Dietro il progetto NOLO ci sono Giulio e Simone, che suonano insieme da 15 anni. Il loro nome d’arte è ispirato dal quartiere di Milano dove il loro progetto musicale è cresciuto e sbocciato. L’idea che hanno è quella di unire il cantautorato italiano con il mondo sonoro del pop internazionale. “Metrò” è il titolo del loro nuovo singolo, dedicato a chiunque si sia innamorato almeno una volta dopo uno sguardo incrociato in metropolitana.
Band: NOLO
Componenti: Giulio Milanesi, Simone Milani
Età: 25-30
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Le Vite degli Altri, Neon, Metrò
Album pubblicati: Drive-In, Luminia
Periodo di attività: dal 2019
Genere musicale: Pop, Rock
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, YouTube

Chi c’è dietro il progetto NOLO?
Siamo Giulio e Simone, suoniamo insieme da quando abbiamo 13 anni. Quindi da 15 anni. Residenti a Milano ai confini di Nolo, lungo le sponde della Martesana, l’east river della città. Giulio insegna e studia musica, Simone scrive e lavora per rendere le aziende più green.
Siete nati tra i banchi di scuola media. Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi e qual è stato il vostro obiettivo fin dall’inizio?
I pomeriggi dopo scuola passavano nella sala del quartiere a provare, con il sogno del rock’n’roll alla School Of Rock. In viale Monza fissi per un po’ di anni finché non abbiamo trovato uno spazio nostro poco lontano da lì. Da quel momento abbiamo cercato sempre più di renderla una strada di vita, oltre che una passione. Ci siamo incontrati tra Greco-Bicocca e NOLO (che ancora non si chiamava così!) alla ricerca dello spazio migliore per mettersi insieme a creare e divertirsi.
Il vostro nome d’arte è ispirato dal quartiere di Milano dove il vostro progetto musicale è cresciuto e sbocciato. In che modo è stato scelto?
Abbiamo scelto e di prendere il nome del nostro quartiere perché ci rispecchiavamo nella sua crescita. Noi come giovani, come progetto e il quartiere come opportunità di vita sociale e condivisione. È stata una scelta naturale, ci sembrava bello portare la nostra storia territoriale fuori dalla nostra zona di appartenenza con la nostra musica!
Quali sono le vostre principali influenze musicali, per ognuno di voi, e in che modo queste si incontrano in NOLO?
Siamo molto attirati dal sound del pop e folk internazionale. Alcuni artisti di riferimento per noi sono sicuramente i Coldplay, Bon Iver, i Mumford & Sons, The War on Drugs. Essendo cresciuti per tanti anni insieme abbiamo trovato crescendo la nostra identità sonora portando man mano gli ascolti di ogni fase della nostra vita. Oltre ai gruppi appena citati ci stanno dentro assolutamente grandissimi cantautori come Fabrizio de André, Lucio Dalla, oppure più recentemente Brunori SAS e Cesare Cremonini. Insomma, ci piace il mix di chitarre elettriche eteree sospese e l’intimità dei testi.
L’idea che avete è quella di unire il cantautorato italiano con il mondo sonoro del pop internazionale. Ad oggi, in che modo state lavorando al vostro sound e a che punto della vostra evoluzione siete?
Noi nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di andare in profondità nelle cose, sia raccontando le vicende grandi (i dubbi della vita, come la paura del futuro per la nostra generazione presente ne “Le vite degli altri”) che i momenti quotidiani più spontanei come facciamo in “Metrò” o “Neon”.
Ovviamente il sound deve rispecchiare il messaggio del brano, cerchiamo sempre di porci molta attenzione per poter rendere al massimo il significato del testo. Così si possono provare emozioni diverse: malinconia e carica, voglia di ballare e di saltare. Ognuna canzone a modo suo. Questi brani in particolare evocano un paesaggio di una città di notte con le sue luci. Per noi si chiama Luminia, ed è così che si chiamerà l’EP che li includerà (è in uscitissima a breve!).
“Metrò” è il titolo del vostro nuovo singolo, dedicato a chiunque si sia innamorato almeno una volta dopo uno sguardo incrociato in metropolitana. Cosa ha ispirato questo testo?
C’è stato un periodo in cui abbiamo utilizzato meno i mezzi pubblici e senza rendercene conto abbiamo perso un momento importante di socialità. Quando invece per motivi di lavoro ci siamo ritrovati a girare per la città in metropolitana, abbiamo iniziato a vivere quelle situazioni di incontro e di viaggio condiviso che capitano a tutti i pendolari o agli abitanti delle zone urbane. Così è nata “Metrò”, dall’immaginario creato da uno sguardo con una persona incontrata casualmente. Ci si immagina nel giro di pochi istanti una vita condivisa, una casa in centro, un cane da portare a spasso. Forse a Milano ci perdiamo, nella fretta di arrivare all’appuntamento di lavoro o a scuola, questi momenti di osservazione, di condivisione e di conoscenza ma è sicuro che capitano. Quante volte vi siete innamorat* facendo un viaggio su un aereo, treno, pullman, Metrò?
Il brano si presenta come una ballad indie-pop dalle vibes autunnali. Come avete lavorato alla sua produzione?
La produzione è stata curata collaborando con Matilde Ferrari (Plastica) che conosciamo da tanto tempo. Con lei è nata una sinergia naturale e spontanea. C’era già un’idea base immaginata precedente che è stata resa in forma musicale insieme. È bello come in studio le cose nascano sia naturalmente che con un pensiero precedente, l’unica che conta è come ci si sente alla fine. Se si sorride allora vuol dire che si è fatto un bel lavoro.
In realtà, “Metrò” rappresenta un nuovo capitolo per il progetto NOLO. Cosa è cambiato rispetto al passato?
Metrò fa parte di un percorso discografico che ha come unico obiettivo quello di fare bella musica. Ci lancia verso la sua uscita con un entusiasmo incredibile, siamo pronti per farlo sentire dovunque.
Quali progetti avete per il futuro?
Continuare a scrivere canzoni in cui ci rispecchiamo portandole in giro a chiunque.
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Grazie per averci letti e per lo spazio, vi aspettiamo mercoledì 7 dicembre al Mosso di Milano per farvi sentire tutto questo!
NOLO for Siloud
Instagram: @nolo.band
Facebook: @NoloOfficialMusic
YouTube: Nolo
Credits foto: Giuseppe Potenza
Credits: Conza press