InTheMusic: Pier, interview

Pierfrancesco Speziale cerca di vivere ogni giorno in maniera completamente nuova: se fosse lo stesso tutti i giorni sarebbe come mettere la cintura di sicurezza e poi non poterla slacciare. È un cantautore e un produttore polistrumentista e il suo progetto artistico ha il nome Pier. “Ciabatte” è il suo singolo di debutto, nato in seguito alla fine di una relazione durata sette anni.

Nome: Pierfrancesco
Cognome: Speziale
In arte: PIER
Città: Pescara
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Ciabatte
Periodo di attività: dal 2022
Genere musicale: Indie Pop
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, YouTube, Tidal, Soundcloud

Chi è Pier nella vita di tutti i giorni?

Un genio, miliardario, playboy, filantrop… ehm, scusa. In realtà per me non c’è una vita di tutti i giorni. Cerco di vivere ogni giorno in maniera completamente nuova. Se fossi lo stesso tutti i giorni sarebbe come mettere la cintura di sicurezza e poi non poterla slacciare: da un lato un guscio sicuro, dall’altra un soffocamento. Però sono un ignorante che non ha capito nulla di questo cosmo, di questo sono sicuro.

Perché questo nome d’arte e in cosa ti rappresenta?

Beh, di solito mi presento come Pierfrancesco e nel giro di 2 minuti divento già un Pierluigi, un Piergiorgio, un Pierpaolo, nei casi peggiori un Gianfranco… per questo dire “Piacere, Pier” è sempre stata la soluzione! Questioni logistiche a parte, mi piace il suono della parola Pier. È dolce, è semplice, e poi come tutte le parole di quattro lettere ha un che di geometrico. Senti quanto è tondo… Pier!

Ad oggi sei un cantautore e un produttore polistrumentista, ma come è iniziato tutto?

Non ricordo la mia vita prima della musica. Ho iniziato a cinque anni, conosco solo i racconti dei miei: all’epoca in casa c’era una piccola tastiera ed io guardavo a loop la videocassetta del Re Leone, una sera mi trovarono che avevo imparato da solo a suonare The Lion Sleeps Tonight e che dicevo di voler fare il musicista: mio padre ha seguito la mia follia e comprato un pianoforte. È partita più o meno così!

Quali sono i tuoi riferimenti artistici e in che modo, questi, si riversano nelle tue produzioni?

Da bambino sono stato bombardato di Pink Floyd, Genesis, Deep Purple, Beatles (ringrazio mio padre). Da mia sorella ho assorbito Bon Jovi e Aerosmith. Poi in fissa con i System of a Down. Negli ultimi anni ho amato molto Willie Peyote, Frah Quintale, Calcutta. Ma potrei lanciare tanti nomi a caso…Coldplay, Bon Iver, Novo Amor, Bonobo, Olafur Arnalds, i Kings of Convenience, insomma, tutte cose diversissime: alla fine nelle mie produzioni si mescola un po’ tutto.

Parlaci del tuo sound: quali sono i suoi tratti distintivi?

Mescolo quasi sempre suoni campionati con un bello strato di musica suonata, studio di registrazione vecchio stile, strumenti veri, perché niente riesce a restituirmi il godimento di essere tutt’uno con una chitarra o con un piano, sentirli come prolungamento del mio corpo e delle mie emozioni. Potrei farne a meno, ma sarebbe come rinunciare al sesso in cambio del cyber sex.

 “Ciabatte” è il tuo singolo di debutto. Come nasce?

Ho avuto una relazione per sette anni. Stavamo bene ed eravamo in paradiso, litigavamo ed eravamo all’inferno… tutto così, nel giro di un attimo. Noi volevamo per forza risolvere la cosa insieme, scendevamo a compromessi l’uno per l’altro, ma alla lunga nessuno dei due stava bene. Ci siamo lasciati e la canzone è nata dopo un paio di mesi, quando ho realizzato che le cose che vivevo con lei non facevano più parte della mia quotidianità. È stata uno sfogo importante, mi ha permesso di andare avanti senza cedere.

Con questo brano racconti la fine di una lunga relazione, tra immagini malinconiche e ricordi sbiaditi. Perché hai voluto raccontare questa storia?

A volte credi che nessuno possa capire davvero come ti senti, poi sbuca la canzone che descrive esattamente il tuo stato d’animo. E ti senti meno solo. Fare questo per chi mi circonda è un privilegio.

In termini di produzione, come si è sviluppato “Ciabatte” e quali sono stati gli step seguiti per portarlo alla luce?

Quando produco immagino ambienti e colori. La prima strofa di “Ciabatte” è una scena al rallenty, ogni nota dell’arpeggio di piano è una goccia che cade, magari una lacrima. Poi dentro di me sentivo il fuoco, allora ho lasciato qualche elemento armonico bruciacchiato che faceva da sfondo a un batticuore…e poi ho riempito il ritornello di vento e oggetti frantumati. So che può sembrare una descrizione molto romanzata e poco tecnica, ma è il mio unico criterio: se i suoni degli strumenti non somigliano alla scena del film che ho in mente, li cambio.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Essere felice.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Spero che le mie canzoni vi piacciano, in alcune c’è qualche chilo di sofferenza. Voglio solo dire che se sono qua a raccontarlo è perché se ne può uscire. Se state provando dolore voglio dirvi di tenere duro. In più, mangiate tanta frutta. Lontano dai pasti. Fa bene, ti viene meno sete e ci sono tutta una serie di altri benefici.

PIER for Siloud

Instagram: @piacerepier
Facebook: @pierpagina
YouTube: Pier

Credits foto: Sara Fabbri
Credits: Conza press

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