Etta è una ragazza un po’ pazza, sensibile, caparbia e super casinista. Crede che oggi nella musica ci sia sempre più il bisogno di qualcosa di nuovo che solo la sperimentazione e l’intraprendenza può portare. “P.O.P.” è nata per rispondere ad alcuni commenti (a tratti misogini) che le erano stati fatti sotto alcuni post pubblicati da pagine rap-trap dopo la sua esperienza ad XFactor.
Nome: Maria Antonietta
Cognome: Di Marco
In arte: Etta
Età: 26 anni
Città: Sparanise (CE)
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: P.O.P., BAM BAM, Bionico, Il mio deserto.
Album pubblicati: Diverso
Periodo di attività: dal 2018
Genere musicale: pop
Piattaforme: Youtube, spotify, apple music, Amazon music, Deezer, ecc.

Chi è Etta nella vita di tutti i giorni?
La stessa delle mie canzoni: un po’ pazza, sensibile, caparbia e super casinista. Nella mia vita principalmente mi occupo di musica e per questo non ho una dimora fissa. L’unica cosa costante nella mia vita sono i miei gatti dai quale non mi separo mai.
Il tuo nome d’arte prende ispirazione dal tuo vero nome?
Etta in realtà è l’abbreviativo di Maria Antonietta. Ho sempre amato il mio nome per esteso ma a Napoli soprattutto si tendono ad usare spesso diminutivi. Quindi per mettere tutti d’accordo e non creare confusione con chi mi chiamava Mary, chi Anto, chi Tonia, chi Marì ho preferito chiamarmi semplicemente Etta. Piccolo e incisivo.
Hai cominciato a scrivere e comporre nel 2017, ma quando ti sei avvicinata alla musica e quali sono stati i momenti più importanti che hai vissuto in questo settore?
Io la musica l’ho amata da subito. Ho iniziato subito a cantare, specialmente alle recite e in casa per i miei. Dopo verso i 13 anni ho iniziato a scrivere canzoni e ricordo che in classe tutti le conoscevano a memoria. Poi purtroppo mi sono allontanata dall’idea di diventare una cantante per diverse vicissitudini, ma dentro di me era sempre vivo quel sogno. Ho iniziato l’università e per caso conobbi il mio attuale producer V Rus. Credo che questo sia stato uno dei momenti più importanti per la mia musica. Insieme abbiamo intrapreso un percorso di crescita che ci ha portato ad essere quello che siamo e a credere sempre di più l’uno nell’altra. Un’altra cosa che mi ha formata tantissimo è stata la mia esperienza a Xfactor, auguro a tutti di fare esperienze del genere, così intense e così utili.
Sei una continua sperimentatrice, motivo per cui siamo convinti che tu prenda continuamente spunto dal mondo esterno. Hai delle influenze principali?
Ascolto tanta musica. Sicuramente le mie influenze sono dovute alla mia curiosità, più che per l’ambiente musicale italiano per quello estero. Alcuni degli artisti a cui mi ispiro sono Ariana Grande, Doja Cat, Justin Bieber e molti molti altri. Mi capita di passare da ascolti metal ad ascolti K POP nella stessa giornata! Cerco di attingere il più possibile.
Nelle tue produzioni utilizzi diversi linguaggi e stili. Di cosa si tratta nello specifico e come sei riuscita nel tempo a trovare una tua dimensione artistica?
Nelle mie canzoni uso diversi generi, come il rap, e tanti modi di espressione per trasmettere delle immagini e delle sensazioni ben precise, servendomi di suoni impressi non solo di parole. Sicuramente sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e l’arrivo a queste consapevolezze è stato dovuto ad altre ricerche e sperimentazioni. Credo che oggi nella musica ci sia sempre più il bisogno di qualcosa di nuovo che solo la sperimentazione e l’intraprendenza può portare.
“P.O.P.” è il titolo del tuo ultimo singolo, dal carattere pop ma dall’approccio punk. Come nasce?
Scrivere P.O.P. mi ha fatta sentire libera e divertita. L’ho scritta in un momento di pura esigenza per abbattere alcuni pregiudizi. Quando ho dato il brano a V_Rus per la produzione ho insistito affinché anche lui si divertisse, e così è nata la bomba. Ha fatto un lavoro assurdo con dei riff pazzeschi, creando atmosfere mediorientali e un finale inaspettato.
Cosa hai voluto raccontare con questo brano?
P.O.P. è nata per rispondere ad alcuni commenti (a tratti misogini) che mi erano stati fatti sotto alcuni post pubblicati da pagine rap-trap dopo la mia esperienza ad XFactor. All’inizio mi hanno fatto mettere in dubbio il mio modo di scrivere ma poi ho voluto scrollarmi tutte le paranoie di dosso, convincendomi che semmai non potevo essere amata, mi bastava essere odiata purché rimanessi coerente con il mio io e la mia musica. P.O.P. (Persona, Onnipresente, Petulante) è un inno alla libertà alla voglia di essere ciò che si vuole nonostante il parere altrui. Sii quelle che vuoi essere. La mia esperienza riguardava principalmente la chiusura del mondo rap, soprattutto per le donne, così ho deciso di ribellarmi “banalizzandolo” in una canzone pop. Sono un po’ dispettosa, lo so.
C’è in programma un album per il futuro?
Certo! C’è sempre.
Quali sono i tuoi progetti nel breve e nel lungo termine?
Al momento stiamo lavorando all’intero disco e siamo in attesa dei live! Non vedo l’ora di risalire su un palco. Il mio sogno è proprio quello di creare un live pazzesco dove trasportare completamente il pubblico in una dimensione tutta mia… non vedo l’ora!!!
C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Fate ciò che vi fa stare bene. Il mondo ci vorrà sempre diversi da quello che siamo ma voi siate sempre voi stessi, oltre i pregiudizi, oltre le ansie, oltre i limiti. Eccedete nel essere voi stessi, prima o poi verrete capiti. Chi non ci riuscirà a capirvi è per un proprio limite non per il vostro.
Etta for Siloud
Instagram: @ettadimarcoofficial Facebook: @EttaDiMarcoOfficial YouTube: @ettadimarcoofficial Credits: Silvia Santoriello