Viò è una giovane sarda che vive a Milano da ben 8 anni e che sempre svolto vari lavori per potersi finanziare gli studi musicali e le produzioni delle sue canzoni. La sua musica mette insieme la sua terra d’origine con diverse realtà musicali di tutto il mondo. “Lùghe” è il titolo del suo nuovo EP, risultato del lavoro di questi anni con il producer gheesa.
Nome: Elena
Cognome: Viola
In arte: Viò
Età: 29
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Tiramisù, Faccio fuori l’estate
Album pubblicati: Lùghe
Periodo di attività: dal 2022
Genere musicale: R&B, Afrobeat, Rap, Pop
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è Viò nella vita di tutti i giorni?
Sono una giovane sarda che vive a Milano da ben 8 anni. Ho sempre svolto vari lavori per potermi finanziare gli studi musicali e le produzioni delle mie canzoni. Nella vita di tutti i giorni insegno musica all’accademia Sonomusica di Milano, lavoro con vari centri di “accoglienza giovani” del comune di Milano e scrivo le mie canzoni. Sono molto legata alla mia famiglia e alla mia terra e appena posso faccio i biglietti per Cagliari, per tornare a respirare un po’ l’aria di casa.
Sono estroversa ed empatica, riesco a fare amicizia in tempo zero e adoro creare connessioni tra le persone. A Milano preferisco spostarmi in bici più che utilizzare i mezzi, adoro fare attività fisica e quando riesco faccio di tutto per viaggiare. Sono sempre stata molto curiosa e alla costante ricerca di imparare qualcosa di nuovo.
Perché Elena Viola è diventata Viò?
Una sera durante le prove con la mia band, per gioco, ho iniziato a chiudere le canzoni firmandomi “Elena Viò ya ya” e da lì, divertiti, hanno iniziato ad usarlo anche i miei amici in diverse occasioni. Alla fine ho deciso di tenere solo Viò, perché è breve, semplice e diretto.
Come nasce la tua passione per la musica e come si è evoluto il tuo percorso nel settore fino ad oggi?
Mia madre mi racconta sempre che papà da neonata mi cullava percorrendo il corridoio di casa, avanti e indietro, cantando qualsiasi canzone conoscesse e gli venisse in mente, i Pooh specialmente.
Ho sempre cantato, fin da piccola, mettevo in loop le audiocassette dello zecchino d’oro e ogni tanto mi divertivo a suonare la batteria improvvisata con i mestoli e le pentole… credo di aver avuto dei genitori pazienti. Poi a 8 anni sono entrata a far parte del coro di voci bianche del mio paese, da lì non mi sono più fermata. A 13 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto e dopo il liceo mi sono trasferita a Milano per approfondire gli studi musicali.
Quali le tue principali influenze musicali?
Mi piace ascoltare vari generi musicali che spesso alterno in base al periodo e al mio stato d’animo, in particolare ascolto tanto R&B, afrobeat, rap. Tra gli artisti che mi influenzano maggiormente ci sono Burna Boy, Tems, Wizkid, Rosalia, Beyonce, Drake, Ariana Grande, Doja Cat, Mahalia, Jorjia Smith, Kehlani, Sza, Stefflon Don, Aya Nakamura… quanto spazio abbiamo?! Potrei andare avanti ancora e ancora…
La tua musica mette insieme la tua terra d’origine con diverse realtà musicali di tutto il mondo. Come hai lavorato allo stile che oggi ti caratterizza?
È avvenuto tutto in modo naturale. La tradizione della musica folkloristica sarda è caratterizzata da ritmo, danza e melodie ricche di melismi; non è quindi così lontana dalla musica R&B. Sono differenti le sonorità ma non l’approccio, perché in entrambe viene fuori una musica viscerale in cui le storie personali diventano simboli. Metafore, racconti onirici e personaggi quasi mitici accompagnano nella mia musica un ritmo più moderno che è parte integrante della mia cultura acquisita e dei miei ascolti.
“Lùghe” è il titolo del tuo EP d’esordio, anticipato dai singoli “Tiramisù” e “Faccio Fuori L’estate”. Come nasce e come è stato prodotto?
“Lùghe”, che significa luce, è il risultato del lavoro di questi anni con il mio producer gheesa. I brani sono nati prima da una mia prima stesura su cui abbiamo poi lavorato insieme all’arrangiamento e alla struttura definitiva. L’EP è stato prodotto presso gli studi della MacroBeats dove sono state registrate anche le voci.
Il progetto è un insieme di cinque tracce per urlare al mondo il bisogno di lasciare alle spalle tutte le insicurezze che minacciano il proprio percorso, mentre con coraggio si prosegue nel cammino per ritrovare se stessi. Perché hai deciso di soffermarti su queste tematiche?
Credo che faccia parte della mia età osservare le cose che non funzionano di noi e cercare di metterle a posto. I temi su cui ci soffermiamo sono le nostre urgenze, è da lì che nasce la necessità di parlarne, proprio per questo escono da sole e le canzoni sono un’ottima occasione per guardarle in faccia.
Come hai lavorato al sound dei brani di “Lùghe” e in che modo si relazionano tra di loro?
Aver lavorato con lo stesso producer per tutto l’EP ha dato una continuità sonora a “Lùghe” nonostante le tracce abbiano ognuna una propria identità. gheesa ha dato con i suoi suoni elettronici inconfondibili un’impronta caratteristica che riesce ad adattarsi alle varie sfaccettature del mio stile.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In questo momento non sto scrivendo perché prima di raccogliere bisogna seminare e quindi mi sto ascoltando. La nuova musica esce da sola se la sai ascoltare, se la cerchi non arriva mai e probabilmente non parla di te.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Vi lascio con un detto sardo che mi piace e che un po’ è diventato il mio mantra, sperando diventi anche il vostro: “Chi no sciri arriscai no sciri gosai” (Chi non sa rischiare, non sa godere). Rischiate sempre per quello che desiderate, sempre!
Viò for Siloud
Instagram: @chiamamivio YouTube: @Viò Credits foto: Lorenzo Sterrore Credits: RC Waves