InTheMusic: Manfredi, interview

Antonio Guadagno, in arte Manfredi, è tra le nuove promesse del mondo della musica italiana. Ragazzo di 22 anni che studia ingegneria, suona, scrive e canta, “guidato dalla sua incoscienza” è entrato a far parte della grande famiglia Foolica e da allora tutti i suoi pezzi sono diventati dei gran successi. Con tanto ancora da dire e da trasmettere, Manfredi ha da poco rilasciato “Doveva essere oggi”, un pezzo che preannuncia il suo primo album presto disponibile.

Nome: Antonio
Cognome: Guadagno
In arte: Manfredi
Età: 22
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: 20143 Milano Navigli, Cuffiette, Noi meno tu, Hollywood, Doveva essere oggi
Periodo di attività: dal 2017
Genere musicale: Pop
Piattaforme: Spotify, Apple Music, YouTube, Amazon Music.

Chi è Antonio Guadagno quando non è Manfredi?

Non credo ci sia una vera distinzione tra i due, ci tengo molto ad essere vero, non recito mai una parte. Sono un ragazzo di 22 anni che studia ingegneria e che suona, scrive e canta. Mi piace la cucina ma non vorrei fare lo chef, mi piacciono i film ma non so nulla di cinema, mi piace Milano ma la preferisco di notte. Tolto che per la musica e per le persone, mi appassionò alla superficialità delle cose.

Cominci a suonare per sfuggire alla noia ma poi nel 2017 ti dedichi anche alla scrittura. Com’è stato il tuo primo approccio con la musica?

Ho studiato chitarra per diversi anni, mi piace molto come strumento ma sentivo che non mi permetteva di esprimermi al 100%, non mi dava tutto ciò che cercavo dalla musica. Così ho iniziato a scrivere i primi testi, erano molto intimi perché erano per me, non avevo intenzione di pubblicarli. Solo col tempo ho scoperto che è bello condividere la propria musica perché le persone possono ritrovarsi nei tuoi testi.

La svolta è quando già nel 2017 vieni notato dai ragazzi di Foolica e ti prendono come roster dell’etichetta. Cosa puoi dirci di quel periodo della tua vita?

Dovevo ancora finire il liceo, ero appena maggiorenne, scrivevo da pochi mesi e avevo registrato solo una canzone nell’armadio di un mio amico. Ho inviato una demo ai ragazzi di Foolica per curiosità, senza aspettative, ma a loro è piaciuta molto e mi hanno ricontattato. Quando mi hanno proposto di lavorare insieme ho detto “okay” senza nemmeno sapere cosa avrebbe comportato la cosa. La mia incoscienza ha un grande istinto e mi ha fatto prendere la decisione migliore della mia vita. Foolica è una famiglia, mi hanno cresciuto sia come artista che come persona, c’erano al diploma, alla laurea, e anche al primo disco. È come avere dei papà in più.

Crescendo collezioni nuove esperienze: l’università, la vita in città, gli amori, tutto ti ispira e così scrivi tanto. In quale fase Antonio comincia ad essere Manfredi e perché proprio questo nome d’arte?

Antonio è sempre stato Manfredi, solo che prima non rendeva pubblici i propri pensieri e le proprie emozioni. La mia sensibilità mi ha sempre accompagnato, non è nata col tempo. Credo anzi che molti abbiano una sensibilità simile alla mia, solo che non pubblicano canzoni. Ho scelto un nome d’arte perché le fragilità hanno bisogno di essere protette. Manfredi, in particolare, significa “amico dell’uomo”. Mi piace l’idea che la musica possa essere vista come un’amica che ti sta accanto sia nei momenti belli che nei momenti difficili.

Oggi, se dovessi definire la tua musica, quali parole useresti?

Credo che la definirei “intima”. Se parli di sound, di strumenti, non tutti capiscono, a molte persone non importa a quali artisti ti ispiri. Se però dici “intima” capiscono tutti, sanno cosa aspettarsi e quando ascoltano i brani dicono “è vero, questa è musica intima”. I tecnicismi preferisco sempre lasciarli al lavoro in studio. Alle persone non importa sapere tutte le ricette, importa che alla fine si mangi bene.

Entri nelle playlist di Spotify Indie Italia e Viral 50 Italia superando i 4 milioni di ascolti totali. Ti aspettavi tutto questo seguito?

Nessuno si aspetta i numeri che fa, se si avesse la certezza dei risultati tutti vorrebbero essere dei cantanti. Credo che la musica sia un percorso, una volta che esce un brano non mi preoccupo dei numeri, penso al prossimo pezzo che voglio pubblicare, mi dedico alla scrittura. Ci sono già tanti numeri nell’ingegneria, credo che la musica dovrebbe preoccuparsi delle emozioni. Tutta questa gente che vuole prendersi tutto … io credevo che qui si parlasse di dare qualcosa a chi ti ascolta, no?

Dall’8 gennaio, in tutti i digital stores è disponibile il tuo nuovo singolo “Doveva essere oggi”. Un brano che racconta ancora la tua storia. Come nasce il pezzo?

Il brano racconta di una storia a distanza che ho vissuto in prima persona. Non sempre le cose vanno bene e delle volte si finisce con l’avere tra le mani un biglietto del treno che però non userai mai. Per scherzare ho detto “ora ci scrivo una canzone e rientro dei soldi del biglietto”, poi mi sono reso conto che uscivano fuori cose serie, cose che difficilmente riuscivo ad ammettere, come ad esempio che non stavo bene con me stesso perché non sapevo stare da solo. Allora lí ho smesso di scherzare ed ho iniziato a raccontare le cose sul serio.

Insieme a “Hollywood”, l’ultimo singolo anticipa l’album in prossima uscita. Puoi darci qualche anticipazione?

Sarà un disco molto intimo, affronterò temi quali i primi amori, l’ansia, l’università, il rapporto coi miei genitori. Non sono temi originali, credo che la parte interessante del disco stia nel come vengono affrontati questi temi. Ogni tema può essere banale o interessante, dipende dal punto di vista dell’osservatore, ed io propongo un mio punto di vista che può piacere come no.

Cosa hai in programma per i prossimi tempi?

Vista la situazione covid, si può ragionare solo sul breve periodo. Ho in programma di pubblicare il disco e di organizzare il tour, ma le tempistiche non dipendono da me.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Di cose da dire ce ne sarebbero molte, metà le dico nel disco, l’altra metà ve le dico ai concerti che di persona si parla meglio.

Manfredi for Siloud

Instagram: @manfredi.jpeg
Facebook: @20143Manfredi

Credits: Valentina Aiuto, Ivonne Ucci
Ph: Marza Zili Ziliani

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