzone. Quindi mi sono avvicinato al rock, ho formato una band, un team di produttori e ho iniziato a fare semplicemente i fatti miei.
Oggi se voglio fare un pezzo punk lo faccio punk, se lo voglio grunge lo faccio grunge, magari rifarò un pezzo trap chi lo sa. Me la vivo alla giornata, ma in ogni giornata ci sta la musica. Questo per me è importante.
La tua ispirazione primaria è il rock. Ci sono, però, altri generi che prendi come riferimento?
Come dicevo, ascolto veramente di tutto. Ci sono giorni che ascolto i vecchi dischi di Noyz e del Truce Klan e giorni che passo alla musica indie, giorni che mi sento i Nirvana e giorni che mi sento la techno. Veramente sono influenzato da tantissima musica e se dovessi dire qual è il mio brano preferito, non saprei farlo. Forse Iris dei GooGoo dols ma solo per il momento che mi ricorda.
Non mi sono mai ispirato per la mia musica a un artista in particolare, credo. Ovviamente quando registro una canzone o la scrivo sono sicuramente influenzato dal periodo musicale che sto vivendo. Se sto ascoltando un disco triste non credo che scriverei un testo felice. Ma secondo me ciò che conta non è il tuo artista preferito, ma l’artista perfetto per il momento in cui stai ascoltando musica.
Cosa credi identifichi lo stile di Drecow e cosa lo rende unico?
Sicuramente i testi. Quella è la parte più importante per me, ciò che dico nei testi è puramente mio. Perdo tantissimo tempo sui testi e sui concetti che voglio esprimere. Quando scrivo è l’unico momento in cui posso dire la mia senza nessun altro giudizio intorno. Sono completamente padrone di ciò che voglio dire. Se poi chi ascolta è d’accordo o si rivede bene, altrimenti comunque quella è la mi visione delle cose e nessuno può alterarla.
“Cuore Aperto” è il titolo del tuo nuovo singolo, un nuovo capitolo della tua musica. Come nasce?
“Cuore Aperto” è nato in un periodo un buio della mia vita dove però stavo producendo tanto. Fare musica era veramente l’unica cosa positiva di quel periodo a livello mentale, stavo bene solo in studio. Avevamo appena fatto “KillMe” io e Yuks insieme a Uale e Rich Mayer. Finita quella, io e Yuri ci siamo detti “ribecchiamoci presto” così è stato: ci siamo visti una settimana dopo circa, dalla mattina alla sera, e avevamo il provino di “Cuore Aperto”.
Quali sono le tematiche che affronti in questo brano?
“Cuore Aperto” fa parte di una catena di singoli che, come dicevo, ho registrato in un periodo un po’ buio della mia vita. Mi venivano attacchi di panico perché non ero più soddisfatto di niente, né di me né di tutte le cose belle che avevo intorno. La mia psicologa dice che il mio cervello ogni tot anni di stabilità ha bisogno di distruggere qualcosa e di resettare. “Cuore Aperto” insieme ad altri singoli che ascoltare presto l’ho scritta in questo periodo. La cosa bella per me è che ho scritto il brano come se la persona che mi stava affianco me lo stava dedicando. Cioè non sono io che parlo con la mia ragazza, ma è lei che mi manda via perché voglio stare da solo nel mio deserto. Però vabbè questa è una chicca alla quale solo chi legge questa intervista può arrivare.
Il sound che hai utilizzato mescola atmosfere punk anni ’90 con synth acidi e taglienti. Come lo hai definito?
Il sound di “Cuore Aperto” è prettamente pop/punk. Con Yuks ci tengo a lavorare brani del genere perché secondo me, in Italia, è uno dei più forti del genere. Lo fa da tantissimi anni, viene dalle band pop/punk, quindi secondo me è giusto coltivare questo gusto che abbiamo in comune insieme.
Quali progetti hai per il futuro?
Non faccio tanto caso al futuro, preferisco godermi il presente. Però posso dire che sono pieno di musica e uscirà tutta.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ciao bellezze, un bacio a tutti i lettori di Siloud. Ci vediamo presto ai concerti. Bacetto!
Decrow for Siloud
Instagram: @decrowilcorvo Credits foto: Alex Sicurezza Credits: Conza press