InTheMusic: Gero Riggio, interview

Gero Riggio si reputa un cantautore semplice che racconta la verità. I suoi giri armonici sono fatti di passaggi semplici, perché vuole che semplice sia il suo messaggio, fruibile a tutti, grandi e piccini. “Crescere” è il titolo del suo nuovo singolo, dal carattere pop e dai toni delicati e ipnotici. Il brano parla di quei momenti della vita importanti, proprio come dice il titolo, per crescere.

Nome: Gero
Cognome: Riggio
In arte: Gero Riggio
Età: 36
Città: Mussomeli (CL)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Crescere, Luci rosse luci blu, Buongiorno amore mio, Veleno, Svuoto il bicchiere
Album pubblicati: Un anno in più, Guardando nel mio specchio
Periodo di attività: dal 2009
Genere musicale: Pop, Indie, Rock
Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple music, Amazon music, ecc.

Chi è Gero nella vita di tutti i giorni?

Gero è un ragazzone trentaseienne che vive nella meravigliosa Mussomeli, un piccolo salottino medioevale del centro Sicilia, territorio che sempre lo ha ispirato nella scrittura e nella composizione. Fin da piccolo estroverso (ed eccentrico) ha subito mostrato l’attaccamento ad ogni forma d’arte: prima disegnatore, poi animatore e infine ha trovato nella musica una strada amica che lo ha reso felice. Scrivere canzoni rende felici.

In che modo il tuo nome d’arte si relaziona con il tuo vero nome e perché hai scelto di utilizzarlo per il tuo progetto artistico?

Ma in realtà la storia del mio nome è particolare: all’anagrafe ho due nomi molti comuni dalle mie parti: Calogero e Pasquale. E da piccolo sono stato sempre chiamato da tutti Gero (finale di Calogero). Gero è un nome corto, molto diretto e che ha una fonicità che mi piace molto. Col cognome, Riggio, crea quasi un gioco di parole, quindi ho deciso di mantenere Gero Riggio. 

Come nasce la tua passione per la musica e quali sono stati i momenti più importanti del tuo percorso fino ad oggi?

Bisognerebbe scavare indietro nel tempo. Che ricordi le prime apparizioni pubbliche avvenivano nei matrimoni di familiari o amici quando mi catapultavano (spesso contro le mie intenzioni) nella postazione canto. Io cantavo, vedevo gli altri felici ma non mi interessava di quel dettaglio. Poi ho scoperto la chitarra in un centro giovanile e da lì ho cominciato a scrivere le mie prime canzoni, anche se prima mi divertivo a riscrivere testi in italiano di grandi hit internazionali. Misuravo la mia capacità di autore.

Sarà stato il caso o sarà perché avevo questa naturale predisposizione, con il mio primo singolo riuscii ad approdare in prima serata su Rai Uno finalista a Castrocaro. Da quel momento in poi ho dedicato la mia vita allo studio, alla ricerca, alla scrittura affidandomi al mio talento. Sono nate tantissime canzoni che mi hanno portato su e giù per l’Italia a ritirare premi di vari concorsi. Ho alzato la mira e ho centrato due contest importantissimi: Musica contro le mafie e Sicurezza Stradale in Musica, che mi hanno permesso di calcare palchi prestigiosi (Club Tenco, Palermo chiama Italia, Primo Maggio Roma, Radio Italia Live Milano, Giffoni Film Festival) e di condividerli con personaggi incredibili del mondo dello spettacolo.

Quali sono i generi musicali e gli artisti che ascolti solitamente?

Ascolto un po’ di tutto ma dico la verità, prediligo la musica italiana perché è il mio spazio, la mia dimensione. I principali quattro artisti che seguo da tempo sono Cremonini per il suo cantautorato a tinte british, Niccolò Fabi per la sua sensibilità da terapeuta, Brunori Sas perché rappresenta il compromesso perfetto tra Indie di qualità e pop cantautorale di quantità. Inoltre, amo i Coldplay perché viaggiano su un metaverso musicale ricco di tanti colori e sfumature.

Quali sono i tratti fondamentali del tuo stile e in che modo i tuoi ascolti si riversano nelle tue produzioni?

Mi reputo un cantautore semplice che racconta la verità. I miei giri armonici sono fatti di passaggi semplici perché così voglio che semplice sia il mio messaggio, fruibile a tutti, grandi e piccini. Una scelta insolita che spesso mi tiene a distanza dalle mode ma che preferisco. Credo di scrivere canzoni che durino nel tempo ed è questa la cosa che mi interessa di più. Sperimento molto, a volte oso altre rimango comodo nella mia comfort zone. I miei ascolti influenzano indirettamente le mie produzioni. Il gusto stimola le mie idee e il mix che viene fuori è quello che cercavo.

“Crescere” è il titolo del tuo nuovo singolo, dal carattere pop e dai toni delicati e ipnotici. Come nasce?

“Crescere” è una canzone importante che certamente merita di essere ascoltata e interpretata. “Crescere” è un sentimento, una sveglia che suona nel bel mezzo della notte. Nella vita di ognuno ‘tentiamo’ sempre di skippare alcune decisioni “vabbè dopo se ne parla!”. Crescere è quel momento che non puoi rimandare più, quel momento in cui devi prendere una decisione e caricarti delle tue responsabilità. Scriverla mi ha liberato di alcuni pesi personali. Insieme al mio produttore Leo Curiale, abbiamo pensato di costruirgli un vestito musicale delicatissimo fatto di suoni ricercati che incarnassero il sentimento che esprimeva il testo. La chicca è la crescita esponenziale dell’arrangiamento che “cresce” insieme al resto della canzone.

Il brano parla di quei momenti della vita importanti, proprio come dice il titolo, per crescere. Cosa ha ispirato questa tematica e perché hai deciso di trattarla?

Il tema della crescita intesa come crescita interiore è qualcosa che mi affascina da sempre. Mi sono focalizzato su una cosa che viene rivolta spesso “Oh ma quando cresci?” Mi sono concentrato su quella frase e mi sono chiesto “ma cosa vuol dire crescere?” E lì ho iniziato il mio viaggio di ricerca della risposta che più si avvicinava alla mia verità.

”Crescere”, in realtà, anticipa il tuo il tuo terzo album. Cosa puoi anticiparci?

Posso anticipare che sarà un album atomico, pieno di tanti colori e di tante canzoni diverse tra loro che fanno sorridere, sognare, emozionare, riflettere e incuriosire. Io onestamente non vedo l’ora di pubblicarlo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Parlare di progetti è un po’ complicato. Purtroppo, e mi costa molto affermarlo, non basta vincere premi, non basta scrivere canzoni importanti o calcare palchi incredibili. Viviamo in un’epoca dove la curiosità, la novità viene considerata superficialmente e quindi per me diventa davvero difficile concentrare tutti i miei sforzi su dei progetti che abbiano una durata lunga. Si vive alla giornata e non dovrebbe essere così. Però ho le spalle larghe e un’età che mi permette di credere ancora nel valore delle cose che abbiamo da dire. Ho imparato che è la musica che ti sceglie e tu devi rendergli merito, sempre. 

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Di sostenere questi progetti. Di essere sempre curiosi, saper ascoltare e guardare oltre la forma delle cose. Le canzoni sono momenti per cui ne vale la pena. Grazie.

Gero for Siloud

Instagram: @geroriggio
Facebook: @geroriggiofficial
YouTube: jerocomix

Credits foto: Salvatore Giardina
Credits: Carioca Records

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