Denise Galdo, in arte Denise, è una cantautrice, fotografa e videomaker. Nelle sue produzione c’è sempre del sogno, tema ricorrente espresso anche nella narrazione musicale dei brani, e molta introspezione. “Dov’è finito il mare” è il titolo del suo nuovo album, che arriva a dodici anni di distanza dal precedente.
Nome: Denise
Cognome: Galdo
In arte: Denise
Età: 36
Città: Salerno
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Cenere, Dov’è finito il mare, Golden Age, Parrots, Le parole
Album pubblicati: Uninverse, dodo, do!, Dov’è finito dil mare
Periodo di attività: dal 2008
Genere musicale: Indie Pop
Piattaforme: Spotify, YouTube, Apple music, Amazon music, Tidal, Deezer, ecc.

Chi è Denise nella vita di tutti i giorni?
Sono una cantautrice, fotografa e videomaker.
Perché hai scelto di utilizzare il tuo vero nome, a meno del cognome, per il tuo progetto artistico?
Ero alle prime armi con questo nuovo progetto. Volevo mi rappresentasse al cento per cento e cosi seguii il consiglio di mio padre e del mio compagno dell’epoca che suggerirono la soluzione più semplice ed incisiva ovvero d’essere fortemente me stessa anche nella scelta di utilizzare il mio vero nome.
Hai sempre sperimentato la tua vena creativa in varie forme. Come sei approdata alla musica e cosa ti tiene legata ad essa da così tanti anni?
Ero molto piccola, il mio gioco preferito era cantare e registrare di continuo canzoni che inventavo al momento su ogni cosa vedessi. Crescendo, in seguito, sentii parlare di un coro e supplicai a mia madre di portarmici, da lì è stato un susseguirsi di eventi e incontri fortunati come quello con Alessandro Di Liegro che è stato mio compagno e co compositore di tutte le canzoni presenti nei miei primi due album.
Quali sono i generi musicali e gli artisti che ascolti solitamente?
Non lo penserebbe nessuno, ma sono amante della musica ambient e al contempo ultimamente ho avuto un rimando alla dark new wave degli anni ‘80. Amo anche molta musica elettronica e cantautori come Syml o Ry x.
Parlaci ora della tua musica: cosa caratterizza lo stile di Denise e in cosa è riconoscibile in particolar modo?
Io credo che la caratterizzazione di qualcosa sia visibile dall’esterno, dunque dovrei fare io a voi questa domanda. Sicuramente c’è del sogno, tema ricorrente espresso anche nella narrazione musicale dei brani, molta introspezione, di più non saprei dire.
“Dov’è finito il mare” è il titolo del tuo nuovo album, che arriva a dodici anni di distanza dal precedente. Come nasce?
Questo titolo nasce da una riflessione sul mare inteso come mare interiore. Parliamo di un infinito spazio fatto di flussi emozionali e inconsci, talvolta tempestosi, collocati dentro di noi. Più volte ho cercato di domarli, credo che piuttosto vadano osservati, compresi nei loro tumulti, fragori. O anche accettati, sfruttati per evolvere, compresi. Dov’è finito il mare è dunque un modo per riconnettersi a quel profondo io, celato dentro di noi.
Il progetto vuole essere un inno al mare, vero protagonista degli otto brani che lo compongono. Come hai scritto i testi delle varie tracce e di cosa raccontano, nello specifico?
Le tracce raccontano di questa presa di consapevolezza, c’è la golden age che è ad esempio la mia idea utopica di era dove l’empatia non è vissuta come un limite ai giorni nostri ma piuttosto un dono, un prisma educativo su cui baserei, ripeto, utopicamente, le colonne della socialità, del mondo. Ogni brano ha però un suo vissuto anche pratico, direzione ad esempio è dedicato ad un uomo che non prendeva una seria direzione nella mia vita e cenere ad una fine di una relazione d’amore e corporea con un partner.
Il disco si presenta con un carattere fortemente introspettivo, capace di dare al mare connotati che rispecchiano emozioni e sensazioni umane. Quali sonorità hai portato nel progetto e come ci hai lavorato?
Spesso nei brani ci sono momenti tumultuosi, fragorosi, come il finale di “feel the love” che rimanda alle onde fragorose che durante le rec riuscivo a scorgere nel luogo in cui alloggiavo, ad Ascea Marina. Ricordo delle onde nere grandissime in spiagge spoglie di tutto e immense, immerse nel buio. Ricordo quanto quella visione fosse attraente e desolante al contempo, incontrollabile e pura, esattamente ciò che spero siamo riusciti a riportare nelle sonorità del disco.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuare a far musica con la sacralità che essa merita, con la giusta condivisione, con il sorriso in volto.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Di non smettere mai di seguire quel tonfo e senso di improvviso vuoto nella vostra pancia, è quello l’amore vero, il seme dei sogni. È il nostro mistero, il motivo del nostro esser qui, preghiera e brace.
Denise for Siloud
Instagram: @denisegaldo
Facebook: @Deniseproject
YouTube: @deniseproject
Credits foto: Alessandro Cantarini
Credits: Marco Negro