Tina Platone quando non fa musica rimane una creativa, ma sotto pseudonimo Monanne. Ha iniziato il suo percorso da cantante facendo cover, prima in una band, poi in un duo e infine da sola sui social facendo cover. Frutto del suo progetto da solista è “Impulsi elettrici” un brano che si può classificare come un ballo nella psiche tra i pensieri tristi di giornate no.
Nome: Martina Cognome: Platone In arte: Tina Platone Età: 26 Città: Bologna Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Luna d'Arancia, Impulsi Elettrici Periodo di attività: dal 2020 Genere musicale: Alternative Urban Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è Tina Platone quando non fa musica?
Tina Platone quando non fa musica rimane una creativa, ma sotto pseudonimo Monanne. Da qualche anno mi occupo di fotografia e videomaking, aiuto gli artisti nel percorso di formazione dell’immaginario visuale della loro musica.
La tua carriera è cominciata sotto lo pseudonimo di Marta, ma oggi ti presenti come Tina. Come mai la scelta di cambiare nome?
La scelta di cambiare nome è motivata dal cambio di sound. Sotto Marta (nome con cui mi chiamano gli amici di infanzia) scrivevo canzoni più folk, racchiuse poi in un ep pubblicato nel 2016 su bandcamp “Primo Piano Ep”. Negli ultimi anni insieme a Turo, la deriva sonora del mio progetto è andata verso atmosfere più scure ed elettroniche.
Quando ti sei avvicinata alla musica e quando, invece, hai deciso di avviare un tuo progetto artistico?
Ho sempre ascoltato musica da che ero bambina, con preferenze per l’rnb. Durante gli anni del liceo (dal 2014-15) però mi ci sono addentrata molto di più. Ho iniziato facendo cover, prima in una band, poi in un duo e infine da sola sui social facendo cover. Il progetto solista mi è parsa una conseguenza del percorso che stavo già affrontando, inoltre mi è sempre piaciuto scrivere, ho voluto buttarmi.
Quali sono i tuoi principali riferimenti artistici?
Non riferimenti specifici, negli anni i miei ascolti sono variati parecchio, dall’rnb al pop all’alternative e indie rock. Credo di aver preso un pezzettino da tutto quello che ho ascoltato.
Sei in continua evoluzione e sperimentazione: come è cambiato il tuo stile nel tempo?
Inizialmente scrivevo da sola in camera con la chitarra e i miei brani avevano naturalmente un carattere più acustico. L’intervento di Turo per le nuove produzioni è stato fondamentale per approdare su territori sonori differenti, più digitali. I brani pubblicati e quelli che usciranno sono stati tutti prodotti da lui a partire da bozze e melodie che ho scritto. Ad oggi mi accompagno ancora con la chitarra ed è tutt’ora uno strumento che mi aiuta a scrivere, ma ho integrato l’utilizzo del computer per comporre le mie demo.
“Impulsi elettrici” è il titolo del tuo nuovo brano, un ballo nella psiche tra i pensieri tristi di giornate no. Come nasce?
Impulsi Elettrici è la rielaborazione di una vecchia demo intitolata Netflix e Thè. Inizialmente doveva essere un brano d’amore. Ma non era d’amore che volevo parlare, venivo da un periodo molto stressante per me stessa.
Come hai lavorato al sound di questo singolo e in che modo si interfacciano la melodia e le tematiche trattate?
Io, Turo e Josè degli Hey!Himalay stavamo rimettendo le mani ad una vecchia demo. Mentre lavoravamo su variazioni melodiche e di testo, tra vari impulsi che ci rimbalzavamo addosso è nata questa cantilena tormentata. La demo da cui eravamo era un brano d’amore. Sentivo però che l’oggetto amoroso non era quello che volevo raccontare in quel particolare periodo della mia vita. Le canzoni mi arrivano sempre dopo fasi di transizione e di riflessione, spesso è un viaggio introspettivo dentro me stessa. Venivo da un periodo di forte ansia da prestazione e somatizzazioni di certi ostacoli che vivevo. Secondo me, nell’arte bisogna parlare di quello che ti sta più a cuore in quel momento, e per me era questo.
”Impulsi elettrici” e “Luna d’arancia”, il tuo brano precedente, si interfacciano come tappe di un percorso. Qual è la relazione tra i due?
Sono come due episodi di uno stesso film. Luna d’arancia parla della depressione, dell’assenza totale di stimoli, mentre in Impulsi Elettrici assistiamo a una fase successiva, quella in cui ci si rialza e si ricomincia ruggire, anche se debolmente e a fatica.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nei miei progetti futuri c’è la scrittura di un disco che raccoglie un po’ di ricerche che sto affrontando ultimamente in ambito umanistico. Mi ci vorrà un po’ di tempo, prima ho bisogno di chiudermi in una mia dimensione spazio-temporale. Devo pensare ed elaborare.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ciao a tutti, vi ringrazio se siete arrivati fin qui, permettendovi di raccontarvi qualcosa di me, spero di avervi incuriosito. Se vi va potete ascoltare Luna d’Arancia e Impulsi Elettrici su Spotify e seguirmi sui social. Grazie mille!
Tina Platone for Siloud
Instagram: @platomusica
YouTube: Tina Platone
Credits: Giulia Perna