InTheMusic: ESDRA, interview

Esdra fa musica in maniera molto istintiva da sempre. Compone ad orecchio, non sa né leggere né scrivere la musica, quindi quando produce tende sempre a dare indicazioni che somigliano più a delle immagini o suoni, piuttosto che delle reali indicazioni tecniche. Prova a descrivere come immagina e sente il pezzo nella sua mente. “Finalmente è finita” è il titolo del suo nuovo singolo, fatto di un’energia travolgente da cui è difficile rimanere indifferenti.

Nome: Esdra
Cognome: Sciortino
In arte: ESDRA
Età: 21
Città: Palermo
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Pianta e Uragano, Il Patto, Finalmente è finita
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: Indie Pop, Cantautorato italiano
Piattaforme: YouTube, Spotify, Deezer, Amazon Music, Apple Music, ecc.

Chi è ESDRA nella vita di tutti i giorni?

Forse sarebbe più semplice dire cosa non sono. Nella mia quotidianità, a periodi alterni, sono una musicista ma anche una studentessa di Scienze della Comunicazione, una figlia e sorella minore, un’ambasciatrice per l’Anno Europeo della Gioventù e la segretaria amministrativa di un progetto contro la dispersione scolastica e povertà educativa.

Perché hai scelto di utilizzare il tuo nome per il tuo progetto artistico?

Esdra è un nome rarissimo, per non dire unico, in Italia. Visto che già tante persone pensano che si tratti solo di un nome d’arte, non ho sentito la necessità di trovarne un altro di mia invenzione.

Ti sei avvicinata alla musica, e anche ai palchi, da molto piccola. Come si è evoluto il tuo percorso nella musica fino ad oggi?

Ho iniziato a studiare pianoforte controvoglia quando avevo 10 anni. Lungo il percorso ho avuto diversi momenti in cui ho pensato che la musica non facesse per me e ancora oggi credo che, più che la musica in sé, sia l’industria musicale che mi sta stretta. Il punto di svolta è stato il 2018, anno in cui, dopo aver vinto un contest con il mio trio di quei tempi, cominciammo a fare concerti dal vivo e addirittura aprimmo il concerto di Capodanno al quale partecipò anche Edoardo Bennato. Era una cosa molto grossa per dei ragazzi di 17, 18 e 20 anni.

Quali sono gli artisti che ascolti maggiormente e quali quelli a cui ti ispiri?

Ascolto molto cantautorato italiano, l’idea sarebbe quella di scrivere canzoni come quelle di Battisti, De Gregori, ecc. In realtà poi vengo etichettata come artista indie, che ascolto e conosco bene.

Un mio “sogno nel cassetto” è di avviare un progetto di musica shoegaze/surf rock in inglese con tanti sintetizzatori, riverberi enormi e chitarre distorte.

Vorremmo sapere qualcosa in più sulla tua musica. Come hai lavorato allo stile che oggi ti caratterizza e, dal primo giorno, quale obiettivo ti sei preposta di raggiungere?

Io faccio tutto in maniera molto istintiva da sempre. Compongo ad orecchio, non so né leggere né scrivere la musica, quindi quando produco o arrangio un pezzo con l’aiuto di professionisti tendo a dare indicazioni che somigliano più a delle immagini o suoni, piuttosto che delle reali indicazioni tecniche. Provo a descrivere come immagino e sento il pezzo nella mia mente.

Ho due obiettivi, che vivo più come un gioco che altro, e sarebbero: pubblicare un album e fare un tour. Sarei molto curiosa di vivere queste esperienze.

“Finalmente è finita” è il titolo del tuo nuovo singolo, fatto di un’energia travolgente da cui è difficile rimanere indifferenti. Come nasce e come è stato prodotto?

Nasce in una giornata di lockdown in cui ero particolarmente demoralizzata e disorientata. Dopo due anni e mezzo, finalmente il brano è stato prodotto da un duo indipendente di produttori palermitani: Andrea Tascone e Antonio Caruso, sotto il nome di Noi,Tutti. Inoltre, il mio manager Simone Furlani è stato fondamentale perché mi ha seguita e aiutata in tutte le fasi, dalla scelta del brano fino ai primi ascolti dei mix e al ragionamento sul concept visivo, oltre che alla strategia di comunicazione.

Il brano è inteso come una scatola in cui hai riposto il tuo malessere, un canale grazie al quale hai fatto chiarezza. Cosa hai ispirato il testo e di cosa ti sei voluta liberare, nello specifico?

Volevo liberarmi di tutte quelle cose che stavano prendendo troppo spazio dentro di me, fino a portarmi a non riconoscermi più. Inoltre, finalmente è finita si basa su uno scenario immaginario che avevo ipotizzato, in cui alla fine del lockdown ci sarebbe stata una fazione di persone “realizzate” e persone che invece avevano solo “sprecato” l’occasione di avere tanto tempo libero (causa quarantena).

Sei conosciuta alla stampa anche come Fiore Punk, ma ESDRA per te rappresenta un nuovo inizio e, quindi, un momento deciso per la tua carriera. Cosa è cambiato rispetto al passato e cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti?

Rispetto ad un anno fa, per esempio, non sono più in un’etichetta discografica, quindi attualmente tutto ciò che è legato alla mia musica è autoprodotto, distribuito e gestito. Sicuramente questo implica più libertà e ritmi sostenibili ma molto più stress. Il futuro invece è un mistero anche per me, ogni giorno è quello che il giorno prima chiamavamo futuro. Più che arrivare da qualche parte, mi piace lasciarmi portare dal flusso.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Vorrei laurearmi, con i miei tempi. Però mi piace molto quello che studio e quindi sarebbe bello coronare quel percorso con un riconoscimento. Poi sicuramente nel mezzo vedo tanti viaggi, tanto lavoro, e rispetto alla musica sarà lei a dirmi cosa vuole diventare. Io sono solo un mezzo.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Se vi va, ascoltate le mie canzoni perché è quanto di più sincero io riesca ad esprimere. E un consiglio che darei anche a me stessa: quando un pensiero è troppo pesante prova a ridimensionarlo. La realtà fuori dalla nostra testa è molto più fragile e innocua di quanto non pensiamo.

ESDRA for Siloud

Instagram: @esdra_____
Facebook: @esdrainartesdra

Credits foto: Elisa Alfonso
Credits: BLOOM promotion

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