Massimiliano Raffa è in arte Johann Sebastian Punk. Il suo stile è audace, fuori dagli schemi e totalmente autentico. Galm rock, psicheledia, noise, elettrnoica, chamber pop, cabaret e tropicalismo sono solo alcuni dei generi che riporta nelle sue produzioni. Il suo nuovo singolo si intitola “24 ore”, un atto d’accusa ai miti dell’immagine, del salutismo, del lavoro e della positività.
Nome: Massimiliano Cognome: Raffa In arte: Johann Sebastian Punk Città: Milano Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: 24 Ore, Oceano di Champagne, Vivo nello Scandalo Album pubblicati: More Lovely and More Temperate, Phoney Music Entertainment, Rinascimento Periodo di attività: dal 2011 Genere musicale: Rock, Art pop Piattaforme: Spotify, Deezer, YouTube, Apple Music, Amazon Music, ecc.

Chi è Johann Sebastian Punk nella vita di tutti i giorni?
Johann Sebastian Punk nella vita di tutti i giorni non esiste, esiste solo la notte, e in genere scappa dalle guardie. Posso decidere di fargli fare ciò che voglio. Per adesso gli sto facendo cantare canzoni in italiano. Io invece mi occupo di ricerca, e detesto la domanda “…e cosa ricerchi?”, perché sono sempre attratto più dai processi che dai fini.
Come nasce il tuo alter ego musicale?
Volevo un nome di tre parole come tutti i grandi del rock. Ro Lling Stones. O Riet Taberti. E quindi ho affidato la decisione agli I-Ching. Ho ottenuto “Il principe arancione”, e ho pensato a Johan Crujiff, “Il flagellato”, e quindi ho pensato a San Sebastiano, e infine “Il genere musicale di O Riet Taberti”. E dunque è venuto fuori Johann Sebastian Punk.
Come nasce la tua passione per la musica e quando, invece, nasce il tuo progetto artistico?
Ho avuto l’accesso a internet molto presto e mi sono imbattuto in alcuni primordiali siti web curati da nerd, attraverso i quali ho ascoltato musica impossibile da condividere con i miei coetanei. A 13 anni ho registrato in casa il mio primo album, mai pubblicato, di musica sperimentale. Come un novello Benjamin Button mi sono gradualmente convertito dall’improvvisazione radicale alla canzone pop. Convertito e pervertito. Forse non abbastanza convertito.
Quali sono gli artisti che più ti influenzano?
Non necessariamente la musica che ascolto o che ho ascoltato di più è quella che più mi ha influenzato. Ad esempio, io adesso sto facendo pop-rock in italiano nel 2022, ma ascolto poca musica attuale, ascolto pochissima musica in italiano, ascolto poco pop, qualsiasi cosa oggi possa significare, trovo in generale piuttosto raccapricciante l’associazione tra chitarre elettriche e lingua italiana, ovviamente con una ventina di eccezioni illustri, nella maggior parte dei casi illustri solo a me. Quindi quello che sto cercando di fare è qualcosa che non mi è mai piaciuto in una maniera che possa piacere anche a me.
Inevitabilmente, essendo io autore e arrangiatore, ci possono finire dentro oggetti musicali volanti non identificabili che provengono dal mio gusto, che non è ancorata a generi specifici – motivo per cui alla domanda “che musica ascolti?”, solitamente, rispondo “quella bella; quella brutta non mi piace”.
Galm rock, psicheledia, noise, elettrnoica, chamber pop, cabaret e tropicalismo sono solo alcuni dei generi che riporti nelle tue produzioni. Da dove nasce il tuo stile audace, fuori dagli schemi e totalmente autentico?
Penso che sia una mia irriflessa inclinazione alla scrittura. Non ho mai pensato di fare cose che potessero piacere agli altri, ma di far piacere agli altri le cose che piacciono a me. Quindi quei miei ascolti che pertengono a quegli stili che nomini, inevitabilmente, sono finiti nel mio modo di scrivere e di arrangiare. Quando accendo la radio e sento cosa gira mi deprimo un po’, perché le musiche in circolazione nei canali mainstream mi pare ignorino la quantità di linguaggi che si sono prodotti nel tempo. Non che io mi senta speciale, anzi, credo di essere piuttosto ordinario, ma sono gli altri a sembrarmi, oltre che scarsi, anche un po’ vili.
Il tuo nuovo singolo si intitola “24 ore”, un atto d’accusa ai miti dell’immagine, del salutismo, del lavoro e della positività. Cosa hai voluto raccontare e a chi è dedicato questo brano?
È dedicato ai ventenni che perdono il controllo per proteggersi dalle pressioni di questo mondo bizzarro e infame. Sono stato ventenne anch’io, e mi sono sentito solo e sempre rimproverare e umiliare. Probabilmente ero un c***one, cosa che spero di essere ancora oggi, ma più mi allontano dai vent’anni e guardo con lucidità a quell’irrequietezza più si svela ai miei occhi e al mio cuore l’innocenza di quelle intemperanze.
In tre minuti, questo brano condensa cinquant’anni di melodia italiana e di decadentismo glam rock. Come hai lavorato a questo sound?
L’ho scritto veramente in cinque minuti, si è scritto da solo, così, all’improvviso. Il merito del sound è anche, anzi direi soprattutto, di Matteo Cantaluppi che lo ha prodotto nella maniera più vicina ai miei desideri.
”24 ore”, in realtà, anticipa il tuo nuovo capitolo discografico: “Rinascimento EP”. Cosa puoi dirci a riguardo?
Che è una bella fuorata.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per ora sto facendo progetti solo per la mia vita precedente. Sto facendo di tutto per essere stato un orsetto lavatore.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Jouissez sans entraves!
Johann Sebastian Punk for Siloud
Instagram: @johannsebastianpunk Facebook: @johannsebastianpunk YouTube: Johann Sebastian Punk Credits foto: Francesco Algeri Credits: GDG press