The Junction è un power trio indie rock della zona di Padova. Hanno all’attivo centinaia di concerti sia in Italia che all’estero, interviste e live in programmi radio/web/TV, diversi contest musicali vinti, la pubblicazione di alcuni EP e la partecipazione a varie compilation. Suonano indie rock con attitudine punk, venature pop e piglio garage. “Franco Panini” è il titolo del loro nuovo singolo, in bilico tra art pop e alternative.
Band: The Junction
Componenti: Marco Simioni (chitarra, voce), Francesco Reffo (batteria, cori), Alessandro Maroso (basso)
Città: Padova
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Franco Panini , Bastards of Young, Die Alright, Crazy
Album pubblicati: Dive, Hardcore Summer Hits, Let Me Out!
Periodo di attività: dal 2008
Genere musicale: Indie, Punk, Rock
Piattaforme: Spotify, YouTube, Soundcloud, Amazon Music, Apple Music, Deezer

Chi c’è dietro i The Junction?
Siamo un power trio indie rock della zona di Padova. Suoniamo imperterriti da molti anni, durante i quali abbiamo pubblicato 3 LP (“Let Me Out” nel 2012, “Hardcore Summer Hits” nel 2015 e “Dive” nel 2019), oltre ad alcuni demo/EP. Abbiamo programmato l’uscita di alcuni nuovi singoli a partire da dicembre 2022, in collaborazione con la nostra etichetta Dischi Soviet Studio di Cittadella (PD). Il contesto più congeniale per sfogare la nostra indole indie-punk è sicuramente il live. Tutti e 3 siamo impegnati in lavori “diurni” in qualche modo lontani dal mondo della musica, ma appena possibile ci dedichiamo ai nostri strumenti.
Avete all’attivo centinaia di concerti sia in Italia che all’estero, interviste e live in programmi radio/web/TV, diversi contest musicali vinti, la pubblicazione di alcuni EP e la partecipazione a varie compilation. Come è iniziato tutto?
La band è nata ormai diversi anni fa. Marco (cantante-chitarrista), di ritorno in Italia da un periodo da studente Erasmus in Inghilterra e reduce da esperienze musicali “solamente” da chitarrista, decide che è il momento di mettere su una band per realizzare alcuni brani che ha nel cassetto, facenti riferimento a tutto quel mondo indie/noise/college rock degli anni ‘80 (con riverberi nei ’90 e diversi epigoni nei 2000), che costituisce la base della sua passione per la musica. Per rendere al meglio le idee che ha in testa, decide di provare anche a cantare. Dopo qualche mese, incontra Francesco (batterista) e il gioco è fatto.
Da cosa esce fuori il vostro nome d’arte?
“The Junction” fa riferimento al nome del quartiere dove Marco viveva in Inghilterra durante l’esperienza Erasmus, che si chiama appunto “Cemetery Junction”. In qualche modo ex post può rappresentare l’idea di qualcosa che unisce (ad esempio la voglia di suonare insieme).
Quali sono le vostre influenze musicali principali, per ognuno di voi, e come si relazionano tra di loro?
Come è ovvio che sia, in tutti questi anni abbiamo conosciuto e ascoltato molte band/artisti e la nostra musica si è evoluta (o comunque è cambiata) anche in ragione di questo. Sicuramente le band indie rock e post-punk degli anni 80 e 90 sono quelle che ci sono entrate nel DNA, quindi Sonic Youth, Pixies, Nirvana, Gang of Four, Jesus and Mary Chain, Pavement, Talking Heads, Television, Wire ecc. E poi tante altre cose, incluso per questioni anagrafiche tutto il filone indie rock degli “anni 00” (The Strokes, Bloc Party, The Cribs, White Stripes ecc.), ultimo periodo storico nel quale il rock “indipendente” (ma poi che vuol dire?) è stato anche pop. Nello specifico Francesco (batterista) è musicalmente l’anima più punk del gruppo, Alessandro (basso, con noi dal 2018) ha invece introdotto alcune soluzioni post-hardcore (Unwound e Fugazi per fare qualche esempio).
Suonate indie rock con attitudine punk, venature pop e piglio garage. Cosa avete lavorato al vostro stile nel tempo e su quali aspetti vi state concentrando attualmente?
In generale, prima di tutto vagliamo le varie nuove idee e ci concentriamo su qualcosa che ci sembra “funzioni” (che risulti in qualche modo pop, seppure in senso lato). Poi cerchiamo di realizzare i brani inserendo degli elementi per noi nuovi, alla ricerca quindi di stimoli che rendano l’esecuzione ed il risultato più interessanti. In fin dei conti suoniamo per noi stessi.
“Franco Panini” è il titolo del vostro nuovo singolo, in bilico tra art pop e alternative. Come nasce e come è stato prodotto?
Il riff di chitarra che supporta le strofe è nato ed è stato casualmente (e fortunatamente) registrato durante una delle tante jam in sala prove nel periodo di “lockdown” causa Covid. Dopo diversi mesi Marco, curiosando tra le varie registrazioni, ha individuato questo riff e da lì ha sviluppato il brano in separata sede creando un provino su Ableton. Dopo di che abbiamo iniziato a suonare il brano in sala prove e per ultimo abbiamo scritto il testo.
Il testo parla, in maniera ironica, di un qualsivoglia giovanotto italico che si presenta con nome anglicizzato e sbandiera ai quattro venti il suo supposto ‘successo’ ottenuto chissà dove lontano da casa. Cosa ha ispirato questa storia e perché avete voluto trasformarlo in una canzone?
Il testo vuole essere qualcosa di giocoso e non certo di didascalico. Certo con una sottile ironia, un po’ sullo stile dei Pavement. Siamo partiti dal profilo social di un soggetto reale che davvero “per il suo pubblico” ha tradotto il suo nome in inglese, dopo di che abbiamo lavorato di immaginazione creando la storia.
“The Junction” segna il vostro ritorno, dopo tre anni di assenza, e sarà presto seguito da altri tre brani. Cosa potete anticiparci?
Abbiamo deciso di cambiare il modo con cui ci approcciamo alla registrazione della nostra musica. Per quasi dieci anni abbiamo dedicato mesi e mesi (se non anni) di lavoro alla realizzazione di LP di 11-12 canzoni. Dopo di che pubblicavamo l’album e cercavamo di suonare dal vivo il più possibile. Esaurita la spinta propulsiva di quei brani, ci rinchiudevamo di nuovo per produrre il disco successivo.
Ora invece puntiamo a realizzare e registrare poche tracce per volta, in modo da potere, nel frattempo, anche suonare live e comunque ottenere un risultato più “fresco” e a breve termine. Dobbiamo inoltre dire che, centellinando brano per brano le uscite, tutto sommato si ottiene un’attenzione maggiore da parte del “pubblico”.
Quali progetti avete per il futuro?
A brevissimo pubblicheremo il videoclip di “Franco Panini”. Nei prossimi mesi poi verranno rilasciati (uno alla volta) 3 nuovi brani che sono stati prodotti nella stessa sessione di registrazioni presso il Soviet Studio dal nostro mentore e amico Matteo Marenduzzo. Nel frattempo, lavoriamo a nuove canzoni e suoniamo dal vivo.
C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?
Cercate e ascoltate con pazienza band anche fuori dai terreni più battuti, potreste fare delle scoperte estremamente interessanti.
The Junction for Siloud
Instagram: @thejunctionrocks
Facebook: @thejunctionrocks
YouTube: The Junction
Credits foto: Antonio Campanella
Credits: Dischi Soviet