Giacomo Visitin è diventato Hot Ice attorno ai 14 anni, ovvero quando ha iniziato a scrivere le primissime rime tra i banchi di scuola, condividendo questa passione con dei suoi coetanei. Ha alle spalle molte aperture di concerti, molte collaborazioni e molte partecipazioni a contest e concorsi. “Anche no” è il titolo suo nuovo singolo, che rappresenta il ritorno di Hot Ice al boom bap.
Nome: Giacomo
Cognome: Visintin
In arte: Hot Ice
Età: 31
Città: San Donà di Piave (VE)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Cuore Amore Determinazione, (In)Compatibili, Il Mare del Vivere, La Compagnia dell'Indie, Cool, Sopra al Limite, Re nell'Oblio, Diamanti Grezzi, Madre Terra, Anche No
Album pubblicati: Cambio della Guardia EP, Frammenti di Ghiaccio, Il Mare del Vivere EP, Atto I, Atto II
Periodo di attività: dal 2008
Genere musicale: Rap Underground, Pop Rap
Piattaforme: YouTube, Spotify, Apple Music, Deezer, Tidal, Amazon Music, SoundCloud, ecc.

Chi è Hot Ice nella vita di tutti i giorni?
Buongiorno, sono Giacomo Visintin, in arte Hot Ice. Vengo da San Donà di Piave, in provincia di Venezia, e ho 31 anni. Sono un laureato in Giurisprudenza, terribilmente insicuro e perennemente indeciso, ma che sa trasformarsi in una devastante macchina sputa-rime, in un rapper sincero e dalla lirica sofisticata, con una visione della realtà a metà tra desiderio e “chevitadimerda”, alla costante ricerca della “morale della favola”.
Perché Giacomo è diventato Hot Ice e qual è il significato di questo nome d’arte?
Giacomo è diventato Hot Ice attorno ai 14 anni, ovvero quando ho iniziato a scrivere le primissime rime tra i banchi di scuola, condividendo questa passione con dei miei coetanei. La vera origine del nome d’arte non la sa quasi nessuno, ma nel tempo ho elaborato delle spiegazioni un po’ di copertura. Innanzitutto, vuole essere un tributo a Hot Rod e Ice Cube, due rappers americani storici. E poi mi è sempre piaciuta la contrapposizione dei termini, che credo rispecchi la mia personalità.
Hai alle spalle molte aperture di concerti, molte collaborazioni e molte partecipazioni a contest e concorsi. Quando ti sei appassionato alla musica e, fino ad oggi, quali sono stati i momenti più importanti del tuo percorso nella musica?
Sono sempre stato influenzato dalla musica in generale fin da quando ero piccolo, ma mi sono avvicinato al rap ai tempi delle scuole superiori, indirizzato al genere da un compagno di classe a cui ero molto legato. Sono sempre stato autodidatta, dalla scrittura all’uso della voce.
Nel percorso ci sono state delle tappe per me particolarmente significative, prima fra tutte il periodo della collaborazione con i Jalisse, ex vincitori del Festival di Sanremo, che mi aperto la mente su vari aspetti del mondo musicale professionale.
Quali sono i generi musicali e gli artisti che ascolti solitamente?
Solitamente ascolto rap e hip hop italiano, americano e a volte francese, con qualche deviazione nel punk anni ’90/2000 e nel cantautorato italiano. Per quanto riguarda il rap italiano, sono cresciuto con Mondo Marcio, Club Dogo, Fabri Fibra. Attualmente tra gli altri ascolto molto Ensi (e i OneMic in generale), Jack The Smoker, la Machete, Johnny Marsiglia, Mistaman, Inoki e soprattutto E.Green. Di rap americano ce ne sono davvero tanti, ma quelli a cui sono più legato sono Ice Cube, The Game e in generale i rappresentanti della West Coast degli anni ’90/2000.
Stai lavorando a vari progetti, sia da solista che con altri artisti. Da cosa si riconosce il tuo tocco e in cosa si caratterizza il tuo stile?
Mi piace l’idea di portare il mio modo di scrivere e di rappare su varie sonorità e mettermi a confronto con altri artisti e altri generi. Il mio modo di rappare è abbastanza old school, se vogliamo, e cerco di non snaturarmi troppo anche nelle collaborazioni. Però cerco sempre di entrare veramente nella tematica e nel modo di scrivere più adatto al brano specifico, utilizzando eventualmente un linguaggio più diretto e tagliente del classico cantautorato.
“Anche no” è il titolo tuo nuovo singolo, che rappresenta il ritorno di Hot Ice al boom bap. Come nasce il progetto?
Nell’autunno 2022, dopo un anno di uscite pop-rap, ho sentito l’esigenza di tornare un po’ alle mie origini. Spinto anche dalla possibilità di partecipare al nuovo album di FatherFab, mc storico di Pavia, ho deciso di ricontattare per la produzione Nopius, un caro amico e collega con cui avevo alle spalle già altri progetti, tra cui “Cool”. Da lì sono fioccate le idee su chi coinvolgere in questo viaggio, tra cui il regista James Dawson per il video ufficiale.
Quali tematiche affronti nel brano e, dal punto di vista compositivo e musicale, come hai lavorato alla sua produzione?
La tematica trattata è in sostanza una variazione sul tema rispetto alla proprio a “Cool”. Si tratta infatti di un sarcastico, pungente e deciso sfogo contro il panorama musicale del presente e del recente passato, alimentato dall’apparenza, dal denaro e – perché no? – dal trash.
Dal punto di vista compositivo e musicale, sono stati utilizzati potenti sample e c’è stata una valorizzazione di cassa e rullante, oltre che del basso, come tipico di questo genere. Inoltre, è stata ripresa la tecnica dello scratch in beatbox, magistralmente eseguito da Nopius, che già avevamo utilizzato in un precedente lavoro. Il ritornello credo resti facilmente in testa, e questo aiuta anche in ottica live per il coinvolgimento della gente.
Qual è il rapporto tra “Anche no” e le tue produzioni passate e in che modo questo brano anticipa le tue prossime uscite?
Il brano si pone in diretto collegamento con i precedenti lavori più strettamente rap, in particolare la triade di singoli del 2020 costituita da “Cool”, “Sopra al Limite” e “Re nell’Oblio”. Suppongo che le prossime uscite seguiranno questa scia, e molto probabilmente vedranno anche delle collaborazioni al microfono.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente altri singoli e collaborazioni, su cui sono al lavoro. Probabilmente dei progetti con il mio gruppo Brain Smokerz. E come ciliegina sulla torta, uno spettacolo teatral-musicale su cui sono all’opera in collaborazione con il cantautore Gilberto Ongaro.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Innanzitutto, volevo ringraziare voi per questa possibilità. E poi ovviamente tutti coloro che avranno avuto la pazienza di arrivare a leggere fino a qui. Ancor di più grazie a chi vorrà sostenermi artisticamente sulle piattaforme, sui social o in qualunque altro modo, perché sono cose davvero fondamentali per gli artisti indipendenti, autoprodotti e autodistribuiti come me.
Hot Ice for Siloud
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YouTube: Hot Ice original
Credits foto: Alina Bragato Elena Camporeale