InTheMusic: Androgynus, interview

Androgynus è una band di cinque componenti. Il loro nome d’arte rappresenta la coesistenza armoniosa di elementi maschili ed elementi femminili, che non significa non prendere una posizione, bensì essere consapevoli che per affrontare la vita al meglio bisogna necessariamente vestire questi due ruoli, in momenti alterni, o anche contemporaneamente. “Medioevo Digitale” è il titolo del loro album di debutto, a metà tra l’eredità discografica anni ’70-’80 e le sperimentazioni più moderne.

Band: Androgynus
Componenti: Gabriele Bernabò, Andrea Voira, Stefano Giuggioli, Francesco Terribile, Allegra Fanti
Età: 25
Città: Grosseto, Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Rincorretevi, Non Basta, Tramonto
Album pubblicati: Medioevo Digitale
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: Psych Pop
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, ecc.

Chi c’è dietro Androgynus?

Il nucleo fondamentale di questo primo disco riguarda molto da vicino me (Gabriele Bernabò) e Davide Sorresina che ha curato il sound design e le batterie, subito dopo ci sono Allegra Fanti che ha curato l’immaginario complessivo mentre Stefano Giuggioli, Andrea Voira e Francesco Terribile compongono la band dal vivo. Siamo di Grosseto, sui 25 anni, ma alcuni lavorano o studiano stabilmente a Roma.

La vostra attuale conformazione è frutto di un processo evolutosi nel tempo. Come nasce il vostro progetto artistico e qual è il vostro obiettivo, dal primo giorno?

La produzione del primo disco ha impiegato cinque anni e ha coinvolto molte figure artistiche e professionali. Ad un certo punto, però, l’attuale gruppo di lavoro si è interessato talmente tanto al progetto che abbiamo deciso di consacrarlo “Androgynus”.

È difficile dire che abbiamo un obiettivo, mi viene subito alla mente un approccio maschile che non sempre si confà alla sensibilità artistica, però si può dire che ci piace vedere nell’arte la portatrice di grandi e importanti cambiamenti intimi dentro l’essere umano, attraverso la meraviglia, l’ascolto, la commozione ad esempio

Qual è il significato del vostro nome d’arte e in che modo vi rappresenta?

Androgynus rappresenta la coesistenza armoniosa di elementi maschili ed elementi femminili, che non significa non prendere una posizione, bensì essere consapevoli che per affrontare la vita al meglio bisogna necessariamente vestire questi due ruoli, in momenti alterni, o anche contemporaneamente!

Quali sono le vostre influenze musicali principali e in che modo influenzano, per l’appunto, il vostro modo di fare musica?

Ascolto musica da una vita, ma se devo distinguere sicuramente un peso importante lo hanno avuto il rock, la musica classica e i grandi cantautori del passato e del presente.

Vi presentate al pubblico con un sound alternative rock molto interessante. Quali sono i vostri tratti distintivi e su quali aspetti state ancora lavorando?

I tratti più importanti di questo primo lavoro sono stati la ricerca di una evocatività sonora e di forme canzoni il più possibile concise. Per quanto riguarda i testi, non ci sono messaggi generali: ogni brano è un mondo a sé, però si parla spesso di accettazione del vuoto e di ritorno alla semplicità

“Medioevo Digitale” è il titolo del vostro album di debutto, a metà tra l’eredità discografica anni ’70-’80 e le sperimentazioni più moderne. Come nasce?

Nasce da alcune canzoni che sono arrivate mentre ero al pianoforte o alla chitarra, dopo anni di insoddisfacenti tentativi. Un’altra metà invece si è manifestata senza preavviso mentre lavoravo su Ableton, probabilmente grazie al senso di meraviglia che i primi successi sul software mi stavano donando!

Qual è il significato che si nasconde dietro il titolo di questo disco e in che modo si ricollega alla cover art che avete scelto di utilizzare?

“Medievo Digitale” è ciò che pensiamo sia la nostra epoca storica: ultra evoluta, sa fare miliardi di cose, tranne sapere quello che vuole. La cover art fa leva su questo senso di ipocrisia, una distesa di televisioni che rappresentano una bellissima foresta, ma la foresta non c’è!

“Medioevo Digitale” è fatto da sette brani: c’è un filo conduttore tra questi a livello tematico?

Il tema è sicuramente il disagio esistenziale. I ponti sonori che ci sono tra una canzone e l’altra rimarcano l’idea di un viaggio struggente dentro la psiche. Non si sa se il personaggio alla fine si libera dai propri demoni.

Quali progetti avete per il futuro?

Riallacciarsi ancora di più con quelli che sono i nostri riferimenti, ma soprattutto avere un rapporto felice con la produzione di questi contenuti musicali e visivi, in modo che questo ci renda più felici e distaccati, senza chiedere per forza alla nostra carriera di portarci chissà dove.

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Ascoltate il nostro primo disco e fateci sapere cosa ne pensate!

Androgynus for Siloud

Instagram: @androgynus__
Facebook: @androgynusmusica
YouTube: Androgynus

Credits: Busy Press

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