InTheMusic: Marko Morciano, interview

La passione per il canto smuove Marko Morciano fin da piccolo, seppur mantenuta segreta, custodita come qualcosa di prezioso e vissuta a fasi alterne di vita. È laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa, si occupa principalmente di fotografia e turismo, è una persona poliedrica e assiduo viaggiatore. Il suo singolo d’esordio si intitola “Fango” e in questo si parla di una persona che ha subito una delusione d’amore.

Nome: Marco
Cognome: Morciano
In arte: Marko Morciano
Età: 30
Città: Milano
Nazionalità: Italiana
Brani pubblicati: Fango
Periodo di attività: dal 2021
Genere musicale: Pop, Indie
Piattaforme: Spotify, Apple Music, Amazon Music, Deezer, YouTube

Chi è Marko Morciano nella vita di tutti i giorni?

Marko Morciano è nato a Lecce il 26 Marzo 1991 e vive a Milano, dopo un lungo periodo passato a Roma. La passione per il canto lo smuove fin da piccolo, seppur mantenuta segreta, custodita come qualcosa di prezioso e vissuta a fasi alterne di vita. È laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa, si occupa principalmente di fotografia e turismo, è una persona poliedrica e assiduo viaggiatore. Ha moltissime passioni, oltre ai viaggi e la musica, tra cui la scrittura, il cibo, il fitness, il mare e la lettura.

Si definisce determinato, sincero e un po’ permaloso, non sopporta la disonestà, l’ingratitudine, le ingiustizie, chi non si dà da fare e chi si piange addosso. Il suo sogno è vivere viaggiando il mondo e il suo motto è “Ad Maiora”.

Come mai hai deciso di lasciare il tuo vero nome per il tuo progetto artistico?

L’idea di lasciare il mio nome è nata in età giovane, ma non era qualcosa di deciso a tavolino ovviamente. Ho iniziato a fare fotografie ai miei amici per gioco e per passione, poi iniziai a firmare le mie foto con “Marko Morciano” e questa cosa da lì non è mai smessa. Sono arrivati i primi social in cui il mio nickname è sempre stato Marko Morciano, è così da allora ho deciso che quello sarebbe stato il mio nome per qualsiasi progetto che avesse avuto a che fare con le mie passioni. E posso fieramente dire che ad oggi quella “k”, a volte beffeggiata, mi ha dato tanto.

Hai mantenuto segreta la tua passione per il canto per molti anni, fino a quando hai poi deciso di ‘rivelarti’. Quando hai scoperto musica e quando hai avuto la necessità di trasformarla in un qualcosa in più?

Tra le tante passioni, quella della musica è entrata presto nella mia vita. Sono cresciuto sempre tra la musica. Ricordo quando ogni domenica, durante le pulizie in casa, mettevamo i vinili dei miei genitori, che ascoltavo da bambino insieme alle mie due sorelle più grandi. Avevamo un vecchio giradischi, che seppur vecchio riusciva a far girare i dischi di Celentano, Mina, Battisti, Lucio Dalla e tanti altri artisti italiani e non. Infatti, conosco gran parte della musica italiana degli anni passati, e devo dire che sono fiero di poter cantare certe canzoni.

All’età di 13 anni circa mi approcciai al canto, chiuso nella cameretta di casa, quando tutti andavano via, mettevo le casse con le basi musicali a tutto volume e cantavo, segretamente. Non so perché, ma ho sempre avuto un certo imbarazzo nel farmi sentire cantare. Ricordo che a 6/7 anni mio cugino mi regalò una piccola pianola, con cui ci passavo interi pomeriggi, volevo imparare a suonare uno strumento musicale. Ma da lì a poco decisi di lasciare.

Da piccolo, tra i miei sogni c’era anche quello di diventare un cantante, cresciuto negli anni di Saranno Famosi. Appena ho compiuto 18 anni i miei mi hanno portato fino a Roma in macchina, per poter fare i provini di Amici, che per me era già un grande traguardo. Dopo alcuni concorsi canori, decisi di mettere un po’ da parte questa passione dedicandomi al mio percorso universitario e alla fotografia.

La passione per il canto l’ho vissuta a fasi intermittenti nella mia vita, ed è ritornata forte proprio nell’ultimo periodo di quarantena che abbiamo dovuto vivere. Ho ritrovato nel canto e nella musica una valvola di sfogo. Ho anche ripreso a imparare a suonare di nuovo la pianola da autodidatta. E così ho deciso di buttarmi in un nuovo, primo e vero progetto musicale.

Cosa ispira le tue produzioni e in che modo i tuoi ascolti di riversano in esse?

Come dicevo prima, sin da piccolo ho avuto un’influenza data da molti artisti italiani degli anni passati, ma nell’età più adulta mi sono approcciati a genere musicali differenti. Oggi apprezzo molto le melodie è il sound di alcuni artisti stranieri, come Dotan, Damien Rice, Calum Scott e molti altri artisti stranieri e italiani come i più recenti Gazzelle, Cosmo, I Pinguini tattici nucleari, Michele Bravi, ecc. Quindi generi abbastanza diversi tra di loro. Il mio brano “Fango” è sicuramente inspirato al sound delle canzoni di Dotan, per cui un po’ ballad.

Il tuo lavoro ti vede impegnato principalmente tra fotografia e turismo, ma la musica occupa una parte importante delle tue giornate. In che modo riesci a far convivere queste diversi lati della tua vita?

Sì, sono spesso in viaggio, mi occupo di fotografia e sono un travel creator. C’è chi mi definisce influencer, ma preferisco resta un po’ vago su questo termine e ritenermi semplicemente un appassionato di viaggi e fotografia. La musica nella mia vita occupa gran parte della quotidianità, ogni giorno appena sveglio premo “play”. La musica mi accompagna nei viaggi soprattutto, in aereo, in nave, in auto, quando posso è sempre con me, la mia compagna migliore. Anche quando devo creare un video o delle stories per Instagram, la musica rappresenta parte del mio lavoro anche in questo modo. Comunicare emozioni e sensazioni grazie alla musica per me è essenziale.

Come definisci il tuo modo di fare musica e quali sono i suoi caratteri principali?

Non mi sento di avere ancora una base solida per rispondere a questa domanda. Ho iniziato con questo nuovo progetto un po’ per gioco e ovviamente, non producendo musica, mi sono rivolto a una casa di produzione di Roma che conosco da tantissimi anni. Sicuramente insieme ai producer e il songwriter abbiamo avuto modo di trasformare in musica ciò che avevo dentro, basandoci anche su alcune references musicali che avevo. Dopo questo primo inedito non escludo però di poter proseguire sempre per passione in questo viaggio bellissimo.

Il tuo singolo d’esordio si intitola “Fango” e in questo si parla di una persona che ha subito una delusione d’amore. Come nasce questo brano e cosa ha ispirato la storia che racconti?

 Sì, “Fango” è stata un po’ un’urgenza di comunicare in musica ciò che avevo dentro in un periodo non bellissimo. Si sa, le delusioni ci segnano sempre, di qualsiasi genere esse siano. Probabilmente non ci abitueremo mai alle delusioni delle persone, soprattutto quando ci dedichiamo tanto, quando vogliamo bene e amiamo incondizionatamente. Le relazioni sono difficili e, spesso, come dico sempre io, “Il prezzo dell’amore è proprio la sua stessa fine.”

In “Fango” è racchiusa una po’ tutta la delusione che mi ha portato la fine di una storia, una un po’ più recente e acerba e un’altra più solida, datata, ma sicuramente più matura. Era novembre 2020 quando ho deciso di intraprendere questo progetto, era in una fase di vita in cui uscivo da qualcosa che mi aveva fatto male. Oggi, a distanza di più di un anno, sono sicuramente più forte di prima.

Come è stato prodotto questo brano e come ne hai lavorato al sound?

Come dicevo prima, non ho lavorato io al sound, in quanto non mi occupo di questo. Ho dato delle indicazioni al producer secondo quelle che erano le mie preferenze e gusti musicali. Mi sono rivolto a uno studio di produzione di Roma che conosco da moltissimi anni, forse quindici. Sono dei professionisti e mi hanno subito capito. Ricordo ancora quando mi hanno inviato la prima base, ero emozionato già al primo ascolto e capii subito che era quella giusta! Poi con qualche accorgimento siamo riusciti a tirare fuori “Fango”, il mio primo inedito, spero di una lunga serie.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Al momento ho tanti progetti, come sempre la mia testa è un frullatore di idee, sin da quando son bambino. Ho sempre voluto dare spazio a ogni passione, senza reprimerne nessuna. Questo progetto, come ho già detto, l’ho intrapreso per gioco. Ricordo che in studio di registrazione fu la prima volta in vita mia e mi sentivo un pesce fuor d’acqua, mi chiedevo “ma cosa ci faccio io qui?”. E invece quando poi ho preso confidenza e ho sentito per la prima volta il master sono stato davvero contento del risultato. Non ho mai studiato canto e non so per certo se continuerò a cantare, ma una cosa è certa: ogni volta che avrò l’esigenza e qualcosa da comunicare lo voglio fare anche attraverso la musica. Quindi non escludo che ci potrebbero essere nuovi pezzi in futuro.

C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?

Sono nuovo di questo mondo ed è il mio esordio. Non sono un cantante e non ho mai studiato canto nella vita, ma spero di essere riuscito a comunicare quello che sentivo con “Fango” e soprattutto spero di essere entrato un poco nel cuore di chi probabilmente avrà anche vissuto il mio stesso stato d’animo. Le delusioni d’amore ci accomunano un po’ tutti, ma l’importante è sempre sapersi rimettere in piedi e capire quanto valiamo. Imparare a volersi bene non è una frase fatta, ma è necessario per poter andare sempre avanti per la propria strada superando ogni ostacolo.

Marko Morciano for Siloud

Instagram: @markomorciano
Facebook: @markomorcianosite

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