InTheMusic: Deep Town Diva, interview

Dietro i Deep Town Diva ci sono quattro persone che sono prima un gruppo di amici che una band. I temi che trattano nelle loro produzioni variano molto, ma uno dei messaggi che traspare di più è di guardare avanti, affrontare le difficoltà della vita con energia e non perdersi d’animo anche quando i problemi sembrano insormontabili. “Royal Flush” è il titolo del loro EP d’esordio, che unisce hard rock, heavy metal, power ballad e blues.

Band: Deep Town Diva
Componenti: Andrea Compagni, Marco Rustici, Matteo Rompianesi, Giacomo Fatalò
Età: 25, 24, 26, 23
Città: Modena
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Jager of Jager, Wind Back
Album pubblicati: Royal Flush
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Hard Rock, Stoner Rock, Blues Rock
Piattaforme: YouTube, Spotify, Amazon Music, Apple Music, Deezer, Pandora, Tidal

Chi c’è dietro i Deep Town Diva?

Dietro i Deep Town Diva ci sono quattro persone che sono prima un gruppo di amici che una band e questo crediamo sia uno dei nostri grandi punti di forza. Siamo io (Andrea), voce e chitarra ritmica, Marco alla chitarra solista, Matteo al basso e Giacomo alla batteria. Nella vita al momento lavoriamo tutti al di fuori dell’ambiente dello spettacolo, a parte Marco che ha iniziato da qualche mese come chitarrista professionista e insegnante. Speriamo che la svolta arrivi presto anche per il resto di noi!

Il vostro progetto nasce a Modena nell’inverno del 2018, frutto della passione comune di quattro ragazzi. Quali sono i retroscena della vostra formazione?

Io e Marco ci conoscevamo dai tempi delle scuole medie, abbiamo sempre suonato insieme con varie formazioni e in periodi diversi, fin quando alle superiori non abbiamo conosciuto Matteo, che aveva appena iniziato a suonare il basso e da quel momento prese forma una primordiale formazione. Successivamente cantante e batterista presero altre strade e ci trovammo costretti a tornare alla ricerca, così io decisi di iniziare a cantare e chiesi a Giacomo, che conoscevo perché frequentavamo la stessa scuola, di venire a fare una prova con noi, da quel momento siamo inseparabili.

Qual è il significato del vostro nome d’arte e in che modo vi rappresenta?

C’è una storia dietro al nostro nome, ma per il momento preferiamo non rivelarla per scaramanzia, forse in futuro diventerà una canzone!

Quali sono le vostre influenze musicali principali e in che modo i vari gusti musicali si uniscono in un solo progetto artistico?

Abbiamo tutti e quattro un background musicale comune: l’hard rock anni ’70. Questo ci ha permesso di definire un punto di partenza da cui lasciarci ispirare per comporre. Oltre a questo, ci sono le influenze personali: io per esempio sono sempre stato molto affine al glam rock/metal/sleaze in stile ‘80s, Marco oltre alla devozione a Van Halen ha sentito molto l’influenza del desert rock/stoner rock/metal, Matteo passa da sonorità moderne alla Royal Blood al basso prorompente dei Motorhead, mentre Giacomo porta avanti una relazione amorosa con Phil Collins e i Genesis da molto tempo.

Non abbiamo una ricetta per mettere insieme tutto ciò e farlo funzionare, al momento ognuno cura la propria parte e in sala prove succede la magia.

Parlateci della vostra musica: quali sono le sue caratteristiche, come la definireste e cosa volete trasmettere a chi vi ascolta?

Definirci ci è sempre riuscito difficile, abbiamo toccato punti diametralmente opposti in termini musicali e ci siamo sempre trovati bene a definire quello che facciamo “hard rock”. Sicuramente è molto generica come definizione, ma allo stesso tempo ci lascia spazio per muoverci e sperimentare.

I temi che trattiamo variano molto. Diciamo che con il passare del tempo ci siamo trovati a scrivere di esperienze sempre più personali e introspettive. Sicuramente uno dei messaggi che traspare di più è di guardare avanti, affrontare le difficoltà della vita con energia e non perdersi d’animo anche quando i problemi sembrano insormontabili.

“Royal Flush” è il titolo del vostro EP d’esordio, che unisce hard rock, heavy metal, power ballad e blues. Come nasce?

“Royal Flush” è stato concepito pezzo dopo pezzo per essere il nostro biglietto da visita. Sono cinque canzoni che singolarmente possono sembrare slegate per via dei generi abbastanza differenti, ma allo stesso tempo sono la nostra mano fortunata di poker, una scala reale, sono tutto quello che abbiamo da dare (ad oggi) per vincere la partita. Vedremo se basterà.

Dal divertimento all’introspezione, dalla rabbia all’orgoglio: in questo progetto avete cercato di dare sfogo a tutto quello che ha ispirato la prima parte del vostro percorso musicale come band. In che modo tutto questo si è trasformato in testo e quali tematiche avete affrontato?

Siamo partiti con una grande energia scrivendo “Rising Star” che è un pezzo che parla di musica e di successi e di come speriamo che il futuro ci riservi belle cose. Piano piano abbiamo iniziato a scavare sempre più in profondità per arrivare a brani come “Wind Back”, che racconta di momenti bui e delle difficoltà nel superarli.

Fortunatamente il processo creativo è abbastanza fluido, ci accorgiamo subito quando qualcosa funziona e siamo diventati bravissimi nel tempo a capirci e assecondarci a vicenda.

“Royal Flush” racchiude cinque brani: cosa hanno in comune e come si collegano tra di loro?

Il filo conduttore è il nostro percorso musicale. Credo già da questi cinque brani si possa notare una sorta di maturazione da parte nostra. Il collegamento principale fra loro è il nostro sound, declinato nei vari generi musicali.

Quali progetti avete per il futuro?

Suonare tanto, in giro per l’Italia e, perché no, anche all’estero! Oltre ovviamente a continuare a scrivere.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Seguiteci perché ne vedrete delle belle! Rock‘n’roll!

Deep Town Diva for Siloud

Instagram: @deeptowndiva
Facebook: @deeptowndiva
YouTube: Deep Town Diva

Credits: Conza press

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