Elisa Casentini è in arte Tamì. Ha 24 anni e vive a Liverpool, dive studia musica. Sa emozionare fin dal primo ascolto, dimostrando di saper scrivere canzoni con una maturità sia narrativa che sentimentale. “Tornerai” è il suo nuovo singolo e riaffiora il ricordo di quel primo amore che è difficile lasciarsi alle spalle. In questo brano si mette totalmente a nudo, rivelando le sue insicurezze.
Nome: Elisa Cognome: Casentini In arte: Tamì Età: 24 Città: Liverpool Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Tornerai, Mani, Mi piaci così, Metà acustica Album pubblicati: Primo ottobre Periodo di attività: dal 2018 Genere musicale: Pop Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è Tamì nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni studio musica a Liverpool. Vivo con i miei amici in una casa molto caotica. Siamo quattro musicisti, quindi immaginate il casino. La musica è sia ciò che studio sia il mio mestiere, quindi principalmente faccio quello. Ma sono anche molto festaiola a dirla tutta.
Perché Elisa è diventata, in arte, Tamì?
Cercavo un nome breve e facile da ricordare e, come sappiamo, un’Elisa nell’industria musicale italiana già esiste. Il nome Tamì ricordo che fu ispirato dal libro “Qualcuno con cui correre” di David Grossman. Lo consiglio un po’ a tutti.
I tuoi studi si sono concentrati totalmente sul settore musicale. Facendo un passo indietro, quando hai scoperto la tua passione per la musica e come, questa, ti ha portato dove sei oggi?
La passione c’è un po’ da sempre. Ho avuto la fortuna di crescere in una casa con un pianoforte, quindi da quando avevo 3-4 anni già provavo a strimpellare “Bella stellina” sul piano. I miei notarono che a orecchio riuscivo a tirare giù molte canzoni quindi mi iscrissero a lezioni di piano. Ovviamente non studiavo niente e facevo solo le canzoni che volevo io, quindi dopo qualche anno ho smesso e continuato da autodidatta.
Quali sono i tuoi riferimenti artistici e in che modo, questi, si riversano nelle tue produzioni?
Quando ero più piccola ho avuto una fase in cui ascoltavo moltissimo canzoni di solo pianoforte, tra cui Chopin Debussy e Yiruma. Soprattutto quest’ultimo ha decisamente influenzato il modo in cui scrivo, con dei piccoli interludi al piano nelle canzoni. Inoltre, credo che ogni genere che ho ascoltato abbia influenzato il mio modo di scrivere. C’è molto indie nelle mie canzoni e forse anche un po’ di trap.
Sai emozionare fin dal primo ascolto, nonostante la tua giovane età, dimostrando di saper scrivere canzoni con una maturità sia narrativa che sentimentale. Come definiresti ciò che fai?
Da quando ero piccola, sono sempre stata molto sensibile e molto nel mio mondo. Ho sempre faticato a mantenere l’attenzione su cose materiali e mi sono sempre persa in mondi immaginari che creavo io nella mia testa.
Mi sono sempre sentita come se questo aspetto di me mi facesse soffermare su cose che molte persone non notano, perché distratte dal mondo reale e dalle responsabilità. Credo che forse quell’attenzione a un dettaglio in cui mi perdo mi faccia venire voglia di descriverlo nella sua essenza e molte delle mie canzoni raccontano questo.
“Tornerai” è il tuo nuovo singolo e riaffiora il ricordo di quel primo amore che è difficile lasciarsi alle spalle. Come nasce?
Il progetto nasce dalla voglia di scrivere su una base diversa da quelle al piano da cui nascono la maggior parte dei miei pezzi. Ascolto molto pop punk e ho sempre avuto voglia di provare a scrivere qualcosa in quel genere, ma ho sempre pensato di non essere in grado di cantare su una base simile avendo una voce molto ‘debole’. Però sinceramente non mi andava di limitarmi a ciò che credo di poter e non poter fare quindi ho voluto uscire dalla comfort zone. Ho scritto a Yuri e Uale che sono due miei amici con molta esperienza nel pop punk, e ho chiesto aiuto a loro nella scrittura del pezzo e nella produzione. Così è uscita “Tornerai”.
In questo brano ti metti totalmente a nudo, rivelando le tue insicurezze. Cosa ti ha spinto a scrivere questo testo e in che modo sei voluta arrivare agli ascoltatori?
Scrivendo il testo ho cercato di tornare a ricordare il sentimento che si prova nella prima relazione e il primo cuore spezzato. L’ho scritto insieme a Uale che ha capito subito che cosa volessi dire e mi ha aiutato molto a metterlo in parole. Spero che gli ascoltatori riescano a risentire quelle emozioni, ma in maniera felice anche se malinconica.
La tua voce morbida contrasta con la potenza dei power chord della chitarra elettrica e la pulsazione cruda della batteria: il risultato è un brano che mescola il nuovo pop cantautorale, al pop punk e all’emo di inizio 2000. Come hai lavorato a queste sonorità?
Come ho anticipato prima, questo risultato è ciò che volevo provare a ottenere sperimentando tra il mio modo di cantare e basi molto potenti. Il ragazzo che ha prodotto il brano, Yuri, era in una band pop punk anni fa e credo abbia avuto un ruolo chiave nel capire il tipo di sonorità che volevo dare al pezzo. Io e lui abbiamo lavorato insieme anche ai brani “Mani” e “Pessima mossa”. Conoscendomi, ha saputo approcciare quel tipo di sonorità ma tenendo in considerazione il mio stile più da ballad.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Al momento vorrei finire la LIPA a pieni voti, continuare a fare la mia musica e a condividerla con i miei ascoltatori. Ho un album pronto e sto lavorando a molte cose, con una svolta un po’ inaspettata.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ultimamente ho passato un periodo difficile, dove mi sono ritrovata a pensare di essere condannata a un senso di tristezza e solitudine. Ricordo che un mio amico mi disse una cosa che ha cambiato la mia prospettiva: di immaginare me stessa come un cielo dove a volte c’è il sole e a volte le nuvole, pioggia, neve, tramonto, stelle, luna. Alla fine, non sei le nuvole o il sole ma sei il cielo, le nuvole se ne vanno. Spero questo aiuti chiunque si senta così.
Tamì for Siloud
Instagram: @tami_hes Credits foto: Krystian Kozinski Credits: Astarte Agency