Viola Violi e Viola Rossi sono la stessa identica persona: la parte Rossi è più casalinga e quella Violi più intraprendente, ma alla fine sono lati che convivono in lei da sempre. Ha collaborato con vari artisti del panorama reggae e urban prima di intraprendere ilstuo progetto da solita. “Questa non sono io (Mostri)“, il suo nuovo brano, racconta il suo rapporto con i demoni interiori.
Nome: Viola Cognome: Rossi In arte: Viola Violi Età: 33 Città: Roma Nazionalità: Italiana Brani pubblicati: Femmina, Roma, Orso, Mare di Caffè, Facile alle lacrime, Questa non sono io (Mostri) Album pubblicati: Alma Periodo di attività: dal 2014 Genere musicale: R&B, Pop, Urban, Reggae Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, ecc.

Chi è Viola Violi nella vita di tutti i giorni?
Viola Violi e Viola Rossi sono la stessa identica persona. Anni 33, vivo a Roma sognando la campagna ma comunque vado piuttosto d’accordo col caos. Forse la parte Rossi è più casalinga e quella Violi più intraprendente, ma alla fine sono lati che convivono in me da sempre.
Perché hai deciso di cambiare il tuo cognome per il tuo progetto artistico?
“Viola Violi” fu il primo nome che misi su Facebook. All’inizio ero indecisa se chiamarmi solo Viola o lasciare Viola Violi e alla fine è rimasto il secondo, dopo suggerimenti vari. E sì, alla fine è stato meglio così!
Come nasce la tua passione per la musica e qual è stato il tuo percorso fino ad oggi?
Ho iniziato piuttosto tardi ad avvicinarmi alla musica. Sono passata attraverso le nozioni e lo studio, per cercare di costruire un messaggio artistico che sapevo di voler coltivare, senza precludermi di fare esperienze di palco varie e variopinte. Ancora studio, ancora cerco, pubblico canzoni che mi piacciono e mi sento in linea con me stessa.
Quali le tue principali influenze musicali?
Direi l’R&B, l’hip hop, l’afrobeat, il soul e i suoi derivati, di oggi e di ieri: Mahalia, Jorja Smith, Nathy Peluso, H.E.R, Mac Miller, Nai Palm, Tiwa Savage, Rosalia, Ray Charles, Al Green… Adoro anche il flamenco in generale e, insegnando, mi capita spesso di dover studiare anche molto cantautorato pop, italiano e straniero, e lo trovo sempre molto intrigante, come d’altronde anche il jazz… Qua non si finisce più eh!
Hai collaborato con vari artisti del panorama reggae e urban prima di intraprendere il tuo progetto da solita. Ad oggi, come definiresti ciò che fai?
“La roba mia”. Davvero, scrivo come mi va e collaboro con persone con le quali ho un confronto aperto e sereno.
“Questa non sono io (Mostri)” è il titolo del tuo nuovo brano. Come nasce e come è stato prodotto?
L’ho scritto pensando alla paura. Ho sentito il beat (distante dalle mie precedenti pubblicazioni) e mi è piaciuto come ha reagito la mia voce. Il testo è ispirato a varie riflessioni. Non ho accettato di avere paura per anni, avevo paura di provarla (aiuto!) e tutto si trasformava in ‘ansia’. Non è facile da spiegare, banalmente, diciamo che non sconfiggi un mostro se ti tappi gli occhi. Nella canzone dico “Questa non sono io ma una che mi somiglia, cosa sai di me – niente – non hai visto ancora – che meraviglia”. “A volte capita di sottovalutare l’effetto che alcune persone hanno su di noi e quando non ti riconosci più, devi imparare ad affrontare i mostri, vedrai, che sarà meraviglioso…”
Il singolo unisce una wave urban ad un’atmosfera ipnotica. Come hai lavorato a questo sound?
Al telefono! Non sto scherzando. Matteo Pavesi, che l’ha prodotta, vive ad appena 700 chilometri da me. Quindi ci abbiamo lavorato a distanza, confrontandoci costantemente!
“Questa non sono io (Mostri)” racconta il tuo rapporto con i demoni interiori: cosa ha ispirato questo testo e cosa vuoi raccontare ai tuoi ascoltatori?
Momenti difficili e tante tante riflessioni. Ascoltatevi bene, vogliatevi bene e a volte, se necessario, scappate pure!
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a produrre e fare sempre più concerti!
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Off topic: voglio raccontare la gioia che sento quando qualcuno mi scrive che ha vissuto un’emozione ascoltando ciò che faccio. É una sensazione indescrivibile.
Viola Violi for Siloud
Instagram: @violavioli YouTube: Viola Violi Credits: Homerun Promotion