InTheMusic: Matthew Lee, interview

Matthew Lee nella vita di tutti i giorni è sempre Matthew: quello che è sul palco corrisponde a quello che è nella vita. Definisce il suo stile esuberante e questo ha caratterizzato la sua cifra stilistica e la sua fortuna. “Suspicious minds” è il titolo del suo nuovo singolo, cover della celebre canzone portata al successo da Elvis Presley nel 1969.

Nome: Matteo
Cognome: Orizi
In arte: Matthew Lee
Età: 41 
Città: Pesaro, Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: È tempo d’altri tempi, Non mi credere, Rock & Love
Album pubblicati: Shake, Live on stage, The big band show, D’altri tempi, Italian roots, Pianoman, Rock & Love
Periodo di attività: dal 2005
Genere musicale: Rock’

iattaforme: YouTube, Spotify, Amazon music, iTunes, ecc. 

Chi è Matthew Lee nella vita di tutti i giorni?

Matthew nella vita di tutti i giorni è sempre Matthew, quello che sono sul palco corrisponde a quello che sono nella vita. Lavora alle canzoni come un buon artigiano, si allena in palestra, ama la montagna e i viaggi.

Come è avvenuta la scelta del nome per il tuo progetto artistico?

L’ho inventato quasi 20 anni fa. Avevo sentito questo chitarrista country che si chiamava Albert Lee ed ho pensato che Lee sarebbe stato perfetto anche per me.

Ti sei innamorato del rock’n’roll grazie ai dischi di tuo padre, da piccolissimo. Come è maturato poi il tuo interesse per la musica e come si è evoluto in una carriera artistica?

Studiavo al conservatorio di Pesaro, ma la musica classica era troppo statica e quando provavo ad aggiungere qualche nota agli spartiti mi dicevano che non era possibile, che era già perfetta. Il rock’n’roll invece è in divenire, è libertà, proprio quello che sento quando lo suono.

Quali sono i generi musicali e gli artisti che ascolti solitamente?

Ascolto moltissimo country moderno, artisti come Blake Shelton, Brad Paisley, Drake Milligan. Ci sono molti spunti nei loro arrangiamenti e nel loro modo di fare musica.

Definisci il tuo stile esuberante e questo ha caratterizzato la tua cifra stilistica e la tua fortuna. In che modo lo hai definito negli anni?

Non l’ho mai definito, soprattutto a parole. Io sono quello che suono, ho bisogno di esprimermi con la musica così poi quando sono nella vita di tutti i giorni riesco ad essere meno esuberante. È una valvola di sfogo pazzesca.

“Suspicious minds” è il titolo del tuo nuovo singolo, cover della celebre canzone portata al successo da Elvis Presley nel 1969. Come nasce l’idea del brano?

Volevo fortemente riportare al nostro tempo un brano che secondo me è incredibilmente bello. Gli ho ridato vita con un nuovo arrangiamento come se lo avessi scritto io al pianoforte.

La traccia è una versione nuova ed originale, più frizzante e briosa rispetto all’originale. Come hai lavorato alla sua produzione?

Fa parte delle mie origini, ho sempre ascoltato Elvis e credo che le sue canzoni e alcune delle sue melodie siano eterne. Così ho pensato di arrangiare con una chiave più attuale questo brano meraviglioso (è nella mia personale top 10 dei migliori brani di Elvis).

Perché hai deciso di rendere omaggio proprio ad un artista come Elvis?

Con Elvis sono cresciuto, le emozioni che provo ascoltando i suoi dischi sono indescrivibili, si immaginano mondi ascoltando le canzoni e lui in particolare aveva un modo di comunicare che va al di là del canto. Ne sono sempre stato affascinato. Ultimamente è uscito il film sulla vita di Elvis e ho pensato che fosse il momento giusto per rendergli omaggio.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho tante canzoni in cantiere, sto lavorando con vari produttori e speriamo in autunno di essere pronti con un album. Chiaramente una delle mie proprietà’ è il tour, la parte che preferisco.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Vorrei dire a tutti di passare ad una data del tour, saremo in giro tutta l’estate e non c’è modo migliore per conoscermi a fondo se non attraverso un concerto dal vivo!

Matthew Lee  for Siloud

Instagram:@matthewleemusic
Facebook: @matthewleeofficial
YouTube: @matthewleeofficial

Credits foto: Amedeo Gioia
Credits: GM Press

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