InTheMusic: Ophelia, interview

Ophelia cerca di coltivare il suo sogno giorno per giorno, non facendosi abbattere dagli ostacoli. È entrata a far parte del mondo della musica emergente romana e il confronto con altri musicisti come lei la sprona a migliorarsi. Da poco ha rilasciato il suo nuovo singolo, intitolato “To get me”.

Nome: Benedetta
Cognome: Fattorini
In arte: Ophelia
Età: 19
Città: Roma
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Intimacy, To get me
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: Indie pop
Piattaforme: Spotify

Chi è Ophelia nella vita quotidiana?

Nella vita quotidiana sono una normale studentessa universitaria di 19 anni. Vivo a Roma. Cerco di coltivare il mio sogno giorno per giorno, non facendomi abbattere dagli ostacoli. Sono entrata a far parte del mondo della musica emergente romana e il confronto con altri musicisti come me mi sprona a migliorarmi. Chiaramente anche io ho i miei giorni no, come tutti. Ma non mi è mai venuto in mente di mollare tutto.

Il nome Ophelia ha molti significati: dalla passione e dalla devozione fino ad arrivare alla follia. Come mai hai questo nome d’arte?

Per motivi diversi in realtà. Non avevo idea di che nome scegliere all’inizio, ci pensavo continuamente. Poi ho pensato che Ophelia sarebbe stato il nome perfetto. Innanzitutto, è il titolo di una celebre canzone dei The Lumineers ed è anche il nome del celebre personaggio shakespeariano. Sia la canzone che il personaggio femminile dell’Amleto hanno un posto inclassificabile nel mio cuore.

Cosa ti ha fatto avvicinare alla musica?

Sono cresciuta in una famiglia di musicisti (nonno chitarrista, papà pianista, ecc.). Fin da piccola amavo sentirli suonare in casa, ma mi sono realmente avvicinata alla musica a 12 anni. Ho iniziato a studiare canto e chitarra, inoltre ho avuto una band con cui provavo assiduamente. Quindi sì, ci sono state tante cose che mi hanno stimolata e mi hanno fatta entrare in questo mondo.

Nella tua playlist di Spotify, quali artisti non possono mancare e quali ti ispirano maggiormente?

Sicuramente mi ispiro moltissimo a Phoebe Bridgers, una delle mie cantautrici preferite da qualche anno a questa parte. Essendo però un’amante della musica in tutte le sue forme, mi piace sempre scoprire qualcosa di nuovo. Ho una playlist interamente dedicata a The Weeknd, un’altra agli Artic Monkeys. E poi ho tutta una playlist Folk and Acoustic per i miei momenti di riflessione.

Come definisci il tuo modo di fare musica e in che modo hai trovato la tua identità artistica?

Mi sono sempre ispirata agli artisti che ascolto di più e che più di tutti sono in grado di trasmettermi qualcosa. Grazie a loro sono riuscita a trovare il mio stile, ma non solo. Lo studio e successivamente la sperimentazione con la chitarra, sicuramente mi hanno fatto trovare la mia identità artistica. Ad oggi posso dire con certezza che amo scrivere e cantare canzoni tristi, per i cuoricini spezzati e che hanno sofferto. 

Da poco hai rilasciato il tuo nuovo singolo, intitolato “To get me”. Dicci qualcosa in più!

“To get me” è nata in modo molto spontaneo, proprio come il mio precedente brano. Ero in un periodo molto stressante della mia vita, in cui tutto si ripeteva come un loop dal quale era impossibile uscire. Ho capito subito che era la canzone giusta, con la melodia giusta e il testo giusto. Come dico spesso anche ai live, “To get me” è la canzone giusta per chi ha bisogno di evadere dalla propria realtà.

Come è avvenuta la scrittura di questo brano e qual è il messaggio che deve arrivare agli ascoltatori?

Ho iniziato a scrivere “To get me” da sola, nella mia camera. Ho poi incontrato i miei produttori (con cui ormai ho instaurato un rapporto di fiducia bellissimo), e loro mi hanno aiutato a perfezionarla. Quello che vorrei è che i miei ascoltatori, percepissero “To get me” come una canzone che possa aiutarli ad evadere con la mente, a rilassarsi anche solo per quattro minuti e a non pensare per quel frangente.

Qual è la relazione tra “To get me” e le tue produzioni passate e cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi brani firmati Ophelia?

Entrambe le canzoni riflettono situazioni diverse, che mi hanno fatto stare male, ma che ho vissuto in prima persona. Sicuramente anche i prossimi brani saranno una sorta di sfogo riguardante situazioni personali, che attraverso la musica diventeranno situazioni di tutti. L’obiettivo è sempre quello di essere trasparente e sincera, altrimenti le canzoni non usciranno come vorrò

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sognando in grande vorrei sicuramente incidere un disco, fare il mio primo tour. Tutti i progetti di un normale musicista emergente che vuole fare della propria passione, il proprio lavoro. Io non mollerò mai, voglio raggiungere questi obiettivi e lavorerò sempre al massimo per poterli realizzare

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Ascoltate le mie canzoni, mi farebbe piacere se facessero parte delle vostre playlist e vi accompagnassero durante le vostre giornate. Spero che vi piacerà la mia musica e tutto il lavoro che c’è dietro. Grazie per aver letto quest’intervista e non smettete mai di credere in voi stessi.

Ophelia for Siloud

Instagram:@_opheliamusic
YouTube: @ophelia1925

Intervista di Mario Castaldo

Credits foto: Diana Basciano
Credits: Clara Redaelli

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