InTheMusic: Livrea, interview

Livrea nella vita di tutti i giorni è mille persone diverse che, se si trovassero nella stessa stanza per 24 ore, si strapperebbero i capelli a vicenda e poi farebbero una gran festa. È figlia degli anni 2000, influenzata musicalmente dalle grandi cantanti jazz e dall’R&B anni ’90. “Il Canto Del Villaggio (Atto I)” è il primo capitolo della nuova trilogia firmata Livrea, una raccolta di tre atti che traccia il percorso verso la liberazione dei demoni che ti circondano ed ossessionano.

Nome: Sofia
Cognome: Bressan
In arte: Livrea
Età: 22
Città: Cerea (VR)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Katábasis, Corpi astrali, Houdini, L'era dell'acquario, Latte versato
Album pubblicati: Il canto del villaggio (Atto I), Luna calante (EP)
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: Soul, R&B
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, ecc.

Chi è Livrea nella vita di tutti i giorni?

Livrea nella vita di tutti i giorni è mille persone diverse che, se si trovassero nella stessa stanza per 24 ore, si strapperebbero i capelli a vicenda e poi farebbero una gran festa. Sono una ragazza di 22 anni, per ora abito nella pianura padana più profonda, e mentre cerco di fare musica lavoro come barista, tra le altre cose studio il pianoforte, leggo libri, coccolo il mio cane e faccio piccoli viaggi in van. 

Come nasce il tuo nome d’arte e in che modo ti rappresenta?

Livrea è sinonimo di corazza, copertura, per me è una metamorfosi. Il termine zoologico determina il piumaggio di alcuni uccelli, tipo le piume del pavone, che mutano in base alle necessità del momento. Per me Livrea è questo: trasformazione, adattamento, corteggiamento.

Quando hai scoperto la musica e, soprattutto, quando hai scoperto di poterne fare qualcosa in più?

I primi tre anni della mia vita li ho passati piangendo e non facendo dormire nessuno, i miei genitori dicono che canto da allora. Nonostante abbia altre mille passioni credo di non aver mai avuto realmente un piano B. Ho iniziato a prendere lezioni di canto all’età di 12 anni e da quando ne ho 14 canto in un coro gospel, realtà affascinante che mi ha aperto le porte della musica soul, gospel, R&B, ecc. 

Sei figlia degli anni 2000, influenzata musicalmente dalle grandi cantanti jazz e dall’R&B anni ’90. Quali sono gli artisti che ascolti solitamente e come si riversano nelle tue produzioni?

Gli artisti che mi hanno influenzata sono davvero infiniti. I primi che mi vengono in mente sono Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Lauryn Hill, Amy Winehouse, Eve, Björk, Ornella Vanoni, Lucio Battisti, Pino Daniele, Levante, Brunori Sas. Alcuni hanno influenzato la mia penna (che sicuramente si evolverà nel corso del tempo), altri la mia vocalità e altri ancora mi hanno fatto capire l’importanza della definizione di un paesaggio sonoro e visivo.

Credi fortemente nell’ibridazione delle discipline creative. In che modo diverse forme d’arte confluiscono nella tua vita e come definiscono il tuo progetto artistico?

Credo moltissimo nella possibilità di interazione tra discipline creative perché mi sembra un modo per potenziare l’idea e renderla universale. Il corso di Arti Visive all’università IUAV di Venezia mi ha trasmesso questo approccio poliedrico. Nella vita ho avuto la fortuna di conoscere persone che mi stanno vicine e supportano il mio progetto e questa visione, primi fra tutti Daniele Zen (regista) e Vernante Pallotti (sceneggiatrice, autrice e giornalista musicale).

“Il Canto Del Villaggio (Atto I)” è il primo capitolo della nuova trilogia firmata Livrea, una raccolta di tre atti che traccia il percorso verso la liberazione dei demoni che ti circondano ed ossessionano. Dicci qualcosa in più!

“Il canto del villaggio” è nato come un viaggio strutturato in più fasi, successivamente si è concretizzato nella trilogia. L’incipit è la frase “Canto per liberarmi dai demoni”, gli 11 brani che seguono tracciano un percorso verso la liberazione che verrà conquistata nel terzo atto. Il concept album è arricchito da una forte presenza estetica ambientata in un paesaggio rurale influenzato da barlumi magici e ancestrali.

I quattro brani che compongono il primo atto rappresentano una riflessione introspettiva che cela una disperata richiesta d’aiuto. Cosa ha ispirato queste tematiche e in che modo si sviluppa la narrazione dei vari racconti?

Nel primo atto avviene una riflessione su quelle che sono le mie vere paure, i demoni che mi circondano nella vita reale, le tematiche sono semplicemente estratti di quotidianità. Se nel primo brano metto sul tavolo le motivazioni che mi spingono a scrivere, dalla seconda canzone in poi inizia la vera messa a fuoco di quelli che sono i problemi, la narrazione di questi diventa la chiave per esorcizzarli.  

In termini di sound, cosa caratterizza il progetto e come ne hai definito le varie sonorità?

Il sound del progetto ha sicuramente delle radici soul e R&B. La collaborazione con il produttore Antonio Citarella, in arte Nubula, è stata fondamentale per l’intera definizione dell’universo sonoro. Abbiamo prediletto l’incremento di elementi vivi e la partecipazione di più musicisti è stata preziosissima, ringrazio infinitamente Jabba, Davide Lorenzetti, Niccolò Braggio e Tommaso Ubertini.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Suonare fortissimo e ovunque, scrivere tante canzoni.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Potrei scrivere una frase ad effetto, ma non sarei credibile. Grazie per il tempo speso su queste righe, spero di vedervi davanti ai palchi e che la musica vi arrivi dritta al cuore! A presto.

 Livrea for Siloud

Instagram:@livrea___
Facebook@Livrea
YouTube@livreamusicit

Credits foto: Noemi Trazzi
Credits: RC Waves

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