zaib nella vita di tutti giorni è un venticinquenne di Milano con la testa sempre fra le nuvole, un sognatore. Le sue varie influenze culturali si fondono a formare il suo stile musicale come in una composizione cubistica. “vide” è il titolo del suo nuovo singolo che riprende il filone narrativo delle passate release.
Nome: zaib
Età: 25
Città: Milano
Nazionalità: Italo-ivoriana
Brani pubblicati: lontano, clichè, vide, Tempête
Genere musicale: R&B, Pop, Hip hop, Black music
Piattaforme: Spotify, YouTube

Chi è zaib nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni zaib è un normalissimo venticinquenne studente-lavoratore iscritto alla facoltà di ingegneria con la testa fra le nuvole, un sognatore. So cos’è la vera felicità solo quando mangio qualcosa di buono, ho costantemente fame. Alle volte bisogna ripetermi le cose più volte perché vivo h24 nella mia mente. Poi ci sono i defetti, ma dettagli.
Come nasce il tuo nome d’arte perché rappresenta al meglio il tuo progetto?
Il mio nome d’arte nasce da una crisi di identità e dalla conseguente ricerca del mio io, arrivando alla conclusione che “non posso trovare la mia identità altrove che non sia dentro me stesso”, cosa che sembra molto scontata, ma a me per ossimoro è risultato molto più semplice andare a cercare me stesso all’esterno perché non avevo i mezzi per affrontare la mia psiche da quel punto di vista. Infatti, “zaib” sarebbe il mio acronimo (Zouzoua Axel Israel BLE), una specie di riassunto della mia personalità, della mia esistenza e della mia essenza. Ognuno di questi quattro nomi ha un peso e quindi un carattere specifico nel mio immaginario artistico.
Penso rappresenti al meglio il mio progetto prima di tutto perché “zaib” come nome mi aiuta a ricordare a me stesso che non sono una cosa sola, come non lo sono le mie influenze musicali, culturali e artistiche, e quindi andrebbe benissimo sperimentare qualora io ne sentissi il bisogno, qualora sentissi io la necessità di esprimermi accentuando di più una determinata sfaccettatura di me, della mia arte. Poi partendo da qui, la mia musica risente molto del mio nome – inteso come personalità – dal momento in cui mi pongo sempre come interprete della mia coscienza che a sua volta vuole servire la musica raccontando le emozioni che prova direttamente oppure che osserva.
Come è nata e come si è sviluppata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica nasce in chiesa quando avevo circa sei anni (chiesa evangelica, e quindi nei cori gospel). Poi fuori dalla chiesa si sviluppa attorno al movimento hip-hop statunitense in particolare attorno a generi come l’R&B, la dancehall, il reggae, la pop e il rap.
Hanno un importantissimo ruolo nello sviluppo della mia passione per la musica la corrente francese dello stesso movimento hip-hop con i generi sopracitati, la musica “zouk” francese degli anni 2000 e tutta la musica africana, dico musica africana perché chiamarla afrobeats sarebbe un po’ riduttivo. Infatti, tra “afrobeats” e hip-hop, nasco prima come ballerino, passione che coltivo ardentemente fino alla fine delle scuole superiori e che mi ha sempre portato ad ascoltare e percepire la musica con un’altra chiave di lettura per cui sono molto grato.
Quali sono le tue principali influenze artistiche?
Tra le mie principali influenze artistiche, musicalmente parlando, cito in primis Ms Lauryn Hill, l’ho conosciuta per la prima volta tramite il film Sister Act, definisco la sua musica “la cura”. Artisti come Rihanna, Stromae, Labrinth, Frank Ocean, Ornella Vanoni e Salif Keita mi accompagneranno per sempre, e anche se arriverà un momento in cui non li ascolterò spesso, sarà comunque così perché penso di non aver mai imparato così tanto sulla musica solo ascoltando e studiando questi artisti.
Hanno una influenza abbastanza profonda sulla mia visione le maschere della Costa d’Avorio, il mio paese di origine. Ogni maschera è associata ad una tribù, e quindi ad usanze e cerimonie specifiche, balli, rituali, simbolismi e prestanze diverse e comunque specifiche. Accanto a ciò mi sento di citare correnti artistiche come l’espressionismo e il romanticismo perché hanno avuto un impatto importante sul ‘mood’, l’immaginario collettivo nonché semantico della mia scrittura.
Sono molte le culture musicali dietro il tuo stile e, quindi, il tuo progetto artistico. In che modo queste si fondono a formare il tuo stile e qual è il tuo ideale di musica?
Bella domanda, a primo impatto direi non lo so, ma ragionandoci penso le mie varie influenze culturali si fondino a formare il mio stile come in una composizione cubistica. In effetti, durante il periodo in cui attraversavo la mia crisi di identità, mi ero infatuato del cubismo di Picasso. Ero, e lo sono tuttora, meravigliato da questa forte spinta a voler rappresentare e far coesistere diverse prospettive di una certa realtà in una stessa dimensione spazio-temporale, penso di aver appreso da lì!
Per quanto riguarda il mio ideale di musica, fino a pochi mesi fa avrei risposto con “Frank Ocean”, però ora come ora direi ancora la musica di Frank Ocean ma con qualcosa di classico e un pizzico di afro, il tutto guidato dalla genialità di Labrinth e dall’espressività di XXXTentacion. Non so cosa verrebbe fuori, ma sono molto curioso anche io.
“vide” è il titolo del tuo nuovo singolo, prodotto da niciPGTL e naive, che riprende il filone narrativo delle passate release. Dicci qualcosa in più!
“vide” è la mia risposta a un “tu non tieni a me quanto io tengo a te” durante una lite di chiusura di relazione al telefono a San Valentino o un paio di giorni prima, non ricordo bene. Durante quella chiamata ero molto arrabbiato, però non avevo espresso tutto quello che avrei voluto perché volevo solo chiudere. Mentre scrivevo invece era stato come rivivere quell’istante, quindi le parole di “vide” sono ciò che avrei veramente voluto dire durante quella telefonata, con qualche riflessione in più. Ricordo di averci messo molto a scrivere il ritornello, forse diversi mesi, perché volevo descrivere in quattro versi come mi sentivo in quella relazione.
La produzione e l’arrangiamento hanno subito anche loro un viaggio importante. Inizialmente io e niciPGTL eravamo arrivati ad un punto in cui io dicevo che serviva un’aggiunta di produzione e lui che non sapeva dove andare a parare perché il brano era già molto espressivo per cui era difficile metterci mano. La situazione comunque non ci allarmava, eravamo molto chill a riguardo, e tempo al tempo abbiamo conosciuto na1ve e collaborando lui è uscita l’attuale “vide” con il simil sound reggaeton e alcuni synth sparsi di qua e di là per il brano.
Il brano si presenta con un’innovativa cifra stilistica, una forte spinta internazionale tra suggestioni provenienti dalla black music e da un velato reggaeton. Come avete lavorato al suo sound?
In realtà, non c’è mai stato uno studio accurato dalla partenza, nel senso che non si era deciso a priori cosa si avrebbe voluto fare. Parte tutto da un sample gentilmente rubato a un noto artista, sample lavorato molto bene e in maniera molto creativa come sa fare niciPGTL, poi non ricordo se ero in studio con lui oppure se mi ha mandato dopo la bozza della strumentale. In ogni caso, è stato tutto abbastanza casuale e ci siamo lasciati guidare dal brano stesso e, appunto dopo la sua costruzione, il brano ha subito questo intervento in cui sono stati aggiunto degli spunti latini per far muovere la gente su delle parole tristi.
”vide” è un continuo cambio di lingua e linguaggio: cosa comporta questa evoluzione continua e, più in generale, quali tematiche tratti in questo singolo?
Su cosa comporti il cambio di lingua e linguaggio continuo, inteso come conseguenza letteraria e quindi poetica, non so esprimermi molto, nel senso che non è stato quello il centro del mio studio e della mia ricerca durante la stesura del testo. Ciò su cui mi sono focalizzato, come faccio sempre, è come descrivere e far arrivare al meglio le emozioni che sto provando pensando alla situazione e al contesto che voglio rappresentare, che voglio esprimere. Quindi il mio studio è basato su una ricerca di immagini che scandiscano al meglio lo storytelling e che ne rappresentino almeno il trenta percento memorabile, e ciò si traduce anche in una ricerca di parole precise e creative in correlazione con le note delle linee melodiche.
Qui in generale parlo dei momenti salienti di una relazione in cui non stavo bene…strano! Inizio rinfacciando certo dinamiche alla persona come per ricordarle con arroganza che ero come il centro del suo mondo e che la facevo stare bene e che ne ero consapevole, comportamento che solitamene ci scappa solo nei nostri momenti di vulnerabilità in cui ci sentiamo indifesi, soprattutto se attaccati da chi amiamo. In particolare, hai presente quando sei talmente arrabbiato e hai sete di vendetta, che passi la fase aggressiva ed entri in quella fase in cui prima di parlare scegli attentamente le tue parole e ti esprimi con disprezzo e delusione perché il tuo unico obiettivo è quello di pungere? Ecco, questo è il mio mood ogni volta che canto “vide”… cioè sono un sottone che ci prova e di volta in volto c’è l’upgrade.
Un’altra tematica a me importante che catturo nel brano, seppur in maniera non approfondita, è quella per cui “siamo due vinti, due spine di una rosa tutta marcia, ma se ti amo e tu mi pungi, sei tu il mio trauma”, cioè in una relazione “tutta marcia” in cui ci si approda con traumi del passato mai risolti, è più facile uscirne associando all’altra persona la totalità dei propri traumi alle volte in maniera del tutto inconscia.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Allora qualcuno una volta mi disse che il futuro non esiste, esistono gli obiettivi per i quali si lavora giorno dopo giorno. Sulla scia di questo pensiero, musicalmente parlando, sto lavorando a far uscire il mio progetto assieme a niciPGTL. Spero anche di laurearmi a breve, ma ad essere completamente sincero è un periodo in cui sto dando la massima priorità alla mia salute mentale e a come fatturare al meglio, per cui qualsiasi attività e/o persona non mi faccia stare bene viene archiviata nell’indifferenza e nell’oblio più totali, alle volte con un po’ di sforzo, però è tutto gestibile.
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Ciao a tutti, siete meravigliosi, prendetevi cura di voi stessi e siate buoni. Ily.
zaib for Siloud
Instagram: @zaibopera Credits: BLOOM Promotion