InTheMusic: 43.Nove, interview

43.Nove vogliono che la loro musica sia fresca, innovativa ma anche introspettiva, e che porti gli ascoltatori a riflettere sul periodo storico che stiamo vivendo. “Ho perso di vista me” è il titolo del vostro primo album ed è un riassunto del percorso che avete fatto finora.

Band: 43.Nove 
Componenti: Cristiano Giannecchini (voce), Francesco Di Martino (basso), Filippo Taccola (batteria)
Età: 23-24
Città: Viareggio 
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Capita alle volte, Finestra, Castello, Immagini
Album pubblicati: Ho perso di vista me
Periodo di attività: dal 2020
Genere musicale: Pop
Piattaforme: Spotify, Apple music, YouTube

Chi c’è dietro i 43.Nove?

Siamo un team strutturato. Oltre a noi c’è Bonnot, nostro produttore che salutiamo, Piero il nostro mentore e fonico che cura la parte artistica del live, la Tube Music la nostra agenzia di booking che ci ha regalato occasioni incredibili come l’apertura del concerto di Blanco e il Capa il nostro tuttofare. 

Siete un gruppo che è riuscito a farsi ben conoscere nell’estate 2020 con il vostro primo singolo “80Estate”. Come nasce il vostro progetto artistico? 

L’idea nasce da Elia e Cristiano, che hanno creato un progetto con una base fresca e interessante arricchita dal cantautorato italiano. Il progetto ci ha visti superare molti ostacoli, ultimamente possiamo dire di aver capito come si guida questa macchina, uno sguardo alla professionalità che ci sta aiutando a fare squadra e a raggiungere obiettivi. 

A cosa si deve il vostro nome d’arte e perché vi rappresenta?

43.Nove è un nome d’arte che fa riferimento alle prime 3 cifre delle coordinate di latitudine del parallelo che passa in Versilia, più precisamente la casa di Elia dove è nato il progetto. 

Quali sono i vostri riferimenti artistici e in che modo questi si riversano nelle vostre produzioni?

Ci sono molti riferimenti artistici, dai più remoti ai più recenti. Il taglio funk sicuramente vede un’influenza comune dei Red Hot Chili Peppers. Adesso ognuno di noi ha diverse ispirazioni, Cri è innamorato di Paolo Nutini ad esempio. 

Siete irriverenti, sfacciati, ma allo stesso tempo profondi e con ideali che promettete di diffondere. Cosa definisce il vostro stile e cosa volete trasmettere a chi vi ascolta?

Sicuramente ognuno di noi ha uno stile diverso con il quale si identifica, tutti questi stili nell’insieme denotano un’atmosfera di freschezza che definisce il nostro tipo di musica.

La nostra musica vuole essere fresca, innovativa ma anche introspettiva, deve portare gli ascoltatori a riflettere sul periodo storico che stiamo vivendo. Ci sono brani introspettivi per indurre le persone a porsi delle domande e altri più semplici che evidenziano gli aspetti necessari della vita togliendone il superfluo. 

“Ho perso di vista me” è il titolo del vostro primo album. Come nasce e come è stato prodotto?

L’album è un riassunto del percorso che abbiamo fatto finora. Si tratta di una crescita che ci ha visto tutti protagonisti, sia l’uno con l’altro che individualmente. È nato perché il percorso fino a adesso è stato pieno di emozioni, sia positive che negative. Un flusso emotivo che ha portato appunto alla “Perdita” della retta via, della strada da percorrere e quindi a perderci di vista. L’obiettivo è ritrovarsi e l’album è stato l’input che ci serviva per rimboccarsi le maniche e credere veramente nel progetto. 

La tracklist del disco è l’anello che congiunge il passato e il presente dei 43.Nove. Cosa raccontare nei vari brani e in che modo rappresentano la vostra evoluzione artistica?

C’è un filo conduttore, c’è una storia che lega le 9 tracce dell’album che non vogliamo spoilerare del tutto. Ci sono però alcune parole chiave che possiamo darvi per farvi entrare nel nostro viaggio.

L’album racconta noi, o meglio le nostre personalità, le nostre emozioni in terza persona. Si tratta di entità concreta, un essere vivente che pur non conoscendo la terra e come vivono gli “esseri umani” viene da un’altra galassia per vivere alcune tappe di vita dei 43.nove incontrando ad esempio l’ingenuità dell’adolescenza, un amore non corrisposto, l’autocritica e tante altre emozioni fino al giudizio/critica dell’approccio superficiale alla vita.

Come avete lavorato alla produzione del disco e quali sono le sonorità che avete riversato all’interno?

La stesura del disco è iniziata con l’EP “Storia di un uomo” nel 2020, si è poi completata quest’anno. Si sente molto la volontà di arricchire il suono, solo negli ultimi brani abbiamo proposto un approccio moderno con l’utilizzo di qualche synth. In linea generale abbiamo comunque mantenuto il nostro sound fresco, in questo modo siamo alla ricerca di un ‘impronta stilistica che identifichi noi 43.nove. 

Quali progetti avete per il futuro? 

Conquistare il mondo. Siamo carichi, abbiamo voglia di portare ovunque nostra musica. 

C’è qualcosa che vorreste dire ai nostri lettori?

Credete nei vostri sogni, è importante avere uno scopo anche se a volte sembra tutto difficile. 

43.Nove for Siloud

Instagram: @43.nove
YouTube@NOVE

Credits foto: Giuseppe Magnanimo
Credits: BigTime press

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